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CANTO QUINTO

Cinque canti

PoeTree.it

1.1Un capitan che d'inclito e di saggio
1.2e di magno e d'invitto il nome merta,
1.3non dico per ricchezze o per lignaggio,
1.4ma perché spesso abbia fortuna esperta,
1.5non si suol mai fidar sì nel vantaggio,
1.6che la vittoria si prometta certa:
1.7sta sempre in dubbio ch'aver debbia cosa
1.8da ripararsi il suo nimico ascosa.
2.1Sempre gli par veder qualche secreta
2.2fraude scoccar, ch'ogni suo onor confonda:
2.3ché pur là dove è più tranquilla e queta,
2.4più perigliosa è l'acqua e più profonda;
2.5perciò non mai prosperità sì lieta
2.6né tal baldanza a' suoi desir seconda,
2.7che lasciar voglia gli ordini e i ripari
2.8che faria avendo uomini e Dei contrari.
3.1Io 'l dirò pur, se bene audace parlo,
3.2che quivi errò quel sì lodato ingegno
3.3col qual paruto era più volte Carlo
3.4saggio e prudente e più d'ogn'altro degno:
3.5ma il vincer Cardorano, e vinto trarlo,
3.6glorioso spettacolo, al suo regno,
3.7quivi gli avea così occupati i sensi,
3.8ch'altro non è che ascolti, vegga e pensi.
4.1Né si scema sua colpa, anzi augumenta,
4.2quando di Gano il mal consiglio accusi.
4.3Per lui vuol dunque ch'altri vegga o senta,
4.4et ei star tuttavia con gli occhi chiusi?
4.5Dunque l'aloppia Gano e lo addormenta,
4.6e tutti gli altri ha dai segreti esclusi?
4.7Ben seria il dritto che tornasse il danno
4.8solamente su quei che l'error fanno.
5.1Ma, pel contrario, il populo innocente,
5.2il cui parer non è chi ascolti o chieggia,
5.3è le più volte quel che solamente
5.4patisce quanto il suo signor vaneggia.
5.5Carlo, che non ha tempo che di gente,
5.6né che d'altro ripar più si proveggia,
5.7quella con diligenzia, che si trova,
5.8tutta rivede e gli ordini rinova.
6.1E come che passar possa la Molta
6.2sul ponte che v'è già fatto a man destra,
6.3e sua gente ne li ordini raccolta
6.4ritrarre ai monti et alla strada alpestra;
6.5e ver' le terre Franche indi dar volta,
6.6o dove creda aver la via più destra:
6.7pur ogni condizion dura et estrema
6.8vuol patir, prima che mostrar che tema.
7.1Or quel muro ch'opposto avea alla terra
7.2tra un fiume e l'altro con sì lungo tratto,
7.3fa con crescer di fosse, e legne e terra,
7.4più forte assai che non avea già fatto;
7.5e con gente a bastanza i passi serra,
7.6acciò non, mentre attende ad altro fatto,
7.7questi di Praga, ritrovato il calle
7.8di venir fuor, l'assaltino alle spalle.
8.1L'un nimico avea dietro e l'altro a fronte,
8.2e vincer quello e questo animo avea.
8.3L'esercito de' Barbari su al monte
8.4passò l'Albi, vicino ove sorgea.
8.5Carlo tenea sopra l'altr'acqua il ponte,
8.6ch'uscìa verso la selva di Medea;
8.7e quello alla sua gente, che divise
8.8in tre battaglie, al destro fianco mise.
9.1E così fece che 'l sinistro lato
9.2non men difeso era da l'altro fiume:
9.3si pose dietro l'argine e il steccato,
9.4da non poter salir senza aver piume.
9.5Il corno destro ad Olivier fu dato,
9.6del sangue di Borgogna inclito lume,
9.7che cento fanti avea per ogni fila,
9.8le file cento, con cavai seimila.
10.1Ebbe il Danese in guardia l'altro corno,
10.2con numer par de fanti e de cavalli.
10.3L'imperator, di drappo azurro adorno
10.4tutto trapunto a fior de gigli gialli,
10.5reggea nel mezo; e i Paladini intorno,
10.6duchi, marchesi e principi vassalli,
10.7e sette mila avea di gente equestre,
10.8e duplicato numero pedestre.
11.1All'incontro, il stuol barbaro, diviso
11.2in tre battaglie, era venuto inanti,
11.3men d'una lega appresso a questi assiso,
11.4e similmente avea i dui fiumi ai canti.
11.5Cento settanta mila era il preciso
11.6numer, ch'un sol non ne mancava a tanti;
11.7e in ogni banda con ugual porzioni
11.8partiti i cavalli erano e i pedoni.
