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1.1Io dico che dalla sinistra mano
1.2di quella donna vidi un'altra gente,
1.3l'abito della qual non guari strano
2.1sembrava da color che primamente
2.2contati abbiam, ben che la vista loro
2.3si stenda ver le donne più fervente.
3.1Vergilio mantovano infra costoro
3.2conobb'i' quivi più ch'altro esaltato,
3.3sì come degno, per lo suo lavoro.
4.1Ben mostrava nell'atto che a grato
4.2gli eran le sette donne per le quali
4.3sì altamente avea già poetato:
5.1il ruinar di Troia ed i suoi mali,
5.2di Dido, di Cartagine e d'Enea,
5.3lavorar terre e pascere animali
6.1trattar negli atti suoi ancor parea.
6.2Omero e Orazio quivi dopo lui,
6.3ciascun mirando quelle, si sedea.
7.1A' quai Lucan seguitava, ne' cui
7.2atti parea ch'ancora la battaglia
7.3di Cesare narrasse e di colui,
8.1Magno Pompeo chiamato, che 'n Tesaglia
8.2perdé il campo; e quasi lagrimando
8.3mostra che di Pompeo ancor li caglia.
9.1Eravi Ovidio, lo qual poetando
9.2iscrisse tanti versi per amore,
9.3com'acquistar si potesse mostrando.
10.1Non guari dopo lui fatt'era onore
10.2a Giovenal, che ne' su' atti ardito
10.3a' mondan falli ancor facea romore.
11.1Terenzio dopo lui aveva sito
11.2non men crucciato, e Panfilo e Pindaro,
11.3ciascun per sé sopra 'l prato fiorito.
12.1E Stazio di Tolosa ancora caro
12.2quivi pareva avesse l'aver detto
12.3del teban male e del suo pianto amaro.
13.1Bell'uom tornato d'asino, soletto
13.2si sedea Apolegio, cui seguiva
13.3Varro e Cicilio lieti nell'aspetto.
14.1Euripide mi par che poi veniva;
14.2Antifonte, Simonide ed Archita
14.3parea dicesser ciò ch'ognun sentiva
15.1lì di diletto e di gioconda vita,
15.2insieme ragionando; e dopo questi
15.3Sallustio, quasi in sembianza smarrita,
16.1là parea che narrasse de' molesti
16.2congiuramenti che fé Catellina
16.3contra' Roman, ch'a lui cacciar fur presti.
17.1Al qual Vegezio quivi s'avvicina,
17.2Claudiano, Persio e Catone,
17.3e Marziale in vista non meschina.
18.1L'antico e valoroso e buon Catone
18.2quivi era nel sembiante assai pensoso,
18.3tenendo con Antigono sermone.
19.1E, vago ne' suoi atti di riposo,
19.2da una parte mi parve vedere
19.3quel Livio che fu sì copioso,
20.1guardando que' che 'nanzi a sé sedere
20.2tanti vedea, nell'aspetto contento
20.3d'avere scritte tante storie vere.
21.1Goloso di cotal contentamento
21.2Valerio appresso parea che dicesse:
21.3«Brieve mostrai il mio intendimento».
22.1Ivi con lor mi parve ch'io vedesse
22.2Paolo Orosio stare ed altri assai,
22.3de' qua' non v'era alcun ch'io conoscesse.
23.1Allora gli occhi alla donna tornai
23.2a cui le sette davanti e dintorno
23.3stavano tutte in atti lieti e gai.
24.1Dentro dal coro delle donne adorno,
24.2in mezzo di quel loco ove facieno
24.3li savi antichi contento soggiorno,
25.1riguardando, vid'io di gioia pieno
25.2onorar festeggiando un gran poeta,
25.3tanto che 'l dire alla vista vien meno.
26.1Aveali la gran donna mansueta
26.2d'alloro una corona in su la testa
26.3posta, e di ciò ciascun'altra era lieta.
27.1E vedend'io così mirabil festa,
27.2per lui raffigurar mi fé vicino,
27.3fra me dicendo: «Gran cosa fia questa».
28.1Trattomi così innanzi un pocolino,
28.2non conoscendol, la donna mi disse:
28.3– Costui è Dante Alighier fiorentino,
29.1il qual con eccellente stil vi scrisse
29.2il sommo ben, le pene e la gran morte:
29.3gloria fu delle Muse mentre visse,
30.1né qui rifiutan d'esser sue consorte –.
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