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LIBRO SECONDO

Teseida

PoeTree.it

1.1Il sole avea due volte dissolute
1.2le nevi en gli alti poggi, e altrettante
1.3Zeffiro aveva le frondi rendute
1.4e i be' fiori alle spogliate piante,
1.5poi che d'Attena s'eran dipartute
1.6le greche navi, Africo spirante,
1.7da cui Teseo co' suoi furon portati
1.8nelli scitichi porti conquistati;
2.1quando esso con la sua novella sposa
2.2in lieta vita e dolce dimorava,
2.3sanza pensiero d'alcuna altra cosa,
2.4e appena d'Atene si curava;
2.5ma il piacer divin più gloriosa
2.6vittoria assai che quella li serbava;
2.7onde li fé nuova vision vedere,
2.8per che del ritornar li fu in calere.
3.1Nel dolce tempo che il ciel fa belle
3.2le valli e' monti d'erbette e di fiori,
3.3e le piante riveste di novelle
3.4frondi, sopra le quali i loro amori
3.5cantan gli uccelli, e le gaie donzelle
3.6di Citerea più senton gli ardori,
3.7era Teseo da dolce amor distretto,
3.8in un giardin, pensando a suo diletto.
4.1Nel qual da una parte solo stando,
4.2gli parve seco con viso cruccioso
4.3tener per man Peritoo ragionando,
4.4dicendo a lui: — Che fai tu ozioso
4.5con Ipolita in Scizia dimorando,
4.6sotto amore offuscando il tuo famoso
4.7nome? Perché in Grecia oramai
4.8non torni, ove più gloria avrai assai?
5.1Èssi da te quell'animo gentile,
5.2ch'ancor simile ad Ercul prometteva
5.3di farti, dipartito? Se' tu vile
5.4tornato nella tua età primeva?
5.5E stando entra la turba feminile,
5.6la tua prodezza, la qual già sapeva
5.7ciaschedun regno, hai qui messa in oblio
5.8d'Ipolita nel grembo e nel disio? -
6.1A cui Teseo volendo dar risposta
6.2e iscusar la sua lunga dimora,
6.3subito agli occhi suoi si fu nascosta
6.4la imagine di quel che parlava ora;
6.5per che e' dubbioso col passo si scosta
6.6dal loco ove era, a sé mirando ancora
6.7dintorno, per veder se el vedea
6.8colui che quivi parlato gli avea.
7.1Ma poi che la paura luogo diede
7.2a l'animal vertù, si ruppe il velo
7.3della 'gnoranza, e con intera fede,
7.4che non lì Peritoo, ma che dal cielo,
7.5da qualche deità la qual provede
7.6al suo onor con caritevol zelo,
7.7era venuto cotal ragionare;
7.8onde pensò ad Atene tornare.
8.1Ad Ipolita adunque il suo volere
8.2con donnesco parlar fé manifesto;
8.3la qual rispose ad ogni suo piacere
8.4essere apparecchiata e anche a questo;
8.5ond'elli, allor ch'a lui fu in parere,
8.6il suo navilio fé preparar presto,
8.7e poi dispose del regno lo stato,
8.8per modo che alle donne fu a grato.
9.1E fatto questo, entrò sanza dimoro
9.2in mare, e 'nsieme Ipolita reina;
9.3e tra più donne ne menar con loro
9.4la bella Emilia, stella matutina;
9.5quindi spirando tra Borea e Coro
9.6ottimo vento da quella marina
9.7li tolse, lor portando verso Attene
9.8il più del tempo con le vele piene.
10.1Ma Marte, il quale i popoli lernei
10.2con furioso corso avea commossi
10.3sopra' Tebani, e' miseri trofei
10.4donati avea de' prencipi percossi
10.5più volte già, e de' Greci plebei
10.6ritenuti talvolta e tal riscossi,
10.7con asta sanguinosa fieramente
10.8trista avea fatta l'una e l'altra gente;
11.1perciò che, dopo Anfiorao, Tideo
11.2stato era ucciso, e 'l buono Ippomedone,
11.3e similmente il bel Partenopeo,
11.4e più Teban, de' qua' non fo menzione,
11.5innanzi e dopo al fiero Campaneo;
11.6e dietro a tutti, in doloroso agone,
11.7Etiocle e Polinice, ferito,
11.8morti, e Adastro ad Argo era fuggito;
12.1onde 'l misero regno era rimaso
12.2voto di gente e pien d'ogni dolore;
12.3ma in picciola ora da Creonte invaso
12.4fu, che di quel si fé re e signore,
12.5con tristo agurio, e 'n doloroso caso
12.6recò insieme e 'l suo regno e l'onore
12.7per fiera crudeltà da lui usata,
12.8mai da nullo altro davanti pensata.
