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1.1Damon, già son tanti anni e giorni e mesi
1.2che insieme usati siam, come tu sciai,
1.3e il tuo vivere anchor mai non intesi:
2.1sempre pensoso ne l'aspecto stai,
2.2né mai lieto te vidi una sola hora,
2.3ma colmo di martyri e pien de guai;
3.1né trar ti pòn di questi pensier' fora
3.2tanti piacer' dei quai la villa è piena,
3.3ma ognhor la doglia più te afflige e acora.
4.1Narrami qual cagion te tira e mena
4.2a star sì tristo, ché un qualche remedio
4.3forsi potrei trovare a tanta pena.
5.1Deh vanne, Tirse, e non mi dar più tedio!
5.2Lassame in questo ombroso e folto bosco,
5.3ove Fortuna e il ciel m'han posto asedio:
6.1più non prendo piacer in venir vosco,
6.2fuggio la turba e di star sol mi godo
6.3fra spini e sterpi, in loco oscuro e fosco;
7.1e la cagion perché mi strugo e rodo
7.2non ti curar saper, ché per men male
7.3taccio chi me fa andare a questo modo.
8.1Adonque teco il mio pregar non vale?
8.2Negar non mi dovresti alcun secreto:
8.3ben mostri che di me poco ti cale!
9.1Non sciai ben che, se ridi, anche io son lieto?
9.2non sciai, se piangi, che io son tristo e mesto?
9.3e se errando tu vai, io non sto quieto?
10.1A chi t'ha in odio son contrario e infesto,
10.2amo chi t'ama e seguo il tuo desio,
10.3al bene et al mal far sùbito e presto;
11.1però il tuo caso, che mi par pur rio,
11.2scoprime hormai e no 'l tenir più ascoso,
11.3ché ogni danno che hai tu reputo mio.
12.1Tirse, il tuo ragionar me è sì noioso,
12.2che avere io non potrei maggior dispecto;
12.3perché cerchi turbare il mio riposo?
13.1Inteso hai ch'io non trovo altro diletto
13.2che viver solo, e tu vòi pur star meco:
13.3al comodo d'altrui non hai rispetto!
14.1Damon, s'io me firmai a parlar teco,
14.2no 'l fei per impedir i piacer' toi,
14.3ch'io non serei cussì importuno e ceco!
15.1Il vederte sì tristo in fra li boi
15.2cagion fu che cum te restato sia;
15.3ma poi che compagnia d'alcun non vòi,
16.1rimanti in pace, ch'io me ne vo via.
16.2Tornar vo' al gregge, ché il lupo rapace
16.3facilmente assalire hor il potria;
17.1e s'io ho interrotta tua tranquilla pace
17.2per visitarti, prego mi perdona,
17.3ché 'l troppo intenso amor mi fece audace.
18.1Hor che non è nel bosco più persona,
18.2ma solo ocelli et animal' silvaggi,
18.3potrò sfogar la pena che mi sprona.
19.1Pregovi, fiere, e vui, abeti e faggi,
19.2che per vui non se sapian li mei stenti,
19.3e tu, Phebo, che qui sei coi toi raggi!
20.1Piacciave di cessare alquanto, venti,
20.2che non si spargan fuor queste parole!
20.3Non seran troppo longi i mei lamenti,
21.1ch'io son disposto, anci che gionga il sole
21.2al suo riposo, uscir de tanti affanni,
21.3poi che Amarili e mia Fortuna vòle.
22.1Hor sàcciati, crudel, che me condanni
22.2a questo fin vituperoso e horribile
22.3nel più bel fior de' mei giovenili anni!
23.1Taccia chi dice che non è possibile
23.2che alcun se dia cum le sue man' la morte,
23.3et a me parve già cosa terribile;
24.1ma hor ch'io penso a mia perversa sorte,
24.2mi pare un gioco se me occido io stesso
24.3per fuggir questa doglia acerba e forte.
25.1Sento che già di Morte è gionto il messo,
25.2che al fin me affretta e del tardar mi grida:
25.3già posto ho il crudel ferro al core apresso.