12.1Ogni squadra de' Barbari non manco
12.2ivi quel giorno stata esser si crede,
12.3che tutto insieme fosse il popul franco,
12.4quanto ve n'era, chi a caval, chi a piede:
12.5ma tal ardir e tal valor, tal anco
12.6ordine avean questi altri, e tanta fede
12.7nel suo signor, d'ingegno e di prudenza,
12.8che ciascun valer quattro avea credenza.
13.1Ma poi sentir, che si trovar in fatto,
13.2che pur troppo era un sol, non che a bastanza;
13.3né di quella battaglia ebbono il patto
13.4che lor promesso avea lor arroganza:
13.5e potea Carlo rimaner disfatto
13.6se Dio, che salva ch'in lui pon speranza,
13.7non gli avesse al bisogno proveduto
13.8d'un improviso e non sperato aiuto.
14.1E non poteron sì l'insidie astute,
14.2l'arte e l'ingan del traditor crudele,
14.3che non potesse più chi per salute
14.4nostra morendo, volse bere il fele:
14.5Gano le ordì, ma al fin l'Alta virtute
14.6fece in danno di lui tesser le tele:
14.7lo fe' da Bradamante e da Marfisa
14.8metter prigione, e detto v'ho in che guisa.
15.1Quelle gli avean già ritrovato adosso
15.2lettere e contrasegni e una patente,
15.3per le quali apparea che Gano mosso
15.4non s'era a tòr Marsiglia di sua mente,
15.5ma che venuto il male era da l'osso:
15.6Carlo n'era cagion principalmente;
15.7e vider scritto quel ch'in mar appresso
15.8per distrugger Ruggier s'era commesso.
16.1E leggendo, Marfisa vi trovoro
16.2e Ruggier traditori esser nomati,
16.3perché, partiti da le guardie loro,
16.4in favor di Rinaldo erano andati;
16.5e per questo ribelli ai gigli d'oro
16.6eran per tutto il regno divulgati;
16.7e Carlo avea lor dietro messo taglia,
16.8sperando averli in man senza battaglia.
17.1Marfisa, che sapea che alcun errore,
17.2né suo né del fratello, era precorso,
17.3pel qual dovesse Carlo imperatore
17.4contr'essi in sì grand'ira esser trascorso,
17.5di giusto sdegno in modo arse nel core,
17.6che, quanto ir si potea di maggior corso,
17.7correr penso in Boemia e uccider Carlo,
17.8che non potrian suoi Paladin vietarlo.
18.1E ne parlò con Bradamante, e appresso
18.2col Selvaggio Guidon, ch'ivi era allora:
18.3ché Mont'Alban gli avea il fratel commesso
18.4che vi dovesse far tanta dimora
18.5che Malagigi, come avea promesso,
18.6venisse; e l'aspettava d'ora in ora
18.7per dar a lui la guardia del castello,
18.8e poi tornar in campo al suo fratello.
19.1Marfisa ne parlò, come vi dico,
19.2ai dui germani, e gli trovò disposti
19.3che s'abbia a trattar Carlo da nimico
19.4e far che l'odio lor caro gli costi;
19.5che si meni con lor Gano, il suo amico,
19.6e che s'un par di forche ambi sian posti;
19.7e che si scanni, tronchi, tagli e fenda
19.8qualunque d'essi la difesa prenda.
20.1Guidon, ch'andar con lor facea pensiero
20.2né lasciar senza guardia Mont'Albano,
20.3espedì allora allora un messaggiero,
20.4ch'andò a far fretta al frate di Viviano;
20.5e gli parve che fosse quel scudiero
20.6che tratto avea quivi legato Gano;
20.7per narrar lui che la figlia d'Amone
20.8libera e sciolta, e Gano era prigione.
21.1Sinibaldo, il scudier, calò del monte
21.2e verso Malagigi il camin tenne;
21.3e noi potendo aver in Agrismonte,
21.4più lontan per trovarlo ir gli convenne.
21.5Ma il dì seguente Alardo entrò nel ponte
21.6di Mont'Albano; e bene a tempo venne,
21.7ché, lui posto in suo loco, entrò in camino
21.8Guidon, senza aspettar più il suo cugino.
22.1Egli e le donne, tolto i loro arnesi,
22.2in Armaco e a Tolosa se ne vanno
22.3due donzelle e tre paggi avendo presi,
22.4col conte di Pontier che legato hanno.
22.5Lasciànli andar, che forse più cortesi
22.6che non ne fan sembianti, al fin seranno:
22.7diciam del messo il qual da Mont'Albano
22.8vien per trovar il frate di Viviano.
23.1Non era in Agrismonte, ma in disparte,
23.2tra certe grotte inaccessibil quasi,
23.3dove imagini sacre, sacre carte,
23.4sacri altar, pietre sacre e sacri vasi,
23.5et altre cose appartinenti all'arte,
23.6de le quai si valea per vari casi,
23.7in un ostello avea ch'in cima un sasso
23.8non ammettea, se non con mani, il passo.