13.1Esso, con fiero cuor li Greci odiando,
13.2poi che fur morti in lor l'odio servava,
13.3per ch'elli avea con gravissimo bando
13.4vietato a chi sua grazia disiava,
13.5ch'a nullo corpo quivi morto stando
13.6fuoco si desse, e 'mputridir lasciava
13.7lor sozzamente sanza sepoltura
13.8qual delle fiere pria non fu pastura.
14.1Onde le donne argoliche, le quali
14.2venien dolenti a far lo stremo ofizio
14.3con somma maestà di tutti i mali,
14.4anzi giungesser quivi, ebbero indizio
14.5dello editto crudele; e però tali
14.6quali eran, triste di tal malefizio,
14.7proposer con le lagrime pregare
14.8Teseo a tale ingiuria vendicare.
15.1E quindi i passi ad Attena drizzaro,
15.2atate dal dolor nella fatica;
15.3e a quella venute, con amaro
15.4segno mostrar la fortuna nemica.
15.5Gli Atteniesi assai si marvigliaro
15.6di quella turba, d'ogni ben mendica,
15.7e domandaron di ciò la cagione,
15.8perché venute e di qual regione.
16.1I qua', poscia ch'udir la nobiltate
16.2di quelle donne e la cagion del pianto,
16.3con tenerezza lor prese pietate
16.4di veder loro in tormento cotanto;
16.5e gli alti cittadini apparecchiate
16.6proferser lor le case d'ogni canto,
16.7finché Teseo in Attene tornava,
16.8che d'ora in ora in essa s'aspettava.
17.1Esse non voller da nessuno onore,
17.2ma solo il tempio cercar di Clemenza,
17.3e in quel con gravissimo dolore
17.4istanche e lasse fecer residenza,
17.5aspettando con lagrime il signore,
17.6assai crucciose della sua assenza;
17.7e le donne atteniesi in compagnia
17.8di loro stetter quivi tuttavia.
18.1Teseo, con vento fresco a suo viaggio,
18.2contento ritornava inverso Attene
18.3con gran partita del suo baronaggio
18.4e con colei che 'l suo cuor guida e tene,
18.5Ipolita reina; e 'l suo passaggio
18.6tosto fornito fu e sanza pene;
18.7né prima giunto fu alla marina
18.8che si seppe in Attene, la mattina.
19.1Gli Atteniesi, che lui attendieno
19.2con gran disio, per la sua ritornata
19.3mirabil festa preparata avieno,
19.4la qual fu incontanente incominciata;
19.5secondo il lor poter, ch'assai potieno,
19.6fu la lor terra tutta quanta ornata
19.7di drappi ad oro e d'altri paramenti,
19.8con infiniti canti e istrumenti.
20.1Quanto le donne allor fossero ornate
20.2ne' teatri, ne' templi e a' balconi
20.3e per le vie mostrando lor biltate,
20.4nol potrieno spiegare i miei sermoni;
20.5la lor presenzia tal solennitate
20.6facea maggior per diverse ragioni;
20.7e 'n brieve in ogni parte si cantava
20.8e con somma allegrezza si festava.
21.1Gli alti suoi cittadini apparecchiare
21.2li fero un carro ricco e triunfale,
21.3il qual gli fer là dov'era menare;
21.4né altro ne fu mai a quello equale
21.5veduto per alcuno; e apprestare
21.6li fer con esso vesta imperiale
21.7e corona d'allor, significante
21.8che per vittoria venia triunfante.
22.1Teseo adunque, come fu smontato
22.2di mare in terra, in sul carro salio,
22.3degli ornamenti reali addobbato;
22.4e sopra quello appresso il suo disio,
22.5Ipolita, gli stette dall'un lato,
22.6da l'altro Emilia fu, al parer mio;
22.7poi l'altre donne e' cavalier con loro
22.8a cavallo il seguir sanza dimoro.
23.1In diverse brigate festeggiando,
23.2a cavallo e a piè erano andati
23.3gli Atteniesi inver di lui cantando,
23.4di varii vestimenti divisati,
23.5con infiniti suoni ogn'uom festando,
23.6e con esso in Attene rientrati:
23.7diritto andò al tempio di Pallade
23.8a reverir di lei la deitade.
24.1Quivi con reverenza offerse molto,
24.2e le sue armi e l'altre conquistate;
24.3e poi per altra via il carro volto,
24.4alquanto circuendo la cittate,
24.5con infinito d'uomini tomolto,
24.6ovunque gia, con grida eran lodate
24.7l'opere sue magnifiche, e con gloria
24.8le dicean degne d'etterna memoria.
25.1E mentre ch'elli in cotal guisa giva,
25.2per avventura davanti al pietoso
25.3tempio passò, nel quale era l'achiva
25.4turba di donne in abito doglioso;
25.5la qual udendo che quindi veniva,
25.6su si levar con atto furioso:
25.7con alte grida e pianto e gran romore
25.8pararsi innanzi al carro del signore.
