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1.1O passionato core, o trista mente,
1.2o miserabil stato in cui mi trovo
1.3sol per ingrata donna e sconoscente!
2.1O dolor crudo, inusitato e novo!
2.2o inauditi stenti, o pene amare,
2.3che di continuo, oimè, patisco e provo!
3.1La causa che me induce a disperare?
3.2Che vengo a morte sol per vera fede
3.3e tal guadagno fo per bene amare.
4.1Deh, maladetto fia chi in dona crede,
4.2che mille volte al dì vuole e non vuole,
4.3e pazo ben chi aspetta sua merzede.
5.1Ma molto più mi strugo e sì me dole
5.2che sotto una speranza son sbeffato
5.3da' soi falsi sembianti e sue parole.
6.1Cun laccio indisolubel m'ha legato,
6.2non me retien per lei né lassa andare:
6.3vedi se 'l mio destin è dispietato!
7.1Vedi s'io degio piangere e plorare,
7.2ché per mio manco mal chiedo la morte,
7.3ma Morte è cruda e non mi vuol aitare.
8.1Vedi se l'è spietata la mia sorte:
8.2ché chiego grazia a Satan renegato
8.3che me riceva dentro a le sue porte.
9.1Condutto sono a tal, che, disperato,
9.2bramo veder cascar el paradiso
9.3e Iove da Plutone esser cacciato.
10.1Voria veder ciascun esser conquiso
10.2e rüinar i poli e ogni segno
10.3in modo tal che ognun restassi occiso.
11.1Vien Marte, furibondo e pien di sdegno,
11.2a poner tutto il mondo in aspra guerra,
11.3che non sia più di pace alcun ritegno!
12.1Venga ad arder Fetonte ancor la terra
12.2col car scorendo e caschi l'orizonte,
12.3e l'aër scuro sia più che sotterra.
13.1Mostri Medusa il suo terribil fronte
13.2e muti in sasso ogni uom che vive al mondo,
13.3e subissar se possi el pian e 'l monte.
14.1Or ch'io sperava in tutto esser iocondo
14.2e de dar fine alle mie acerbe stente,
14.3mi vedo in tutto esser caduto al fondo.
15.1Così veder smembrar l'umana gente
15.2da rabïosi cani, e ciascaduno
15.3si trovi come me, mesto e dolente.
16.1I spaventosi mostri, ad uno ad uno,
16.2or tutti quanti insieme, escan d'inferno,
16.3sì che spavento n'abbia ciascaduno.
17.1Cerbaro venga dal profondo Averno,
17.2latrando cun Tesifone e Megera,
17.3e fazan guerra al mondo in sempiterno.
18.1Deh, maladetto sia chi amando spera,
18.2né chi mai mette la sua affezione
18.3in donna: in donna non, ma in aspra fera!
19.1Sia maladetto il tempo e la stagione,
19.2ch'io vide il chiaro viso di costei
19.3che d'ogni mio gran mal sola è cagione.
20.1Sian maladetti mei tormenti rei:
20.2ch'io sento per sta tigre accerba e dura
20.3che giorno e notte mi fa dire: “Oimei!”
21.1Sia maladetta la mia fede pura
21.2ch'io porto a questa ingrata scognoscente,
21.3che di me, suo bon servo, non fa cura.
22.1Sian maladette le mie fiamme ardente,
22.2che di continuo m'arde e brusa il petto,
22.3il tempo perso e l'amorose stente.
23.1O giorno a me spietato e maladetto,
23.2o giorno a me infelice e sventurato,
23.3ch'io vidi il suo sereno e dolce aspetto!
24.1Perché non fui un marmore indurato?
24.2Perché non fui un sasso, un tigre o un orso?
24.3Perché non fui un cane arabïato?
25.1Perché non se finì alor el mio corso?
25.2Perché non fui da picol devorato
25.3da un angue venenoso col suo morso?
26.1Non volse el mio destino o crudel fato!
26.2Anzi, per darme ancora più martire,
26.3m'ha in questa miser vita reservato.
27.1O quanto dolce me saria el morire
27.2per dar contentamento a sta giudea,
27.3e poi per metter fine al mio languire.
28.1Non val chiamar pietà a sta Medea,
28.2che giorno e notte mi fa consumare;
28.3e se ben li son servo, lei m'è rea.
29.1Venite, o stranie furie, ad ascoltare
29.2gli mei lamenti, poscia che costei
29.3è fatta sorda al mio pio lamentare.
30.1Odite, umbrose selve, e' dolor' mei,
30.2odite monti, sassi, odite ucelli,
30.3odite per pietà i tormenti rei!
31.1Odite fonti, rivi e fiumicelli,
31.2odite cieli e terra gli mei lai,
31.3e voi spirti infernali, immondi e felli.
32.1E poi ch'areti intesi gli mei guai,
32.2meco piangete, sin che senti quella
32.3che avermi morto non gli pare assai.
33.1Come può fare el cielo, o luna, o stella
33.2che, s'io t'ho data l'alma, il corpo e 'l core,
33.3esser tu possi a me cruda e ribella?
