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IV

Poesie

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1.1O Fortuna crudel, che puoi più fare?
1.2O Fortuna, nimica di me solo,
1.3deh, perché non mi involo
1.4dagli occhi di ciascun che ha allegrezza,
1.5poi che nel mondo io son nato, solo
1.6per sempre mai dover tormentare
1.7e per dover provare
1.8tutte tue forze con feroce asprezza?
1.9Non ti indugiar, per dio, ma con prestezza
1.10menami a morte, e sarò fuor di pena;
1.11ma tu vuoi prima avanti il mio morire
1.12il gran corso finire
1.13di tua possanza e pungermi ogni vena
1.14di ciascun caso che dar puoi al mondo,
1.15sanza farmi gustar d'alcun secondo.
2.1O Fortuna perversa, non tardare
2.2di farmiti, ché puoi, esser fedele,
2.3e lascia del tuo fele,
2.4ché troppo n'ho gustato, com'è scorto!
2.5E a me volgi un poco le tue vele
2.6con prosper vento, ché lo incominciare
2.7non vorrebe indugiare,
2.8però ch'i' sono quasi giunto al porto
2.9del mio finire sanza alcun conforto,
2.10se già tu non mel dai, che non lo aspetto,
2.11perché ogni giorno vo di male in peggio.
2.12Ond'io la morte chieggio
2.13per grieve duol ch'i' sento dentro al petto;
2.14è essa verso me sdegnosa forte,
2.15perché le piace la mia dura sorte.
3.1O Fortuna malvagia, non volere
3.2aempiere il tuo corso tutto a pieno,
3.3ché l'anima vien meno
3.4per lo grieve dolor, che dentro sente,
3.5e non adoperare il tuo veleno
3.6più contro a me! Deh, abbine calere
3.7e fammiti vedere
3.8non sdegnosa sempre, ma ridente!
3.9O spiatata Fortuna, drizza la mente
3.10ad altra parte omai, se a te piace!
3.11Pensa che in ver di me hai fatto troppo;
3.12più non mi dar d'intoppo.
3.13Io te ne priego: omai rendimi pace!
3.14Se non lo fai, io seguiterò Dido,
3.15quando Enea si partì con grande strido.
4.1O Fortuna maligna, ch'arai fatto
4.2quando sarò privato d'esto mondo?
4.3Io sarò fuor del fondo
4.4della tua rota, a me tanto molesta,
4.5e viverrò in loco più giocondo.
4.6Però con questa vita in alcun atto
4.7teco non si fa patto
4.8che vaglia o tenga, perché in tua podesta
4.9hai il tuo regno e di voltar non resta,
4.10come ti piace, com fan gli altri iddei
4.11del loro, e però in te non vo' sperare;
4.12anzi ben disperare
4.13mi voglio e presto con gridare omei,
4.14e l'almo vada in qual loco gli piace,
4.15da poi che teco i' non posso aver pace.
4.16— Canzon, dritto a Fortuna te n'andrai;
4.17e, se tu le dirai
4.18apertamente, com'io ti dico, il vero,
4.19arà di me merzé, ma non lo spero.
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