24.1Sinibaldo, che ben sapea il camino
24.2(ché vi venne talor con Malagigi,
24.3del qual da' tener'anni piccolino
24.4fin a' più forti stato era a' servigi),
24.5giunse all'ostello, e trovò l'indovino
24.6ch'avea sdegno coi spirti aerii e stigi,
24.7ché scongiurati avendoli due notti
24.8gli lor silenzi ancor non avea rotti.
25.1Malagigi volea saper s'Orlando
25.2nimico di Rinaldo era venuto,
25.3sì come in apparenza iva mostrando,
25.4o pur gli era per dar secreto aiuto:
25.5perciò due notti i spirti scongiurando,
25.6l'aria e l'inferno avea trovato muto;
25.7ora s'apparecchiava al ciel più scuro
25.8provar il terzo suo maggior scongiuro.
26.1La causa che tenean lor voci chete
26.2non sapeva egli, et era nigromante;
26.3e voi non nigromanti lo sapete,
26.4mercé che già ve l'ho narrato inante.
26.5Quando contra l'imperio ordì la rete
26.6Alcina, s'ammutiro in un instante,
26.7eccetto pochi, che serbati fòro
26.8da quelle Fate alli servigi loro.
27.1Malagigi, al venir di Sinibaldo,
27.2molto s'allegra udendo la novella
27.3che sia di man del traditor ribaldo
27.4in libertà la sua cugina bella,
27.5e ch'in la gran fortezza di Rinaldo
27.6si truovi chiuso in potestà di quella;
27.7e gli par quella notte un anno lunga,
27.8che veder Gano preso gli prolunga.
28.1Perciò s'affretta con la terza prova
28.2di vincer la durezza dei demoni;
28.3e con orrendo murmure rinova
28.4preghi, minacce e gran scongiurazioni,
28.5possenti a far che Belzebù si mova
28.6con le squadre infernali e legioni.
28.7La terra e il cielo è pien di voci orrende;
28.8ma del confuso suon nulla s'intende.
29.1Il mutabil Vertunno, ne l'anello
29.2che Sinibaldo avea sendo nascosto
29.3(sapete già come fu tolto al fello
29.4Gan di Maganza, e in altro dito posto:
29.5non che 'l scudier virtù sapesse in quello,
29.6ma perché il vedea bello e di gran costo),
29.7Vertunno, a cui il parlar non fu interdetto,
29.8là si trovò con gli altri spirti astretto.
30.1E perché il silinguagnolo avea rotto,
30.2narrò di Gano l'opera volpina,
30.3ch'a prender varie forme l'avea indotto
30.4per por Rinaldo e i suoi tutti in ruina;
30.5e gli narrò l'istoria motto a motto,
30.6e da Gloricia cominciò e d'Alcina,
30.7fin che sul molo Bradamante ascesa
30.8per fraude fu con la sua terra presa.
31.1Maravigliossi Malagigi, e lieto
31.2fu ch'un spirto a sé incognito gli avesse
31.3a caso fatto intendere un secreto
31.4che saper d'alcun altro non potesse.
31.5L'anel in ch'era chiuso il spirto inquieto,
31.6nel dito onde lo tolse, anco rimesse;
31.7e la mattina andò verso Rinaldo,
31.8pur con la compagnia di Sinibaldo.
32.1Rinaldo dava il guasto alla campagna
32.2de li Turoni e la città premea;
32.3ché, costeggiando Arverni e quei di Spagna,
32.4col lito di Pittoni e di Bordea,
32.5se gli era il pian renduto e la montagna,
32.6né fatto colpo mai di lancia avea:
32.7ma già per l'avvenir così non fia,
32.8poi ch'Orlando al contrasto gli venia.
33.1Orlando amò Rinaldo, e gli fu sempre
33.2a far piacer e non oltraggio pronto;
33.3ma questo amore è forza che distempre
33.4il veder far del re sì poco conto.
33.5Non sa trovar ragion per la qual tempre
33.6l'ira c'ha contra lui per questo conto:
33.7cagion non gli può alcuna entrar nel core,
33.8che scusi il suo cugin di tanto errore.
34.1Or se ne vien il paladino innanti
34.2quanto più può verso Rinaldo in fretta;
34.3e seco ha cavallieri, arcieri e fanti,
34.4varie nazion, ma tutta gente eletta.
34.5Sa Rinaldo ch'ei vien; né fa sembianti
34.6quali far debbe chi 'l nimico aspetta:
34.7tanto sicur di quello si tenea
34.8ch'in nome suo detto 'l demon gli avea.
35.1Da campo a Torse, ove era, non si mosse,
35.2né curò d'alloggiarsi in miglior sito.