26.1— Chi son costor ch'a' nostri lieti eventi
26.2co' crini sparti, battendosi il petto,
26.3di squalor piene in atri vestimenti,
26.4tutte piangendo, come se 'n dispetto
26.5avesson la mia gloria, a l'altre genti,
26.6sì com'io veggo, cagion di diletto? -
26.7disse Teseo stupefatto stando;
26.8a cui una rispose lagrimando:
27.1— Signor, non ammirar l'abito tristo
27.2che 'nnanzi a tutti ci fa dispettose,
27.3né creder pianger noi del tuo acquisto,
27.4né d'alcun tuo onore esser crucciose;
27.5ben che l'averti in cotal gloria visto
27.6pe' nostri danni ne faccia animose
27.7a pianger più che non faremmo forse,
27.8essendo pur dal primo dolor morse. -
28.1— Dunque chi sete? — disse a lor Teseo,
28.2— e perché sì nella publica festa
28.3sole piangete? — Allora oltre si feo
28.4Evannès, più che nessuna altra mesta,
28.5dicendo: — Isposa fui di Campaneo,
28.6e qualunque altra ancora vedi in questa
28.7turba, di re fu moglie o madre o suora
28.8o figlia; e aprirotti che ci accora.
29.1La perfida nequizia del tiranno
29.2figliuol d'Edippo, contro a Polinice,
29.3suo unico fratello, e 'l fiero inganno
29.4del regno, degli Argivi lo 'nfelice
29.5esercito tirò al suo gran danno,
29.6che è maggiore assai che non si dice,
29.7davanti a Tebe, dove trista sorte
29.8ciascuno alto baron tolto ha con morte.
30.1E dove noi, invano, speravamo
30.2con quello onor vederli ritornare
30.3alle lor terre ch'agual te veggiamo
30.4nella tua laurato triunfare,
30.5nell'abito dolente in che noi siamo
30.6a sepellirli ci conviene andare;
30.7ma l'aspra tirannia di que' c'ha preso
30.8il regno dietro a lor ciò ci ha difeso.
31.1Il perfido Creon, a cui più dura
31.2l'odio ch'a' morti non fece la vita,
31.3a' greci corpi nega sepoltura
31.4(crudeltà, credo, non mai più udita),
31.5e di qua l'ombre a la padule oscura
31.6di Stigia ritiene; onde infinita
31.7doglia ci assal tra gli altri nostri mali,
31.8sentendoli mangiare agli animali.
32.1Pietose adunque a questo estremo onore
32.2voler donar, d'Acaia ci movemmo;
32.3ma come a noi contato fu il tenore
32.4di tale editto, i passi qua volgemmo,
32.5e porger prieghi a te, pio signore,
32.6di tale oltraggio con noi proponemmo;
32.7i qua' l'abito nostro per noi doni
32.8a te in prima, e poi a' tuoi baroni.
33.1Se alto valor, come crediam, dimora
33.2in te, a questo punto sie pietoso;
33.3tu n'averai alto merito ancora,
33.4e oltre a ciò, ciò che uom virtuoso
33.5de' far, farai. Deh, s'altro da te infora
33.6far lo volesse, en dovresti cruccioso
33.7essere e impedirlo, acciò ch'avessi
33.8la gloria tu di punir tali eccessi.
34.1Deh, se l'abito nostro e il lagrimare
34.2non ti movon, né prieghi, né ragione
34.3a far che 'l pio oficio possiam fare,
34.4movati almen la trista condizione
34.5di que' che già fur re; non gli lasciare
34.6nella futura fama in dirisione:
34.7e' furon teco già d'un sangue nati,
34.8e come te ancor Greci chiamati. -
35.1Le lagrime non eran mai mancate,
35.2perché parlasse, agli occhi di costei,
35.3ma sempre in quantità multiplicate;
35.4e 'l simile era a l'altre dietro a lei,
35.5le qua' con forza avean messa pietate
35.6in ciaschedun di que' baroni attei;
35.7per che con seco ognun forte dannava
35.8la crudeltà la qual Creon usava.
36.1Teseo attento le parole dette
36.2racogliea tutte, l'abito mirando
36.3di quelle donne, e ben che lor neglette
36.4vedesse, chiaro assai, seco stimando,
36.5la maestà nascosa conoscette;
36.6e greve duol nel cor gli venne quando
36.7udì de' re la morte; e dopo alquanto
36.8così rispose al doloroso canto:
37.1— L'abito oscuro e 'l piangere angoscioso,
37.2e 'l voi conoscer pe' vostri maggiori,
37.3e 'l ricordarmi il vostro esser pomposo,
37.4gli agi e' diletti e' regni e' servidori
37.5e de' re vostri il regnar glorioso,
37.6hanno trovato ne' miei sommi onori
37.7luogo a' vostri prieghi, e la mutata
37.8fortuna trista di lieta tornata.
