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1.1“Che farai miser cor? Più non ti vòle
1.2colei che con sua man ti trasse fuore.
1.3Più non te tiene in festa come sòle,
1.4anci da sé ti scaccia con furore.
1.5Tuo danno! Tu credesti a sue parole;
1.6io te dicea: 'Non te fidar d'Amore'.
1.7Non volesti ascoltarme: hora ti dole.
1.8Impara de servir iusto signore”.
2.1“Io cognosceva Amor, ma io non potea
2.2fugir da lui, havendomi in sua mano.
2.3Non credea che crudel fosse una dea,
2.4ché celeste è il suo viso e non humano.
2.5Questo fo quel che creder mi facea,
2.6ma poi ch'io ho il tempo consumato invano,
2.7sempre biasmando andrò Fortuna rea,
2.8il cielo e Amore instabile e villano”.
3.1“Ritorna un poco a lei, forsi è mutata,
3.2ché ogni cosa terrena muta stile.
3.3So che de nobil sangue ella è creata,
3.4so che esser non vorà tenuta vile.
3.5Se tu la ritrovasti anchora irata,
3.6non ge parlar, ma sta patiente e humìle,
3.7expectando che l'ira sia passata:
3.8non dura sdegno in animo gentile”.
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