35.3È ver che nel suo cuor maravigliosse
35.4che, dopo che Terigi era partito,
35.5avisato dal conte più non fosse,
35.6per tramar quanto era tra loro ordito:
35.7molto di ciò maravigliossi, e molto
35.8ch'avessi il baston d'or contra sé tolto;
36.1e non gli avesse innanzi un dei mal nati
36.2del scelerato sangue di Maganza
36.3mandato a castigar de li peccati
36.4indegni di trovar mai perdonanza:
36.5ma tal contrari non puon far che guati
36.6fuor di quanto gli mostra la fidanza,
36.7né che per suo vantaggio se gli affronti,
36.8dove vietar gli possa guadi o ponti.
37.1Ben mostra far provision; ma solo
37.2fa per dissimulare e per coprire
37.3l'accordo ch'aver crede col figliuolo
37.4del buon Milon, da non poter fallire.
37.5Ma 'l Conte, che non sa di Gano il dolo,
37.6fa le sue genti gli ordini seguire;
37.7né questa né altra cosa pretermette,
37.8ch'a valoroso capitan si spette.
38.1Alla sua giunta, tutti i passi tolle,
38.2che non venga a Rinaldo vettovaglia;
38.3e di quanti ne prese, alcun non volle
38.4vivo serbar, ma impicca e i capi taglia.
38.5Quel donde più Rinaldo d'ira bolle,
38.6è che 'l cugin fa publicar la taglia,
38.7la qual su la persona il re de' Franchi
38.8bandita gli ha di cento mila franchi.
39.1Et ha fatto anco publicar per bando
39.2che 'l re vuol perdonar a tutti quelli
39.3che verran ne l'esercito d'Orlando
39.4e lasceran Rinaldo e gli fratelli.
39.5Rinaldo al fin si vien certificando
39.6ch'Orlando esser non vuol de li ribelli;
39.7e si conosce, in somma, esser tradito,
39.8ma quando non vi può prender partito.
40.1Vede che se non vien al fatto d'arme,
40.2ancor che noi può far con suo vantaggio,
40.3di fame sarà vinto, se non d'arme,
40.4ch'a lui nave ir non può né cariaggio;
40.5e teme appresso, che la gente d'arme
40.6un giorno non si levi a farli oltraggio:
40.7ché non è cosa che più presto chiame
40.8a ribellarsi un campo, che la fame.
41.1Mirava le sue genti, e gli parea
41.2che di febre sentissero ribrezo:
41.3sì la giunta d'Orlando ognun premea,
41.4ch'avean creduto dover star di mezo.
41.5Rinaldo, poiché forza lo traea,
41.6fece tutto il suo campo uscir del rezo,
41.7e cautamente, in quattro schiere armato,
41.8al Conte il fe' veder fuor del steccato.
42.1Già prima i fanti e i cavallieri avea
42.2con Unuldo partito e con Ivone;
42.3quei di Medoco il duca conducea,
42.4con quei di Villanova e di Rione,
42.5da San Macario, l'Aspara e Bordea,
42.6Selva Maggior, Caorsa e Talamone,
42.7e gli altri che dal mar fino in Rodonna
42.8tra Cantello s'albergano e Garonna.
43.1Usciti erano gli Auscii e gli Tarbelli
43.2sotto i segni d'Unuldo alla campagna;
43.3gli Cotueni e gli Ruteni, e quelli
43.4de le vallee che Dora e Niva bagna;
43.5e gli altri che le ville e gli castelli
43.6quasi vuoti lasciar de la montagna
43.7che già natura alzò per muro e sbarra
43.8al furore aquitano e di Navarra.
44.1Rinaldo gli Vassari e gli Biturgi,
44.2Tabali, Petrocori avea in governo,
44.3e Pittoni e gli Movici e Cadurgi,
44.4con quei che scesi eran dal monte Arverno;
44.5e quei ch'avean tra dove, Loria, surgi,
44.6e dove è meta al tuo viaggio eterno,
44.7le montagne lasciate e le maremme,
44.8con quei di Borgo, Blaia et Angolemme.
45.1Et oltre a questi, avea d'altro paese
45.2e fanti e cavallier di buona sorte;
45.3di quai parte avea prima, e parte prese
45.4dal suo signor, quando partì di corte;
45.5tutti all'onor di lui, tutti all'offese
45.6di suoi nimici pronti sino a morte.
45.7Dato avea in guardia questo stuol gagliardo
45.8a Ricciardetto et al fratel Guicciardo.
46.1Unuldo d'Aquitania era nel destro,
46.2Ivo sul fiume avea il sinistro corno;
46.3de la schiera di mezo fu il maestro
46.4Rinaldo, che quel dì molto era adorno
46.5d'un ricco drappo di color cilestro
46.6sparso di pecchie d'or dentro e d'intorno,
46.7che cacciate parean dal natio loco
46.8da l'ingrato villan con fumo e foco.
47.1E perché ad ogni incommodo occorresse
47.2(che non men ch'animoso, era discreto),
47.3contra quei de la terra il fratei messe,
47.4con buona gente, per far lor divieto
47.5che, mentre gli occhi e le man volte avesse
47.6a quei dinanzi, non venisser drieto,
47.7o venisser da' fianchi, e con gran scorno,
47.8oltre il danno, gli dessero il mal giorno.
