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1.1Tant'è 'l soperchio de' miei duri affanni,
1.2e sì pungenti e gravi i dolor miei,
1.3che dirlo non potrei
1.4con cento lingue e con voce di ferro.
1.5Fortuna verso me tutti i suo rei
1.6proponimenti adempie, e tanti inganni
1.7mi fa ne' teneri anni,
1.8che stanco e vinto innanzi a le' m'atterro.
1.9Qual cor di quercia o di macigno cerro
1.10pure a un di tai colpi sarie 'ntero,
1.11di que' che mille ciascun giorno i' sento?
1.12Io non muoio, e non vivo, anzi fo stento:
1.13questa vita non godo, e po' non spero
1.14a riposo più intero
1.15nell'altra vita andar per mie buon'opre.
1.16Ma troppo ancor si copre,
1.17gentil madonna, a vo' l'angoscia mia;
1.18ond'io vo' che 'l mio dir più chiaro sia.
2.1Po' che l'acerba e dura mia sventura
2.2mi presentò dinnanzi al vostro aspetto,
2.3quel giorno benedetto
2.4che m'accozzò da prima a veder voi,
2.5i' mi sentii tutto piagato il petto
2.6d'una nuova ferita, e nuova arsura,
2.7e 'ntenebrata e scura
2.8d'amorosi pensier l'anima poi.
2.9Il nome vostro con gli effetti suoi,
2.10la condizione, e le fatiche appresso,
2.11ch'i' vidi alle mie esser somiglianti,
2.12non mi si sono partite po' davanti;
2.13e altre cose, ov'io pensava spesso
2.14a mio conforto stesso,
2.15la mente fugge, e pur qui su ricorre,
2.16e non mi so disporre
2.17quel ch'i' mi faccia; e tormentoso vivo
2.18s'i' dormo, o vegghio, o canto, o leggo, o scrivo.
3.1Amor, che ne' vostri occhi stava armato
3.2per saettar la semplice mia mente,
3.3mi dié 'l colpo possente,
3.4ond'io non credo ma' poter guarire.
3.5Io non me ne guardava certamente,
3.6fin ch'io sentii 'l mio cor tutto squadrato:
3.7e non arìa pensato
3.8così nel primo assalto sbigottire.
3.9I' sentii dentro a me nuovo disire
3.10esser creato, e nuova signoria,
3.11che sospigne me stesso oltra mia voglia;
3.12e poi m'è giunta una incredibil doglia,
3.13d'un'aspra ingiuria e di gran villania,
3.14che la persona mia
3.15ha ricevuta contro ogni dovere,
3.16perciò a sostenere
3.17si spezzerebbe in questo doppio assalto
3.18un cuor non che di carne ma di smalto.
4.1Ora a questi novelli aspri martiri
4.2pariemi un refrigerio aver trovato,
4.3venendo spesso in lato,
4.4ov'io potea vedervi e non parere,
4.5siccome io era, d'amore infiammato;
4.6e' mie' cocenti e dubbiosi disiri,
4.7e' gravosi sospiri
4.8potevano uscir fuori a lor volere
4.9sotto coperta di cagion non vere,
4.10bontà di quella, che del nome mio
4.11è nominata, a cui io gran ben voglio.
4.12Or la mia nave ha percosso in iscoglio,
4.13e spezzata è la vela, e 'l vento rio
4.14mi soffia contro, ond'io
4.15non son contento mai ch'a mia cagione
4.16sì dura offensione
4.17ella abbi ricevuta a sì gran torto,
4.18ond'ella n'ha vergogna, e io son morto.
5.1Quel vento alla mia nave m'ha percosso,
5.2che mi dovria dagli altri far sicuro,
5.3e come fermo muro
5.4l'altrui ingiurie a suo podere storre;
5.5però di gran tristizia mi sfiguro
5.6di lagrime bagnando il volto e 'l dosso;
5.7e dovrei aver mosso
5.8col vento de' sospiri ogni gran torre.
5.9E veggo ben che 'nver la morte corre
5.10la misera mia vita senza fallo.
5.11Or, per soperchio, donde Amor m'abbatte,
5.12e per le 'ngiurie (po' che mi son fatte
5.13da cui io non potre' mai meritallo),
5.14madonna, in questo stallo
5.15io mi ritruovo sì d'angoscia pieno,
5.16e sdegno, che non meno
5.17che per gran rabbia le carni mi rodo
5.18chiamando morte a romper questo nodo.
6.1Però, madonna mia, mi perdonate
6.2s'a troppa sicurtà vi paio scorso,
6.3ch'al mio dolor soccorso
6.4né rimedio ci trovo altro che 'l vostro.
6.5Vo' mi deste dapprima il duro morso,
6.6onde l'altre fatiche mi son nate,
6.7e sì multiplicate
6.8che nol diria con lingua o con inchiostro.
6.9Ond'io se la mia piaga non dimostro
6.10al medico, che sa e può curarla,
6.11potrebbe diventar cosa mortale.
6.12Altro che 'l vostro aiuto non mi vale,
6.13altro che voi non potrebbe sanarla.
6.14Dunque se troppo parla
6.15la lingua, che dal cuor sospinta viene,
6.16a voi, donna, conviene
6.17aver per iscusate le parole,
6.18che son messagge del cuor che si duole.
7.1Vattene, canzon mia, al verde lauro,
7.2ch'alla sua ombra il cuor m'agghiaccia e strugge,
7.3poich'al mi' andar Fortuna s'attraversa,
7.4e contale la mia doglia perversa,
7.5e dille come la mia vita fugge,
7.6e come morte augge
7.7tutte mie membra, e posto m'ha l'assedio,
7.8se non mi dà rimedio
7.9o co' begli occhi, onde guardar mi suole,
7.10o col suon delle angeliche parole.
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