38.1Io vorrei ben poter nel primo stato
38.2e in vita li vostri re tornare,
38.3com'io credo poter far che fia dato
38.4onor di sepoltura a cui donare
38.5vel piacerà; e l'orgoglio abbassato
38.6di colui fia che ciò vi vuol negare;
38.7però, se a male avuto può conforto
38.8vendetta porger, per me vi fia porto.
39.1Fortificate gli animi dolenti
39.2con isperanza buona, ch'io vi giuro,
39.3prima che io o' miei baron possenti
39.4ci riposiam d'Attene dentro al muro,
39.5di ciò faremo interi esperimenti;
39.6e io son già di vittoria sicuro,
39.7non tanto avendo in mie forze fidanza,
39.8quanto mi dà di Creon la fallanza. -
40.1E detto questo, con benigno aspetto
40.2si rivolse ad Ipolita, dicendo:
40.3— Bene hai udito, donna, ciò c'han detto
40.4queste donne reali a noi piangendo:
40.5priegoti adunque non ti sia dispetto
40.6se al presente a lor giustizia intendo.
40.7Dismonta, e col mio padre ti starai
40.8finché tornato me qui vederai. -
41.1A cui così Ipolita rispose:
41.2— Caro signor, ben ch'io sia amazona,
41.3io non son sì crudel, ch'a cota' cose
41.4volentier non mettessi la persona
41.5per vendicarle, sì son dispettose,
41.6se vero è ciò che delle donne sona
41.7il tristo ragionar, sol ch'io credesse
41.8che 'n ciò il mio portare arme ti piacesse.
42.1Però, signor, secondo il tuo piacere
42.2opera omai, e s'elli è di tal fretta
42.3qual esse dicon, non soprasedere;
42.4va e fa ciò ch'al tuo onore aspetta,
42.5ché ciò m'è più ch'altra gioia in calere. -
42.6E questo detto, intra la turba eletta
42.7di molte donne che l'accompagnaro,
42.8essa e Emilia del carro smontaro.
43.1Poi che Teseo le donne ebbe posate
43.2del carro suo, tenendo il viso fitto
43.3nella miseria delle sconsolate,
43.4da intima pietà nel cor trafitto,
43.5sopra 'l carro si volse a le pregiate
43.6schiere de' suoi sanz'altro alcun respitto;
43.7e con voce alta, di furore acceso,
43.8parlò sì che da tutti fu inteso:
44.1— Tanto è nel mondo ciascun valoroso,
44.2quanto virtute li piace operare;
44.3dunque ciascun di vivere ozioso
44.4si guardi che in fama vuol montare;
44.5e noi, acciò che stato glorioso
44.6intra' mondan potessimo acquistare,
44.7venimmo al mondo, e non per esser tristi
44.8come bruti animali e 'ntra lor misti.
45.1Adunque, cari e buon commilitoni
45.2che meco in tante perigliose cose
45.3istati sete in dubbie condizioni,
45.4per far le vostre memorie famose
45.5a le future nuove nazioni,
45.6ora li cuori all'opre gloriose
45.7vi priego dispognate, né vi caglia
45.8prender riposo d'avuta travaglia.
46.1Udito avete tutti, sì com'io,
46.2ciò che le donne ne dicon presenti;
46.3certo ciascun ne dovrebbe esser pio,
46.4e al vengiar dovreste esser ferventi,
46.5ché l'aspre nimistà e il disio
46.6del nuocer debbon ciaschedune genti
46.7lasciare e obliar, poi l'uomo è morto;
46.8ma or Creon fa nuovo a' morti torto.
47.1Andiamo adunque, e lui, fiero Creonte,
47.2umil facciàn con le spade tornare,
47.3sì che e' lasci l'ombre ad Acheronte,
47.4poi fien sepulti i corpi, trapassare;
47.5noi non andiamo acciò che a Demofonte
47.6rimanga regno, a l'altrui usurpare,
47.7ma a ragion rilevare in sua gloria;
47.8per che l'iddii ne daranno vittoria. -
48.1E' non fu più lasciato avanti dire,
48.2ch'un romor surse che il ciel toccava:
48.3— Tutti siam presti di voler morire
48.4dintorno a te, e già molto ne grava
48.5che 'nver Creonte non prendiamo a gire,
48.6poi ch'opera commette così prava:
48.7voi vederete nell'operar nostro,
48.8signor, se ci fia caro l'onor vostro. -
49.1Teseo adunque, sanza rivedere
49.2il vecchio padre o parente o amico,
49.3uscì d'Attene, né li fu in calere
49.4d' Ipolita l'amor dolce e pudico,
49.5né altro alcun riposo, per potere
49.6gloria acquistar sopra 'l degno nemico;
49.7com'elli era entrato nella terra,
49.8così n'uscì a la novella guerra.
50.1Le 'nsegne, che ancora ripiegate
50.2non eran, si drizzaron di presente;
50.3e' cavalier con le schiere ordinate,
50.4dietro a la sua ciascuno acconciamente,
50.5ne givano, e le donne sconsolate
50.6lor precedean, di ciò molto contente;
50.7e dopo giorno alcun giunsero a Tebe,
50.8e fermar campo in su le triste glebe.