48.1Da l'altra parte il capitan d'Anglante
48.2quelli medesimi ordini gli oppone:
48.3fa lungo il fiume andar Teone innante,
48.4figliuolo e capitan di Tassillone;
48.5da l'altro corno al conte di Barbante,
48.6alla schiera di mezo egli s'oppone.
48.7Bianca e vermiglia avea la sopravesta,
48.8ma di ricamo d'or tutta contesta.
49.1Ne l'un quartiero e l'altro la figura
49.2d'un rilevato scoglio avea ritratta,
49.3che sembra dal mar cinto, e che non cura
49.4che sempre il vento e l'onda lo combatta.
49.5L'uno di qua, l'altro di là procura
49.6pigliar vantaggio, e le sue squadre adatta
49.7con tal rumor e strepito di trombe
49.8che par che triemi il mar e 'l ciel ribombe.
50.1Già l'uno e l'altro avea, con efficace
50.2et ornato sermon, chiaro e prudente,
50.3cercato d'animar e fare audace
50.4quanto potuto avea più la sua gente.
50.5Era d'ambi gli eserciti capace
50.6il campo, sino al mar largo e patente;
50.7ché non s'era indugiato a questo giorno
50.8a levar boschi e far spianate intorno.
51.1Gli corridori e l'arme più leggiere,
51.2e quei che i colpi lor credono al vento,
51.3or lungi, or presso, intorno alle bandiere
51.4scorrono il pian con lungo avvolgimento;
51.5mentre gli uomini d'arme e le gran schiere
51.6vengon de' fanti a passo uguale e lento,
51.7sì che né picca a picca o piede a piede,
51.8se non quanto vuol l'ordine, precede.
52.1L'un capitano e l'altro a chiuder mira
52.2dentro 'l nimico, e poi venirli a fianco.
52.3Teon, per questo, il corno estende e gira,
52.4e Ivo il simil fa dal lato manco.
52.5Andar da l'altra parte non s'aspira,
52.6ché l'acqua vi facea sicuro e franco
52.7a Rinaldo il sinistro, al Conte serra
52.8il destro corno il gran fiume de l'Erra.
53.1L'un campo e l'altro venìa stretto e chiuso
53.2con suo vantaggio, stretto ad affrontarsi:
53.3tutte le lance con le punte in suso
53.4poteano a due gran selve assimigliarsi,
53.5le quai venisser, fuor d'ogn'uman uso,
53.6forse per magica arte, ad incontrarsi.
53.7Cotali in Delo esser doveano, quando
53.8andava per l'Egeo l'isola errando.
54.1All'accostarsi, al ritener del passo,
54.2all'abbassar de l'aste ad una guisa,
54.3sembra cader l'orrida Ircina al basso,
54.4che tutta a un tempo sia dal piè succisa:
54.5un fragor s'ode, un strepito, un fracasso,
54.6qual forse Italia udì quando divisa
54.7fu dal monte Apennin quella gran costa
54.8che su Tifeo per soma eterna è imposta.
55.1Al giunger degli eserciti si spande
55.2tutto 'l campo di sangue e 'l ciel di gridi:
55.3a un volger d'occhi in mezo e da le bande
55.4ogni cosa fu piena d'omicidi:
55.5in gran confusion tornò quel grande
55.6ordine, e non è più chi regga o guidi,
55.7o ch'oda o vegga; ché conturba e involve,
55.8assorda e accieca il strepito e la polve.
56.1A ciascuno a bastanza, a ciascun troppo
56.2era d'aver di se medesmo cura.
56.3La fanteria fu per disciorre il groppo,
56.4perduto 'l lume in quella nebbia oscura:
56.5ma quelli da cavallo al fiero intoppo
56.6già non ebbon la fronte così dura;
56.7le prime squadre sùbito e l'estreme
56.8di qua e di là restar confuse insieme.
57.1Le compagnie d'alcuni, che promesso
57.2s'avean di star vicine, unite e strette,
57.3e l'un l'altro in aiuto essersi appresso
57.4né si lasciar se non da morte astrette,
57.5in modo si disciolser che rimesso
57.6non fu più 'l stuol fin che la pugna stette;
57.7e di cento o di più ch'erano stati,
57.8al dipartir non foro i dui trovati.
58.1Ché da una parte Orlando e da l'altra era
58.2Rinaldo entrato, e prima con la lancia
58.3forando petti e più d'una gorgiera,
58.4più d'un capo, d'un fianco e d'una pancia;
58.5poi, l'un con Durindana, e con la fera
58.6Fusberta l'altro, i dui lumi di Francia,
58.7a' colpi, qual fece in Val Flegra Marte,
58.8poneano in rotta e l'una e l'altra parte.
