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1.1Dapoi che 'l ciel destina pur ch'io mora,
1.2e la Fortuna instabil è ribella,
1.3e giunto è 'l paso estremo e l'ultima ora,
2.1dapoi che cusì vòl la crudel stella,
2.2soto cui veni al mondo in tanti stenti,
2.3che fu nel naser mio spietata e fella,
3.1almanco sian intesi i mei lamenti,
3.2quest'ultima parolla almen sia udita,
3.3almanco siano intesi i mei tormenti.
4.1Udite, o silve, il fin de la mia vita,
4.2udite uceli e voi, fere silvaggie,
4.3venite al duol de l'ultima partita!
5.1Udite monti, poggi, coli e piaggie,
5.2udite boschi, i dolorosi versi,
5.3udite anime dive, oneste e saggie,
6.1udite el mortal colpo ch'io soffersi,
6.2da quela man c'al cor fece la piaga,
6.3onde convien che tanti pianti versi.
7.1Già ciascun rivo del mio umor s'alaga,
7.2e questa fera per cui vengo meno
7.3prende diletto e del mio mal è vaga.
8.1Oimè che cresce al cor aspro veneno,
8.2e ognior fa fiama e 'l smisurato foco
8.3se fa più forte nel mio caldo seno.
9.1Manca la vital forza a poco a poco,
9.2e gionto son al fin spiatato e crudo,
9.3tal che tardi dal ciel socorso invoco.
10.1Più non mi val portar elmo né scudo,
10.2né contrastar a la sua posa forte
10.3e son rimasto d'ogni speme ignudo.
11.1Che fai, che tardi, dura e sorda Morte?
11.2Scoca el duro tuo stral ver chi ti chiama,
11.3tu sola mi pòi trar di acerba sorte.
12.1O cieco quel che cosa mortal ama,
12.2conosco tardi el fallo e me ne pento
12.3quando fui preso a l'inviscata rama.
13.1Cridar el cor e l'alma partir sento
13.2di questo albergo tenebroso e fosco
13.3et io piangendo chiamo aiuto al vento.
14.1Di poggio in poggio e d'un in l'altro bosco,
14.2vo cercando pietà da un rigido orso,
14.3pien d'ira e di desdegno e amaro tòsco.
15.1Corro disperso e non è fren o morso
15.2che tenir posi el mio destrier feroce
15.3da l'aspro suo viagio e longo corso.
16.1Vedeme mia nemica steso in croce
16.2e ride del martir che per lei porto,
16.3né mai porgie l'orechie a la mia voce.
17.1Qual è sì dur che del mio grave torto
17.2non si dolese, o qual fiero animale
17.3non lacrimase meco, aflito e smorto?
18.1Qual tigre non piangese del mio male?
18.2qual fier leon, qual duro e freddo sasso
18.3non si piegase, o qual mostro infernale?
19.1Qual cruda fera non firmasse il passo?
19.2o despietati cieli, o rea Fortuna,
19.3come me aveti messo in stato basso!
20.1S'io volese scoprir ad una ad una
20.2le piaghe che ho coperte soto i panni,
20.3faria turbar le stelle, il sol, la luna.
21.1Ma che giova dolersi in tanti affanni,
21.2poich'ella del mio pianto non ha cura:
21.3anzi ordise catene e novi inganni.
22.1Che giova lamentarsi a un'alma dura
22.2e perder pene, carta e tanto inchiostro
22.3se più s'adira, più s'agiacia e indura?
23.1Che giova lamentarsi a questo mostro,
23.2che del mio pianto se nutrisce e pasce,
23.3né cura il mio dolor che in fronte mostro?
24.1Deh, perché non fui morto ne le fasce?
24.2ch'or non sarei sì sconsolato e tristo,
24.3ma così va chi sfortunato nasce.
25.1Questo è il premio che amando alfin acquisto?
25.2questo è il stipendio che mi dona Amore,
25.3che più di amaro che di dolce è misto?
26.1Qual crudo adamantino e fredo core,
26.2che, legendo mie rime, non si lagnie
26.3e non perdoni al giovenil mio errore?
27.1E mie carte di lacrime non bagnie
27.2udendo la pasion e il gran martire,
27.3sparsi per selve, boschi, antri e campagnie?
28.1Che più viver bisogna in van desire,
28.2in falace speranze e pensier' siochi,
28.3e lamentarsi a chi non vòl udire?
29.1Scoca l'ultimo stral da' tuoi begl'ochi,
29.2manda l'ultimo colpo al fredo petto,
29.3aciò che al tardo fin presto trabochi.
30.1Sàciati ingorda, ormai, prendi diletto,
30.2contenta l'impia et insaciabil voglia,
30.3grazia mi fia l'usir for di suspetto:
31.1ché meglio è morte che perpetua doglia.
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