51.1Sentì Teseo l'aere corrotto
51.2pe' corpi ch'eran senza sepoltura;
51.3onde mandò a Creonte di botto
51.4che e' lasciasse aver de' morti cura,
51.5o s'aprestasse, sanza più dir motto,
51.6della battaglia dispietata e dura.
51.7I messi andaro e fecer l'ambasciata;
51.8a' qua' Creon cotal risposta ha data:
52.1— Dite a Teseo ch'io sono apparecchiato
52.2della battaglia, e ch'elli avrà a fare
52.3con franco popol tutto bene armato,
52.4e non si creda qui donne trovare,
52.5come in altra parte egli ha trovato;
52.6e però venga, qualora gli pare,
52.7che' corpi fuoco non avranno, e esso
52.8giacer farò con loro assai di presso. -
53.1Il buon Teseo la risposta intese
53.2superba assai, della quale e' si rise;
53.3e al pian campo con li suoi discese,
53.4e in tre parti tutti i suoi divise,
53.5e fece loro il loro affar palese;
53.6quindi davanti a tututti si mise;
53.7e bene in concio ne gir ver Creonte,
53.8che con sua gente lor veniva a fronte.
54.1Allora trombe, nacchere e tamburi
54.2sonaron forte d'una e d'altra parte;
54.3fremivano i cavalli, e i securi
54.4cavalier tutti gridavano: — O Marte,
54.5or si parranno li tuoi colpi duri,
54.6ora conoscerassi la tua arte. -
54.7Allora lance e saette pungenti
54.8cominciarsi a gittar tra le due genti.
55.1E' cavalieri insieme si scontraro
55.2con tal romore e con sì gran tempesta,
55.3che 'nsino al ciel le voci risonaro;
55.4e con le lance ciaschedun s'infesta
55.5di vender bene il romper quelle caro;
55.6poi con le spade battaglia molesta
55.7incominciar, dove molti moriro
55.8nel primo assalto che 'nsieme feriro.
56.1Il buon Teseo, sopra un alto destriere,
56.2con una mazza in man pel campo andava
56.3ferendo forte ciascun cavaliere
56.4e abbattendo cui elli incontrava,
56.5e spesso confortando le sue schiere:
56.6col suo ben far tutti l'incoraggiava,
56.7porgendo arme sovente a chi l'avesse
56.8perdute e rimontando chi cadesse.
57.1E ben vedea chi con tremante mano
57.2moveva i ferri, e chi arditamente
57.3sovra' nemici suoi valor sovrano
57.4combattendo mostrava, e chi niente
57.5pigro operava dimorando invano;
57.6li qua' gridando spregiava vilmente,
57.7lodando gli altri, e per nome chiamando
57.8or questo or quel, gli giva confortando.
58.1Da l'altra parte il simile facea
58.2Creonte, come ardito conduttore,
58.3e quasi in sé del nemico credea
58.4sanza alcun fallo farsi vincitore.
58.5L'un contra l'altro ben si difendea
58.6arditamente e con sommo valore;
58.7ma sì andando, insieme si scontraro
58.8Creon e 'l buon Teseo, e si sgridaro.
59.1Corsorsi adosso li due cavalieri,
59.2chiusi nell'armi, e valorosamente
59.3si cominciaro a ferire i guerrieri,
59.4com'uomin che s'odiavan mortalmente,
59.5e come que' ch'avrebber volentieri
59.6l'un l'altro a morte dato certamente;
59.7e già co' colpi tutte magagnate
59.8s'avevan l'armi, e le carni tagliate.
60.1Teseo di cruccio tutto quanto ardeva,
60.2vedendo di Creon il gran durare,
60.3e fra se stesso fremendo diceva:
60.4— Deh, de' mi questi a la fine menare? -
60.5Poi tutte in sé sue forze raccoglieva,
60.6e furioso li si lascia andare
60.7adosso, e lui per sì gran forza fiere,
60.8che lì il gittò per morto del destriere.
61.1Teseo allora da caval discese,
61.2dicendo: — O fier tiranno, or è venuto
61.3il dì che 'l tuo mal viver tanto attese;
61.4ora sarà tuo fallo conosciuto,
61.5or fien punite le già fatte offese
61.6da te, or fia il tuo viver compiuto;
61.7e le tue arme io sacrerò a Marte,
61.8benigno iddio a me in ogni parte.
