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SONETTO CCCCIII.

Rime

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1.1Non pensate, signor, poter già mai
1.2Celarmi quel ch'al cor sempre ho davante:
1.3Folle è chi 'ngannar pensa un vero amante,
1.4Che scorge più, ch'occhio cerviero, assai.
2.1Se quel ben, ch'entro voi tanto mirai,
2.2Non era tale, o mutato ha sembiante,
2.3Cangiar convengo anch'io mie dolci e sante
2.4Voglie; così da prima l'avvezzai,
3.1Quando all'odor delle più vaghe frondi,
3.2E più caste, che mai coprisse il cielo,
3.3D'ogni men bello oprar nemico venni.
4.1S'a quei primi disii questi secondi
4.2Somiglianti non son, sfacciasi il gielo,
4.3Che quattro lune al cor caldo sostenni.
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