59.1Come nei paschi tra Primaro e Filo,
59.2voltando in giù verso Volana e Goro,
59.3nei mesi che nel Po cangiato ha il Nilo
59.4il bianco uccel ch'a' serpi dà martoro,
59.5veggiàn, quando lo punge il fiero asilo,
59.6cavallo andare in volta, asino e toro,
59.7così veduto avreste quivi intorno
59.8le schiere andar senza pigliar soggiorno.
60.1A Rinaldo parea che, distornando
60.2da quella pugna il cavallier di Brava,
60.3gli suoi sarebbon vincitori, quando
60.4sol Durindana è che gli afflige e grava;
60.5di lui parea il medesimo ad Orlando:
60.6che se da le sue genti il dilungava,
60.7facilmente alli Franchi e alli Germani
60.8cederiano i Pittoni e gli Aquitani.
61.1Perciò l'un l'altro, con gran studio e fretta
61.2e con simil desir, par che procacci
61.3di ritrovarsi, e da la turba stretta
61.4tirarse in parte ove non sia ch'impacci.
61.5Per vietarli il camin nessun gli aspetta,
61.6non è chi lor s'opponga o che s'affacci;
61.7ma in quella parte ove gli veggon volti,
61.8tutti le spalle dàn, nissuno i volti.
62.1Come da verde margine di fossa
62.2dove trovato avean lieta pastura,
62.3le rane soglion far sùbita mossa
62.4e ne l'acqua saltar fangosa e scura
62.5se da vestigio uman l'erba percossa
62.6o strepito vicin lor fa paura;
62.7così le squadre la campagna aperta
62.8a Durindana cedono e a Fusberta.
63.1Gli duo cugin, di lance proveduti
63.2(che d'olmo l'un, l'altro l'avea di cerri),
63.3s'andaro incontro, e i lor primi saluti
63.4furo abbassarsi alle visiere i ferri.
63.5Gli dui destrier, che senton con ch'acuti
63.6sproni alli fianchi il suo ciascun afferri,
63.7si vanno a ritrovar con quella fretta
63.8che uccel di ramo o vien dal ciel saetta.
64.1Negli elmi si feriro a mezo 'l campo
64.2sotto la vista, al confinar dei scudi:
64.3suonar come campane, e gittar vampo,
64.4come talor sotto 'l martel gl'incudi.
64.5Ad amendui le fatagion fur scampo,
64.6che non potero entrarvi i ferri crudi:
64.7l'elmo d'Almonte e l'elmo di Mambrino
64.8difese l'uno e l'altro Paladino.
65.1Il cerro e l'olmo andò, come se stato
65.2fosser di canne, in tronchi e in schegge rotto:
65.3messe le groppe Brigliador sul prato,
65.4ma, come un caprio snel, sorse di botto.
65.5L'uno e l'altro col freno abbandonato,
65.6dove piacea al cavallo, era condotto,
65.7coi piedi sciolti e con aperte braccia,
65.8roverscio a dietro, e parea morto in faccia.
66.1Poi che per la campagna ebbono corso
66.2di più di quattro miglia il spazio in volta,
66.3pur rivenne la mente al suo discorso,
66.4e la memoria sparsa fu raccolta:
66.5tornò alla staffa il piè, la mano al morso,
66.6e rassettati in sella dieder volta;
66.7e con le spade ignude aspra tempesta
66.8portaro al petto, agli omeri e alla testa.
67.1Tutto in un tempo, d'un parlar mordente
67.2Rinaldo a ferir venne, e di Fusberta,
67.3al cavallier d'Anglante, e insiememente
67.4gli dice — Traditor — a voce aperta;
67.5e la testa che l'elmo rilucente
67.6tenea difesa, gli fe' più che certa
67.7ch'a far colpo di spada di gran pondo
67.8si ritrovava altro che Orlando al mondo.
68.1Per l'aspro colpo il senator romano
68.2si piegò fin del suo destrier sul collo;
68.3ma tosto col parlare e con la mano
68.4ricompensò l'oltraggio e vendicollo:
68.5gli fe' risposta che mentia, e villano
68.6e disleal e traditor nomollo;
68.7e la lingua e la mano a un tempo sciolse
68.8e quella il core e questa l'elmo colse.
69.1Multiplicavan le minacce e l'ire,
69.2le parole d'oltraggio e le percosse;
69.3né l'un l'altro potea tanto mentire
69.4che detto traditor più non gli fosse.
69.5Poi che tre volte o quattro così dire
69.6si sentì Orlando dal cugin, fermosse;
69.7e pianamente domandollo come
69.8gli dava, e per che causa, cotal nome.
70.1Con parole confuse gli rispose
70.2Rinaldo, che di còlera ardea tutto;
70.3Carlo, Orlando e Terigi insieme pose
70.4in un fastel, da non ne trar construtto:
70.5come si suol rispondere di cose
70.6donde quel che dimanda è meglio instrutto.