62.1E' corpi contra i qua' fosti spietato
62.2arsi saranno, e 'l tuo regno distrutto,
62.3e 'l nome tuo di memoria privato;
62.4e a le donne, a cui cagion di lutto
62.5fosti, sarà il tuo corpo donato,
62.6ch'esse ne facciano il lor piacer tutto:
62.7così la tua superbia fia abbattuta,
62.8ch'a rispondermi fu cotanto arguta. -
63.1Non spaventar le parole Creonte,
63.2perch'abattuto si vedesse in terra,
63.3né sembianza mutò l'ardita fronte,
63.4né mitigossi nel cuor la sua guerra;
63.5anzi più fiero, e con parole pronte,
63.6aspra risposta parlando diserra
63.7a que' che sopra il petto fier li stava
63.8e col suo ferro morte gli aprestava;
64.1dicendo a lui: — Fanne tuo piacere,
64.2pur che io muoia avanti che vittoria
64.3io veggia a te e a tua gente avere;
64.4ché l'alma mia almeno alcuna gloria
64.5ne porterà con seco nel parere,
64.6e segnato terrà nella memoria
64.7che 'n dubbio i tuoi e' miei lascio d'onore;
64.8e credo che li miei hanno il migliore.
65.1Questo ne porterò a l'infernali
65.2iddii, quasi contento; e se e' fia
65.3il corpo mio donato agli animali
65.4sanz'altro foco, ciò l'alma disia;
65.5però che parte delli miei gran mali
65.6di qua dalla riviera oscura e ria,
65.7la qual vuo' far passare a' regi morti,
65.8io celerò, se non fia chi men porti.
66.1Or fa omai quel che più t'è in grato,
66.2ch'io non men curo. — E tacque; e intratanto
66.3l'avea Teseo già tutto disarmato,
66.4e quasi tutto del sangue e del pianto
66.5il vide il duca nel viso cambiato;
66.6e già era freddato tutto quanto:
66.7per che conobbe l'anima dolente
66.8esser partita dal corpo spiacente.
67.1Il quale e' lasciò quivi, e risalio
67.2sopra 'l destriere, e fra' suoi ritornossi;
67.3e tutto quanto ardendo nel disio
67.4d'aver vittoria, focoso ficcossi
67.5tra li nemici, e 'l primo che ferio
67.6a li suoi piedi morto coricossi;
67.7e 'l simil fece a' più degli altri fare,
67.8per che nessun l'ardiva d'aspettare.
68.1E' suoi facevan nell'armi gran cose,
68.2contra' nemici gran forze mostrando;
68.3e per lo campo le genti orgogliose
68.4uccidendo, ferendo e scavallando
68.5andavan, pur pensando a le pietose
68.6donne ch'avean vedute lagrimando;
68.7tal che non li potean più sofferire
68.8li Teban, salvo chi volea morire.
69.1E d'altra parte già saputo aveno
69.2del lor signor la morte dolorosa,
69.3per che che farsi tra lor non sapeno;
69.4laonde in fuga trista e angosciosa,
69.5sì come gente che più non poteno,
69.6si volser tutti, ché nessun non osa
69.7volversi indietro o insieme aspettarsi,
69.8tanto di presso vedean seguitarsi.
70.1I miseri cacciati non fuggiro
70.2nella città per quivi aver riparo,
70.3ma per li monti Ogigii se ne giro,
70.4chi per lo bosco ove Tideo assediaro,
70.5e qua' su Citeron se ne saliro,
70.6altri ne' cavi monti s'appiattaro;
70.7e 'n cotal guisa con greve dolore
70.8tutti fuggir davanti al vincitore.
71.1Questo vedendo, i cittadin tebani,
71.2le donne e' vecchi e' piccioli figliuoli
71.3rimasi in quella miseri e profani,
71.4di quella usciron faccendo gran duoli,
71.5li suoi seguendo pe' luoghi silvani;
71.6e così tristi per diversi stuoli
71.7lasciar di Bacco e d'Ercule la terra
71.8nelle man di Teseo in tanta guerra.
72.1Al buon Teseo non piacque seguitare
72.2que' che fuggien, ma tosto se ne gio
72.3inver la terra, de la qual nello entrare
72.4nessuno incontro con arme gli uscio.
72.5Passato adunque dentro, ad ammirare
72.6cominciò i templi di qualunque iddio,
72.7l'antiche rocche di Cadmo cercando,
72.8e l'altre cose mire riguardando.
73.1E poi ch'egli ebbe vedute le cose
73.2magnifiche a ciascun quelle guardante,
73.3fuor se n'uscì, e a le sue vogliose
73.4genti di rubar quella rimirante
73.5licenzia diè; ver è ched elli impose
73.6che tutte salve sien le case sante
73.7delli tebani iddii: per che cercata
73.8fu tosto tutta e per tutto rubata.