26.1Povero armento mio, chi fia toa guida,
26.2dapoi che 'l tuo pastor da te si parte?
26.3Quando più trovarai scorta sì fida?
27.1Già parme de veder tutto stratiarte
27.2da lupi che ognhor stanno intenti e pronti,
27.3expectando ch'io vada in altra parte.
28.1Mai più non ti vedrò per questi monti
28.2pascer le tènere herbe, e al tempo estivo
28.3scacciar la sete a questi freschi fonti;
29.1tu pòi viver secur mentre son vivo,
29.2ma il mi convien morire, ond'io ti lasso:
29.3Amor vòl che di me tu resti privo.
30.1E tu, mia cetra, sopra questo sasso
30.2spezata rimarai, poi che 'l tuo suono
30.3mai non mosse colei per cui son lasso.
31.1Oimè, ch'io non scio più dove mi sono!
31.2Le tenebre son gionte inanti sera:
31.3vale, Amarili mia, io te perdono!
32.1Quanto è Damon mutato da quel che era!
32.2Già viver senza me non sapea un giorno,
32.3hor fugge come io fusse una aspra fiera.
33.1Ma fermo ho nel pensier de far ritorno
33.2là dove io lo lassai pien de afflictione,
33.3e star nascosto a quel boschetto intorno,
34.1tanto che intender possa la cagione
34.2de l'interna sua pena aspra et acerba,
34.3per cui fugge la luce e le persone.
35.1Ecco ch'el giace là disteso in l'herba!
35.2Veggio disperso andar tutto il suo armento;
35.3forsi il dolor dormendo disacerba:
36.1andarò a lui col pie' tacito e lento,
36.2tenir bisogna ben chiuse le labia.
36.3Oimè, parme il terren sanguinolento!
37.1Temo che morto qualche animal l'abia
37.2trovandol qui dormir soletto e stanco,
37.3ché molti vengon per gran fame in rabia.
38.1Che ferro è quel che ha nel sinistro fianco?
38.2Ahi, misero Damon, come t'hai morto?
38.3come in breve hora sei venuto manco?
39.1È questa la leticia e il gran conforto
39.2che lassi a Tirse, tuo fidel compagno?
39.3Chi te constrinse a farme un tanto torto?
40.1Vedi che sopra te tutto mi bagno
40.2de lacrime e de sangue: o Parca dura,
40.3per cui da un tale amico io mi scompagno!
41.1Perché sol ti lassai in questa oscura
41.2selva, quando adirato me scacciasti?
41.3Ma non pensai che in te fusse tal cura.
42.1Deh, perché almen la man non mi toccasti,
42.2dicendo: “Resta in pace, Tirse fido”?
42.3Perché l'ultimo baso a me negasti?
43.1Che se dirà quando fia sparto il grido
43.2“Damon se è occiso cum soa propria mano”,
43.3come già per Enea l'imphausta Dido?
44.1Tu serai da ciascun chiamato insano,
44.2che eri fra nui tenuto il più prudente:
44.3il fine è quel che loda il corso humano.
45.1Che ti varrà se sei stato excellente
45.2in piantar vite e in seminar le biade?
45.3In un sol punto hai le tue laude spente.
46.1Deh, come usasti mai tal crudeltade?
46.2Quanto verso altri dovevi esser crudo,
46.3se non potesti aver di te pietade!
47.1Hor il tuo corpo sanguinoso e nudo
47.2lavo in queste aque, e involto in varii fiori
47.3in bianco marmo lacrimando il chiudo;
48.1contento restarai de tali honori,
48.2ché per minor tua infamia qui non voglio
48.3a le tue exequie convocar pastori.
49.1E benché scriver versi mai non soglio,
49.2pur per memoria tua che resti in pietra
49.3queste poche parole insieme accoglio:
50.1“Damon qui giace, primo in toccar cetra.
50.2Tirse morto trovollo, e per suo honore
50.3gli die' sepulchro: de sua morte tetra
51.1la cagion non si scia, se non fu Amore”.
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