70.7— Pian, pian, fa ch'io t'intenda, — dicea Orlando
70.8— cugino; e cessi intanto l'ira e 'l brando. —
71.1In questo tempo i cavallieri e i fanti
71.2per tutto il campo fanno aspra battaglia,
71.3né si vede anco in mezo, né dai canti
71.4qual parte abbia vantaggio e che più vaglia.
71.5Le trombe, i gridi, i strepiti son tanti,
71.6che male i duo cugin alzar, che vaglia,
71.7la voce ponno, e far sentir di fuore
71.8perché l'un l'altro chiami traditore.
72.1Per questo fur d'accordo di ritrarsi
72.2e diferir la pugna al nuovo sole;
72.3poi, la mattina, insieme ritrovarsi
72.4nel verde pian con le persone sole;
72.5e qual fosse di lor certificarsi
72.6il traditor, con fatti e con parole.
72.7Fatto l'accordo, dier subito volta,
72.8e per tutto sonar féro a raccolta.
73.1Al dipartir vi fur pochi vantaggi;
73.2pur, s'alcun ve ne fu, Rinaldo l'ebbe:
73.3che, oltre che prigioni e carriaggi
73.4vi guadagnasse, a grand'util gli accrebbe,
73.5ché alloggiò dove aver da li villaggi
73.6copia di vettovaglie si potrebbe.
73.7L'altra mattina, com'era ordinato,
73.8si trovò solo alla campagna armato.
74.1Scendono a basso a Basilea et al Reno,
74.2e van lungo le rive insino a Spira,
74.3lodando il ricco e di cittadi pieno
74.4e 'l bel paese ove il gran fiume gira.
74.5Entrano quindi alla Germania in seno,
74.6e son già a Norimbergo, onde la mira
74.7lontan si può veder de la montagna
74.8che la Boemia serra da la Magna.
75.1Venner, continuando il lor viaggio,
75.2su 'n monte onde vedean giù ne la valle
75.3la pugna che Sassoni, Ungari e Traci
75.4facean crudel contra i Francesi audaci:
76.1e gli aveano a tal termine condotti,
76.2per esser tre, come io dicea, contr'uno;
76.3e sì gli avean ne l'antiguardia rotti,
76.4che senza volger volto fuggia ognuno:
76.5né per fermargli i capitani dotti
76.6de la milizia avean riparo alcuno;
76.7anzi, i primi che 'n fuga erano volti,
76.8i secondi e i terzi ordini avean sciolti.
77.1L'ardite donne, con Guidone, e 'nsieme
77.2gli altri venuti seco a questa via,
77.3sul monte si fermar che da l'estreme
77.4rive d'intorno tutto il pian scopria:
77.5dove sì Carlo e li suoi Franchi preme
77.6la gente di Sansogna e d'Ungheria,
77.7e l'altre varie nazioni miste,
77.8barbare e greche, ch'a pena resiste.
78.1Con gran cavalleria russa e polacca,
78.2l'esercito di Slesia e di Sansogna
78.3guida Gordamo; e sì fiero s'attacca
78.4con la gente di Fiandra e di Borgogna,
78.5e sì l'ha rotta, tempestata e fiacca
78.6al primo incontro, che fuggir bisogna;
78.7né può Olivier fermargli, ch'è lor guida,
78.8e prega invano e 'nvan minaccia e grida.
79.1Or, mentre questo et or quell'altro prende
79.2ne le spalle, nel collo e ne le braccia,
79.3volge per forza l'un, l'altro riprende,
79.4che 'l nemico veder non voglia in faccia;
79.5Gordamo di traverso a lui si stende,
79.6e s'un corsier ch'a tutta briglia caccia
79.7sì con l'urto il percuote e sì l'afferra
79.8con la gross'asta, che lo stende in terra.
80.1Non lunge da Olivier era un Gherardo
80.2et un Anselmo: il primo è di sua schiatta,
80.3ché di don Buovo nacque, ma bastardo
80.4(però avea il nome del vecchio da Fratta);
80.5il secondo fiamingo, il cui stendardo
80.6seguia una schiera in sue contrade fatta:
80.7restar questi dui soli alle difese,
80.8fuggendo gli altri, del gentil marchese.
81.1Gherardo col caval d'Olivier venne,
81.2e si volea accostar perché montassi;
81.3et Anselmo, menando una bipenne,
81.4gli andava innanzi e disgombrava i passi:
81.5quando Gordamo alzò la spada, e fenne
81.6con un gran colpo i lor disegni cassi:
81.7ché da la fronte agli occhi a quello Anselmo
81.8divise il capo, e non li valse l'elmo.
82.1Tutto ad un tempo, o con poco intervallo,
82.2con la spada a due man menò Baraffa,
82.3venuto quivi con Gordamo, et hallo
82.4accompagnato il dì sempre alla staffa;
82.5e le gambe troncò dietro al cavallo
82.6de l'altro sì, che parve una giraffa:
82.7ch'alto dinanzi e basso a dietro resta.