74.1Teseo sé veggendo vincitore,
74.2sopra Asopo il suo campo fé porre,
74.3e de' vincenti chetato il romore,
74.4del campo il corpo di Creon fé torre,
74.5e con esequie degne grande onore
74.6li fé, e fé la cenere riporre
74.7dentro ad una urna, e poscia di Lieo
74.8nel tempio in Tebe collocar la feo,
75.1dicendo: — I' vo' che all'ombre infernali
75.2possi di me miglior testimonianza
75.3render, che quelli eccelsi e gran reali,
75.4a' qua' negavi con grande arroganza
75.5gli ultimi onori e' fuochi funerali,
75.6di te non posson, per la tua fallanza. -
75.7E questo fatto, a sé fece chiamare
75.8le greche donne, e lor prese a parlare:
76.1— Donne, gl'iddii a la nostra ragione
76.2hanno prestata debita vittoria,
76.3e però con dovuta oblazione
76.4tenuti siam d'esaltar la lor gloria;
76.5perciò mettete ad esecuzione
76.6ciò che de' vostri faceste memoria;
76.7date alli vostri re l'uficio pio,
76.8secondo che avete nel disio.
77.1E questo fatto, la terra prendete
77.2che cagion fu di morte a' vostri regi,
77.3e sì ne fate ciò che voi volete,
77.4come di nido di tutti i dispregi;
77.5sicuramente in quella andar potete,
77.6ch'alcun non v'è ch'al gir vi privilegi. -
77.7Le donne quasi liete il ringraziaro,
77.8e quindi a fare il loro oficio andaro.
78.1Esse giron nel campo doloroso,
78.2dove gli argivi re morti giaceano;
78.3e ben che fosse a l'olfato noioso
78.4per lo fiato che' corpi già rendeano,
78.5non fu però a lor punto gravoso
78.6cercar pe' morti che elle voleano,
78.7in qua in là or questo or quel volgendo,
78.8il suo ciascuna intra molti caendo.
79.1Il quale in prima non avean trovato
79.2che, dopo molto pianto, mille volte
79.3non si ristavan sì l'avean basciato,
79.4usando ne' lor pianti voci molte,
79.5qua' soglion far le donne a cotal piato;
79.6quindi, de' corpi le parti raccolte,
79.7prima ne' fiumi li bagnavan tutti,
79.8poi li ponean sopra li roghi estrutti.
80.1E sopra lor, carissimi ornamenti
80.2quali a ciascun di lor si confacea,
80.3arme, corone, scettri e vestimenti,
80.4di quelle donne ciascuna ponea;
80.5e dietro a tutto, con pianti dolenti,
80.6ne' roghi ornati fuoco si mettea,
80.7dicendo versi di maniere assai,
80.8appartenenti tutti a tristi guai.
81.1E 'n cotal guisa la turba piangente
81.2co' fuochi i corpi morti consumaro,
81.3e poi le cener diligentemente
81.4dentro da l'urne, con dolore amaro,
81.5ch'avean portate, miser di presente,
81.6e per portarle ad Argo le serbaro;
81.7ma prima giro in Tebe, e non potendo
81.8altra vendetta far, la giro ardendo.
82.1Quindi, a Teseo tornate, una di loro
82.2incominciò: — Valoroso signore,
82.3della vendetta c'hai fatta in ristoro
82.4del nostro inestimabile dolore,
82.5grazie ti rendan l'iddii e coloro
82.6c'hanno o avranno mai di ciò valore;
82.7e noi, in ciò che femine han potere,
82.8l'onestà salva, siamo al tuo piacere.
83.1L'eccelsa gloria de' nostri reali,
83.2che morti sono in questo tristo loco,
83.3cui noi aspettavàn con triunfali
83.4solennità, con doloroso foco
83.5avèn tornata in ceneri, le quali,
83.6ristrette tutte in vassello assai poco
83.7ce ne portiamo; e tu riman con dio,
83.8il quale adempia ciascun tuo disio. -
84.1Così sen giro; ma Teseo cercare
84.2fatto avea il campo, e ciaschedun ferito
84.3che fu trovato fatto medicare,
84.4e ogni morto aveva sepellito;
84.5e quindi a sé avea fatto recare
84.6ciò ch'avean guadagnato, e quel partito
84.7secondo i merti tra' suoi cavalieri,
84.8liberamente el diede e volontieri.
85.1Mentre li Greci i lor givan cercando,
85.2e ruvistando il campo sanguinoso,
85.3e' corpi sottosopra rivoltando,
85.4per avventura in caso assai dubbioso
85.5due giovani feriti dolorando
85.6quivi trovaron, sanza alcun riposo;
85.7e ciaschedun la morte domandava,
85.8tanto dolor del lor mal gli agravava.
86.1E' non eran da sé guari lontani,
86.2armati tutti ancora, e a giacere;
86.3i qua', come coloro a le cui mani
86.4pervenner prima, udendo lor dolere,
86.5gli vider, si pensar che de' sovrani
86.6esser doveano; e ciò fecer vedere
86.7le lucenti armi e loro altiero aspetto
86.8che dio nell'ira lor facea dispetto.
87.1E' s'appressaro ad essi e umilmente,
87.2quasi già certi di lor condizione,
87.3né disarmarli, come l'altra gente
87.4nemica avevan fatta e cui in prigione
87.5avevan messi; e poi benignamente
87.6recatilisi in braccio, con ragione
87.7gli ripigliavan del disperar loro;
87.8e menarli a Teseo sanza dimoro.
