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1.1Se mai lieto e felice al mondo io vissi,
1.2hora da lamentar sempre m'avanza
1.3e veggio ben che in vento e in acqua scrissi.
2.1Rotto è ogni mio pensiero e la speranza,
2.2poi che Morte crudel, spietata e dura
2.3dimostrato ha in costei sua gran possanza,
3.1costei ne la qual pose ogni sua cura
3.2il ciel, le stelle e gli elementi tutti,
3.3che fo spechio e miracol di natura.
4.1Mai non serano gli occhi mei più asciutti,
4.2ma sempre lacrymosi, humidi e bassi,
4.3e per continuo pianto fien destrutti.
5.1E poi ch'io ho perso il tempo, gli anni e i passi,
5.2andrò piangendo la mia dura sorte
5.3per boschi, selve, per montagne e sassi.
6.1Né restarà mia voce in chiamar Morte,
6.2né mai la lingua mia di lamentarse,
6.3sin che non m'apre le tartaree porte.
7.1E pria vedrem del giorno nocte farse,
7.2il corso a l'acque e il lume al sol fia tolto,
7.3vedrem la terra e il ciel prima mutarse,
8.1che mai possa scordarmi del bel volto,
8.2de' soi dolci acti e angelici costumi,
8.3sin che 'l mio corpo in polve fia disciolto.
9.1Né mai porrò in oblio quei chiari lumi,
9.2quelle increspate chiome e crine d'oro,
9.3per cui convien che in pianto me consumi;
10.1e le labre rosate e il bel lavoro
10.2di quelle bianche perle insieme agionte,
10.3che a rimembrarle anchor languisco e moro;
11.1l'acorte sue parole e quella fronte
11.2ch'avea forza scaldare un marmo vivo,
11.3ove d'Amor sofersi tante ponte.
12.1E bench'io sia di sua presentia privo,
12.2io l'odo anchora, anchor parla cum meco
12.3e son cum lei s'io dormo, veglio o scrivo.
13.1Né pò Fortuna far ch'io non sia seco,
13.2come io fui sempre, né mai far potria
13.3se ben scampasse più cha 'l vecchio greco.
14.1E Morte ognhor contraria più me sia
14.2e tenga il suo bel corpo in terra morto,
14.3ché in me sempre una fede e un voler fia.
15.1E hor certo son che del mio grave torto
15.2fra sé stessa si dole e dal ciel vede
15.3le pene che per lei portai e porto.
16.1E poiché a' pie' del Signor nostro sede,
16.2sper di trovare al mio longo servitio,
16.3se non in terra, in ciel qualche mercede.
17.1Né volsi mai, né voglio altro iuditio
17.2cha lei medesma a cui chiaro è il mio stato,
17.3che fo d'ogni mio mal cagione e initio.
18.1E se madonna il mio servir fidato
18.2vorà giudicar drito, io tengo certo
18.3che per amore anchor serò beato
19.1e per mio premio fiemme il cielo aperto.
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