34.1Io t'amo al tuo dispetto cun fervore.
34.2Se non è vero, o donna, quel ch'io dico,
34.3che sia apeso como traditore.
35.1Se non è ver, che sempre mendico
35.2arder mi possa tutto e consumare,
35.3ch'io non trovi rimedio a cotal gioco.
36.1Se non è ver, che mi veda smembrare
36.2a nervo a nervo e poi straciato e rotto,
36.3per più dolor mi veda rinovare.
37.1Se non è vero, che sia posto di sotto
37.2dal centro della terra in lochi oscuri,
37.3o sia conquiso como fu Nembrotto.
38.1Ma che val mei lamenti né spergiuri,
38.2ché tutto el mondo ho già mosso a pietade,
38.3se non te, cruda, che di me non curi?
39.1Chi pensava che sotto tal beltade
39.2puotesse crudeltà nascosta stare?
39.3Che maladetta sia tua feritade!
40.1Son fatto mutto e pur posso parlare,
40.2e non gli vedo e pur ho bona vista:
40.3ché Amore è ceco e ceco mi fa stare.
41.1El corpo è fatto lento e l'alma trista;
41.2non so se sia mi stesso overo altrui;
41.3son perso e per amor così s'acquista.
42.1Dogliomi che non son quel che già fui:
42.2io vado solitario sospirando
42.3e doler mi vorrei, né so di cui.
43.1Or inculpo Cupido, or biastemando
43.2mi doglio dil pianeta, or di Fortuna,
43.3et or di quella per cui moro amando.
44.1Poi dico in me medesmo: “Colpa alcuna
44.2non ha di ciò Fortuna, perché Amore
44.3non s'impaza de' fatti di Fortuna;
45.1nonché pianeta alcun superïore
45.2l'umano arbitrio libro può sforzare:
45.3che può il destin contra il voler del core?”
46.1De chi mi degio adonca lamentare?
46.2De la nimica solo e dil spietato
46.3Cupido che m'ha tolto a disertare.
47.1Forsi, cieco fanciul, ch'io t'ho sprezato
47.2cun tue saette, come fece Apollo,
47.3che sei contra di me tanto adirato?
48.1Deh, pos'tu scavezare i brazi e 'l collo,
48.2dal tuo alto segio a terra rüinando,
48.3poiché in strazarmi ancor non se' satollo!
49.1Per te mi bruso e vivo pur brusando:
49.2che maladetta sia tua lege vana,
49.3ché, senza morte, io moro lacrimando.
50.1E tu, Venere adultera e putana,
50.2non ho scoperto già el tuo adulterare:
50.3ché sei contra di me tanto villana?
51.1E tu, becco Vulcan, che stai a fare,
51.2che non fai dardi e fulguri pungenti
51.3da il mal guidato mondo fulminare?
52.1Apri gli orechi, o Iove, a mei lamenti
52.2fulgura, brusa et arde ciascaduno
52.3e fa che stiano in guerra gli elementi!
53.1Lassa sparger il mar, o tu Nettuno,
53.2ché profondar si possa l'universo
53.3che non rimanga vivo pur sol uno.
54.1Manda Nembrot, orribil e diverso,
54.2o tu Plutone, a dirupare il mondo,
54.3poiché ogni cosa andar vedo a roverso.
55.1Manda Briareo, iniquo e furibondo,
55.2cun il superbo e fiero Capaneo,
55.3che strugan ogni cosa fin al fondo.
56.1Manda il crudel Neron, manda Tideo,
56.2a metter tutto il mondo in pianti e strida,
56.3lassa tutti i ciclopi e il forte Anteo.
57.1Deh, manda poi per grazia a me una guida,
57.2che vivo me conduca nel tuo regno,
57.3dove, cun pianti eterni e lai, se grida.
58.1Vien, Caron, cun tua barca, che a te vegno:
58.2ché nel tartareo fondo è manco esizio
58.3e minor pena assai che non sostegno.
59.1Se giù in inferno è tormentato Tizio,
59.2se de la rota Isïon è smembrato,
59.3per lo mal far gli è dato tal supplizio;
60.1ma io, pover meschino e sventurato,
60.2solo per ben servire e per amare,
60.3patisco pena a torto e gran peccato.
61.1Con ella non ti voglio più escusare,
61.2non voglio più incolpare el dio Cupido,
61.3ché sei pur sola che me vòi straziare.
62.1Per te languisco, per te piango e grido,
62.2e tu non odi, ché non vòi odire;
62.3ma di veder vendetta ancor mi fido.
63.1De maledirte non posso soffrire,
63.2ma maledisco me che son sforzato
63.3ad amar te che brami el mio languire.
64.1Deh, non tardar più Morte, ché parato
64.2son per venir a te senza timore
64.3e l'alma dar a Pluto ch'è dannato.
65.1Sia noto a tuto 'l mondo che in dolore
65.2moro per una donna dispietata:
65.3cotal guadagno fa chi segue Amore,
66.1ché 'l corpo stenta e poi l'alma è dannata.
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