88.1I qua' Teseo come gli ebbe veduti,
88.2d'alto affar li stimò, lor dimandando
88.3se del sangue di Cadmo fosser suti.
88.4E l'un di loro altiero al suo dimando
88.5rispose: — In casa sua nati e cresciuti
88.6fummo, e de' suo' nepoti semo; e quando
88.7Creon contra di te l'empie arme prese,
88.8fummo con lui, co' nostri, a sue difese. -
89.1Ben conobbe Teseo nel dir lo sdegno
89.2real ch'avean costor, ma non seguio
89.3però l'effetto a cotale ira degno;
89.4ma verso lor più ne divenne pio,
89.5e co' medici suoi, con ogni ingegno,
89.6fé sì che tutte lor piaghe guario;
89.7e poi con gli altri in prigion li ritenne,
89.8lor riservando al triunfo solenne.
90.1Poi che parve a Teseo del ritornare,
90.2distrutta Tebe e data sepoltura
90.3a cui vi fu da dovergliele dare,
90.4raccolti i suoi con diligente cura,
90.5inver d'Attene si mise ad andare;
90.6né prima fur vicini alle sue mura
90.7che ciò ch'all'altra festa era mancato,
90.8a quel punto trovaron ristorato.
91.1Gli Atteniesi un carro li menaro
91.2più ricco assai che 'l primo, e tutti quanti
91.3generalmente inverso lui andaro
91.4con allegrezza, e con solenni canti
91.5di vittoria doppia il commendaro;
91.6e 'n cotal guisa, andandoli davanti,
91.7entrarono in Attene, e quivi Egeo,
91.8suo vecchio padre, incontro li si feo.
92.1Esso davanti al suo carro fé gire
92.2Arcita e Palemon, presi baroni,
92.3a' qua' facea tutti gli altri seguire
92.4ch'avea nel campo presi per prigioni;
92.5e dietro al carro faceva venire
92.6di preda onusti i suoi commilitoni;
92.7ma al carro d'ogni lato era ripieno
92.8di donne assai che gran festa facieno.
93.1A così alto e magnifico onore
93.2Teseo vegnendo, Ipolita reina
93.3li venne in petto, il suo alto valore
93.4mostrando più che mai quella mattina;
93.5la quale e' vide con allegro core,
93.6e Emilia con lei, rosa di spina,
93.7con altre donne assai e cavalieri,
93.8li quali ora nomar non fa mestieri.
94.1A cotal festa e sì lieto sembiante
94.2fu Teseo ricevuto e onorato
94.3da tutti i suoi, e così triunfante
94.4quasi per tutto con gioia menato;
94.5ma com di Marte al tempio fu davante,
94.6quivi li piacque che fosse arrestato
94.7il carro suo, e in terra discese,
94.8e 'n quello entrò a tututti palese.
95.1Lì si fé dare l'arme che a Creonte
95.2avea nel campo teban dispogliate,
95.3e a Marte l'offerse, e dalla fronte
95.4con man le frondi di Pennea levate
95.5diè similmente, e con parole pronte
95.6delle vittorie da lui acquistate
95.7grazie rendé a Marte copiose,
95.8offerendoli vittime pietose.
96.1Quindi uscì poi, e al mastro palagio
96.2tornò, accompagnato dal suo padre;
96.3quivi prendendo gioco e festa e agio,
96.4alla reina le cose leggiadre
96.5narrava ch'avea fatte e 'l suo disagio,
96.6spesso assalito dalle luci ladre
96.7di quella donna, che 'l mirava fiso;
96.8per ch'esser li pareva in paradiso.
97.1Riposato più giorni in lieta vita,
97.2il buon Teseo si fé innanzi venire
97.3il teban Palemone e 'l bello Arcita,
97.4e ciascun vide molto da gradire
97.5e nello aspetto di sembianza ardita;
97.6per che pensò di farli ambo morire,
97.7dubbiando che s'andare e' li lasciasse,
97.8non forse ancora molto li noiasse.
98.1Poi fra sé disse: «Io farei gran peccato,
98.2nullo di loro essendo traditore»;
98.3e in se stesso fu diliberato
98.4che li terrà in prigion per lo migliore;
98.5e tosto al prigioniere ha comandato
98.6che ben li guardi e faccia loro onore.
98.7Così da lui Arcita e Palemone
98.8dannati furo ad etterna prigione.
99.1Li prigion furon tutti incarcerati
99.2e dati a guardia a chi 'l sapea ben fare;
99.3e questi due furon riservati
99.4per farli alquanto più ad agio stare,
99.5perché di sangue reale eran nati;
99.6e felli dentro al palagio abitare
99.7e così in una camera tenere,
99.8faccendo lor servire a lor piacere.
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