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1.1Io, che veduto lungamente avea
1.2le nuove cacce e 'l ritornare al piano
1.3e 'l rimontar della turbata dea
2.1e lo scender dell'altra ed il sovrano
2.2miracol fatto in non lunga stagione,
2.3maraviglioso ad intelletto umano,
3.1quasi ripien di nuova ammirazione
3.2mi ritrovai di quel mantel coperto
3.3che gli altri usciti dello ardente agone;
4.1e vidimi alla bella donna offerto,
4.2e di cervio mutato in creatura
4.3umana e razionale esser per certo:
5.1ma non ingiustamente, ché natura
5.2non mise mai valor né gentilezza
5.3quant'è in lei, onestissima e pura.
6.1Il viso suo angelica bellezza
6.2del ciel discesa veramente pare,
6.3venuta a dare agli occhi uman chiarezza:
7.1discreta e saggia nel suo ragionare
7.2e signorevol donna nello aspetto,
7.3lieta e baldanzosa nello andare;
8.1onde, s'agli occhi mie' dié tal diletto,
8.2che, donandomi a lei, uom ritornai
8.3di brutta belva, a uomo d'intelletto
9.1non pare ingiusto né mirabil mai,
9.2ché l'etterno Signor credo che gioia
9.3abbia dicendo in sé: «Io la formai!».
10.1Ell'è ispegnitrice d'ogni noia:
10.2e chi la mira ben negli occhi fiso
10.3torna pietoso o convien che si moia.
11.1Quanta sie la virtù che il bel viso
11.2spande in quella parte ove si gira,
11.3sollo io, che per dolcezza son conquiso.
12.1Superbia, accidia ed avarizia ed ira,
12.2quando la veggio, fuggon della mente,
12.3che i contrari lor dentro a sé tira.
13.1Ond'io priego ciascun divotamente,
13.2che subbietto è, com'io, a quel signore
13.3che ingentilisce ciascuna vil mente,
14.1ched e' prieghin per me che nell'amore
14.2di questa donna lungamente io sia,
14.3e che io d'onoralla aggia valore;
15.1ché simile orazion sempre mai fia
15.2fatta per me in servigio di quelli
15.3che allegro possiede o che disia;
16.1e per coloro ancor che son ribelli
16.2con le lor donne, acciò ch'egli abbian pace
16.3e che angoscia più non li flagelli.
17.1Il più parlare omai qui non mi piace,
17.2però che in parte più di lode degna
17.3serbo di dir con laude più verace
18.1quella biltà che l'anima disegna
18.2di quella, per cui son l'altre onorate,
18.3e cui servire il cor sempre s'ingegna.
19.1E torno a contemplar quella pietate
19.2ne' verdi prati e l'altra gran virtute
19.3che questa donna fregia di biltate,
20.1da cui ancora spero aver salute.
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