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1.1Mal volentieri a te queste parole
1.2scrivo, ma la ragion mi sforza e tira;
1.3e d'acrescerti pena asai mi dole.
2.1So che te acenderai di doglia e de ira
2.2sentendoti privar de la speranza
2.3di quel che la tua mente ognhor desira.
3.1Ma in ogni cosa sempre la constanza
3.2si vòl servare, e aver seco prudenza
3.3ché l'huom con quella ogni fortuna avanza.
4.1Perhò se le mie rime in displicenza
4.2alquanto ti seranno, abi un cor forte
4.3e porta ciò ch'io scrivo in patïenza.
5.1Spero, quando la tua e la mia sorte
5.2examinata arai e visto il tutto,
5.3che l'animo tuo in parte si conforte.
6.1Considerar si vòl sempre che frutto
6.2pò nascer di quello arbor che tu pianti;
6.3chi il fin non guarda, spesso resta in lutto.
7.1Lecto ho varii infortunii de gli amanti
7.2e pensando a la lor calamitade,
7.3frenati ho i mei pensier' stolti et erranti.
8.1Tu sai che, insin ne la tua prima etade,
8.2di me s'acese il tuo fervente core:
8.3non perché fosse in me molta beltade,
9.1ma perché cussì volse il cielo e Amore.
9.2Io che m'acorsi del tuo foco ardente,
9.3benigna mi mostrai al tuo dolore,
10.1perché mi parea cosa inconveniente
10.2e d'uno animo vile a non amarte,
10.3vedendo verso me calda tua mente.
11.1Né mai restai in ciascun modo aitarte,
11.2servando l'honestà che sempre amai;
11.3sol negai quel ch'io non poteva darte.
12.1Rafrena i toi desir' lascivi hormai;
12.2quel che tu chiedi a me, mai non farei:
12.3me ferma sempre in questa voglia arai.
13.1Prima il martyr de Tityo sofrirei,
13.2la pena de Ixïone atroce e dura,
13.3prima ogni gran supplitio elegerei
14.1cha macular la castità mia pura:
14.2ché, quando io guardo ben tutte le cose,
14.3più bel don non concesse a nui natura.
15.1Chi è senza ella è qual spin ch'è senza rose,
15.2fonte senza acqua o senza fructo legno;
15.3belleze senza lei non son preciose.
16.1Mira Lucretia antica che per sdegno
16.2de l'honor perso a se la vita tolse,
16.3exempio a l'altre donne excelso e degno.
17.1Prima in uno arbor transformar se volse
17.2Daphne cha vitïar suo corpo honesto,
17.3de la cui mutation Phoebo si dolse.
18.1Questa è sol la cagion, signor, ch'io resto
18.2di contentarte; ogni altra cosa chiedi,
18.3che ad obedirte fia l'animo presto.
19.1Questo non posso: tu il cognosci e vedi.
19.2Ma se tu ami me come te stesso,
19.3perché servar l'honor mio non provedi?
20.1Forsi ti dolerai ch'io t'ho promesso
20.2più volte di dar fine a tanti affanni:
20.3questo, signor, non nego, anci il confesso.
21.1Ma sol lo fei perché nei teneri anni
21.2esser te vidi, ove alcun fren non vale,
21.3onde se corre in gran perigli e danni.
22.1Talhor arder te vidi in foco tale
22.2che ociso t'averesti, e forza me era
22.3prometter per schifar cotanto male.
23.1Cussì sempre, con dolce e lieta ciera,
23.2sin qui nutrito t'ho di certa spene,
23.3che tema avea de l'ultima tua sera.
24.1Hormai che tu cognosci il male e il bene,
24.2m'è parso tempo il mio secreto aprire
24.3acioché la tua voglia si rafrene.
25.1So che saprai de le catene uscire;
25.2il tempo doma gli orsi aspri e protervi:
25.3col tempo mutarai questo desire.
26.1Sempre serva te fui e sempre servi
26.2te fieno i sensi mei perfin ch'io vivo,
26.3purché l'honor mio salvo se conservi.
27.1Taccio per men tua pena e più non scrivo
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