82.8Sopra Gherardo ognun picchia e tempesta;
83.1e tanto gli ne dàn che l'hanno morto
83.2prima ch'aiutar possa il suo parente.
83.3Dolse a Olivier vederli far quel torto,
83.4ma vendicar non lo potea altrimente;
83.5perché, da terra a gran pena risorto,
83.6avea da contrastar con troppa gente;
83.7pur, quanto lungo il braccio era e la spada,
83.8dovunque andasse si facea far strada.
84.1E se non fosser stati sì lontani
84.2da lui suoi cavallieri in fuga volti,
84.3che fuggian come il cervo inanzi a' cani
84.4o la perdice alli sparvieri sciolti;
84.5tra lor per forza de piedi e di mani
84.6saria tornato, e gli avria ancor rivolti:
84.7ma che speme può aver perché contenda
84.8che forza è ch'egli muoia o che s'arrenda?
85.1Ecco Gordamo, senza alcun rispetto
85.2ch'egli a cavallo e ch'Olivier sia a piede,
85.3arresta un'altra lancia, e 'n mezzo il petto
85.4a tutta briglia il Paladino fiede;
85.5e lo riversa sì, che de l'elmetto
85.6una percossa grande al terren diede.
85.7Tosto ch'in terra fu, sentì levarsi
85.8l'elmo dal capo, e non potere aitarsi:
86.1ché li son più di venti adosso a un tratto,
86.2su le gambe, sul petto e su le braccia;
86.3e più di mille un cerchio gli hanno fatto:
86.4altri il percuote et altri lo minaccia;
86.5chi la spada di mano, chi gli ha tratto
86.6dal collo il scudo, e chi l'altre arme slaccia.
86.7Al duca di Sansogna al fin si rende,
86.8che lo manda prigione alle sue tende.
87.1Se non tenea Olivier, quando avea ancora
87.2l'arme e la spada, la sua gente in schiera,
87.3come fermarla e come volgerl'ora
87.4potrà, che disarmato e prigion era?
87.5Fuggesi l'antiguardia, et apre e fora
87.6l'altra battaglia, e l'urta in tal maniera
87.7che, confondendo ogn'ordine, ogni metro,
87.8seco la volge e seco porta indietro.
88.1E perché Praga è lor dopo le spalle,
88.2i fiumi a canto e gli Alemanni a fronte,
88.3non sanno ove trovar sicuro calle
88.4se non a destra, ov'era fatto il ponte;
88.5e però a quella via sgombran la valle
88.6con li pedoni i cavallieri a monte;
88.7ma non riesce, perché già re Carlo
88.8preso avea il passo e non volea lor darlo.
89.1Carlo, che vede scompigliata e sciolta
89.2venir sua gente in fuga manifesta,
89.3la via del ponte gli ha sùbito tolta,
89.4perché ritorni, o ch'ivi faccia testa;
89.5né vi può far però ripar, ché molta
89.6l'arme abbandona e di fuggir non resta;
89.7e qualche un, per la tema che l'affretta,
89.8lascia la ripa e nel fiume si getta.
90.1Altri s'affoga, altri nuotando passa,
90.2altri il corso de l'acqua in giro mena;
90.3chi salta in una barca e 'l caval lassa,
90.4chi lo fa nuotar dietro alla carena;
90.5o dove un legno appare, ivi s'ammassa
90.6la folta sì, che, di soverchio piena,
90.7o non si può levar se non si scarca,
90.8o nel fondo tra via cade la barca.
91.1Non era minor calca in su l'entrata
91.2del ponte, che da Carlo era difesa;
91.3e sì cresce la gente spaventata,
91.4a cui più d'ogni biasmo il morir pesa,
91.5che 'l re non pur, con tutta quella armata
91.6che seco avea, ne perde la contesa,
91.7ma, con molt'altri uomini e bestie a monte,
91.8nel fiume è rovesciato giù del ponte.
92.1Carlo ne l'acqua giù dal ponte cade,
92.2e non è chi si fermi a darli aiuto;
92.3che sì a ciascun per sé da fare accade,
92.4che poco conto d'altri ivi è tenuto:
92.5quivi la cortesia, la caritade,
92.6amor, rispetto, beneficio avuto,
92.7o s'altro si può dire, è tutto messo
92.8da parte, e sol ciascun pensa a se stesso.
93.1Se si trovava sotto altro destriero
93.2Carlo, che quel che si trovò quel giorno,
93.3restar potea ne l'acqua di leggiero,
93.4né mai più in Francia bella far ritorno.
93.5Bianco era il buon caval, fuor ch'alcun nero
93.6pelo, che parean mosche, avea d'intorno
93.7il collo e i fianchi fin presso alla coda:
93.8da questo al fin fu ricondotto a proda.
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