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1.1Apparechiative, occhi, a pianger sempre,
1.2privi di luce; hor t'apparecchia, pecto,
1.3nutrir sospiri insin che dura il fiato;
1.4apparèchiate, mano, a scriver versi
1.5sol di dolore; e tu, mia lingua aflicta,
1.6in condolerte ognhor più di Fortuna.
2.1Gli è pur disposto il cielo e la Fortuna
2.2che senza alcuna tregua io viva sempre
2.3in mortal guerra, e che mia voce aflicta
2.4non resti mai d'afaticare il pecto,
2.5e ch'io non muti mai stile, né versi,
2.6sin che fugge da me l'ultimo fiato.
3.1Io non so come più me resti fiato,
3.2avendomi dogliuto di Fortuna
3.3sì longo tempo, e come tanti versi
3.4trovi la fantasia che pensa sempre,
3.5come a tanti sospir' duri il mio pecto
3.6e non si parta l'alma inferma e aflicta.
4.1Deh, perché Morte hormai la carne aflicta
4.2non trâ di stento? Ché un suo picol fiato
4.3potria il foco amorzar dentro al mio pecto
4.4e sciolgerme dai lazi di Fortuna,
4.5ché contento serei per non star sempre
4.6a perder penne, carte, inchiostro e versi.
5.1Le triste rime e i lacrimosi versi,
5.2che mia memoria travagliata e aflicta
5.3volge e rivolge giorno e nocte sempre,
5.4e dei caldi sospiri il longo fiato
5.5dovrian mover leon nonché Fortuna,
5.6uno orso, un tygre e ogni indurato pecto.
6.1Ma stiammi ognhora a balestrar nel pecto
6.2e facia di me stracio e de' mei versi,
6.3questa tanto contraria a me Fortuna,
6.4ché quanto fia mia mente ognhor più aflicta,
6.5sin che il ciel mi darà posanza e fiato,
6.6sempre ferma starà dove fo sempre.
7.1Sempre madonna me fia scritta in pecto:
7.2lei sola il fiato mi pò dare e i versi
7.3e trar mia barca aflicta di Fortuna.
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