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CANTO TERZO

Cinque canti

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1.1D'ogni desir che tolga nostra mente
1.2dal dritto corso et a traverso mande,
1.3non credo che si trovi il più possente
1.4né il più commun di quel de l'esser grande:
1.5brama ognun d'esser primo, e molta gente
1.6aver dietro e da lato, a cui commande;
1.7né mai gli par che tanto gli altri avanzi,
1.8che non disegni ancor salir più inanzi.
2.1Se questa voglia in buona mente cade
2.2(ch'in buona mente ha forza anco il desire),
2.3l'uom studia che virtù gli apra le strade,
2.4che sia guida e compagna al suo salire:
2.5ma se cade in ria mente (ché son rade
2.6che dir buone possiam senza mentire),
2.7indi aspettar calunnie, insidie e morte,
2.8et ogni mal si può di piggior sorte.
3.1Gano, non gli bastando che maggiore
3.2non avea alcuno in corte, eccetto Carlo,
3.3era tanto insolente, che minore
3.4lui vorria ancora, e avea disio di farlo;
3.5et or che sopranatural favore
3.6si sentia da colei che potea darlo,
3.7oltra il desir avea speme e disegno
3.8fra pochi giorni d'occupargli il regno.
4.1E pur che fosse il suo desir successo,
4.2non saria dal fellon, senza rispetto
4.3che tra gli primi suoi baroni messo
4.4Carlo l'avea di luogo infimo e abietto,
4.5stato ferro né tòsco pretermesso,
4.6né scelerato alcun fatto né detto;
4.7e mille al giorno, non che un tradimento,
4.8ordito avria per conseguir suo intento.
5.1Carlo tutto il successo de la guerra
5.2narrò senza sospetto al Maganzese,
5.3e gli mostrò ch'avria in poter la terra
5.4prima ch'a mezo ancor fosse quel mese.
5.5Questo nel petto il traditor non serra,
5.6ma tosto a Cardoran lo fa palese;
5.7e per un suo gli manda a dar consiglio
5.8come possa schifar tanto periglio
6.1Da quella volpe il re boeme instrutto,
6.2mandò un araldo in campo l'altro giorno,
6.3che così disse a Carlo, essendo tutto
6.4corso ad udir il populo d'intorno:
6.5— Il mio signor, da la tua fama indutto,
6.6o imperador d'ogni virtute adorno,
6.7per crudeltà non pensa né avarizia
6.8ch'abbi raccolto qui tanta milizia;
7.1né che tu metta il fin di tua vittoria
7.2in averli la vita o il stato tolto,
7.3ma solo in aver vinto; ché tal gloria
7.4più che sua morte o che 'l suo aver val molto
7.5acciò che il nome tuo ne la memoria
7.6del mondo viva e mai non sia sepolto:
7.7ché contra ogni ragion saresti degno,
7.8come tu sei, se fessi altro disegno.
8.1Ma tu non guardi fosse che l'effetto
8.2tutto contrario appar a quel che brami:
8.3tu brami d'esser glorioso detto,
8.4e con l'effetto tuttavia t'infami.
8.5Che tu sia entrato nel nostro distretto
8.6con cento mille armati, gloria chiami;
8.7ma quanto ella sia grande estimar déi,
8.8che noi siamo a fatica un contra sei.
9.1Milziade e Temistocle converse
9.2a parlar in suo onor tutte le genti,
9.3perché con pochi armati, questi Xerse,
9.4quel vinse Dario, in terra e in mar possenti.
9.5Vincer pochi con molti, mai tenerse
9.6non sentisti fra l'opere eccellenti.
9.7S'in te è valor, pon giù il vantaggio, e poi
9.8vien alla prova, e vincine, se puoi.
10.1Da sol a sol la pugna t'offerisce,
10.2da dieci a dieci, o voi da cento a cento,
10.3il mio signor; e accresce e minuisce,
10.4secondo che accettar tu sei contento:
10.5con patto che se Dio lui favorisce,
10.6sì che tu resti vinto o preso o spento,
10.7che tu gli abbi a rifar e danni e spese,
10.8e tornar col tuo campo in tuo paese;
11.1né chi la Francia e chi l'Imperio regge
11.2fino a cento anni lo guerreggi mai:
11.3ma se tu vinci lui, torrà ogni legge
11.4ch'imporre a senno tuo tu gli vorrai.
11.5Il buon pastor pon l'anima pel gregge:
11.6essendo tu quel re di che fama hai,
11.7la tua persona o di pochi altri arrisca,
11.8acciò così gran popul non perisca. —
12.1Così disse lo araldo, né risposta
12.2lo imperador gli diede allora alcuna;
12.3ma da la moltitudine si scosta
12.4e i consiglieri suoi seco raguna,
12.5ché lor sentenzie sopra la proposta
12.6de l'araldo udir vuol ad una ad una.
12.7Il primo fu Turpin che consigliasse
12.8che l'invito del Barbaro accettasse,
13.1non già da sol a sol, ma in compagnia
13.2di quattro o sei de' suoi guerrier più forti;
13.3dei quali egli esser uno si offeria.
13.4Così Namo et Uggier par che conforti;
13.5e che fra dieci dì la pugna sia,
13.6o quanto può che 'l termine più scorti:
13.7perché, successo che lor sia ben questo,
13.8possano volger poi l'animo al resto.
14.1Era in quei cavallier tanta arroganza
14.2pei fortunati antichi lor successi,
14.3che tutti in quella impresa, con baldanza
14.4di restar vincitor, si sarian messi.
14.5Poi disse il suo parer quel di Maganza,
14.6che la pugna accettar pur si dovessi;
14.7ma non però venir a farla inante
14.8che Rinaldo ci fosse o quel d'Anglante;
15.1che ci fosse Olivier con ambi i figli,
15.2Ruggier et alcun altro dei famosi:
15.3ché quando senza questi ella si pigli,
15.4fòran di Carlo i casi perigliosi.
15.5— Tenete voi sì privi di consigli
15.6gli inimici, — dicea — che fosser osi
15.7di domandar a par a par battaglia,
15.8se non han gente ch'al contrasto vaglia?
16.1Se non ci intervenisse la corona
16.2di Francia, non avrei tanti riguardi;
16.3benché, né senza ancor, di scelta buona
16.4si de' mancar in tòrre i più gagliardi:
16.5ma dovendo venirci il re in persona,
16.6come a bastanza potremo esser tardi
16.7a darli, con consiglio ben maturo,
16.8compagnia con la qual sia più sicuro?
17.1Io non vi contradico che valenti
17.2cavallier qui non sian come coloro
17.3che nominati v'ho per eccellenti;
17.4ma non sappiàn così le prove loro.
17.5Questo luogo non è da esperimenti
17.6di chi sia, al paragon, di rame o d'oro:
17.7vogliàn di quei che cento volte esperti,
17.8de la virtute lor n'han fatti certi. —
18.1E seguitò mostrando, con ragioni
18.2di più efficacia ch'io non so ridire,
18.3che non doveano senza i dui campioni,
18.4lumi di Francia, a tal pruova venire;
18.5e la sua vinse l'altre opinioni,
18.6che la pugna si avesse a diferire
18.7fin che venisse a così gran bisogna
18.8l'uno d'Italia e l'altro di Guascogna.
19.1Queste parole et altre dicea Gano
19.2per carità non già del suo signore;
19.3ma di vietar che non gli andasse in mano
19.4quella città studiava il traditore,
19.5e tanto prolungar, che Cardorano
19.6l'aiuto avesse che attendea di fuore:
19.7in somma, il suo parer parve perfetto,
19.8e fu per lo miglior di tutto eletto.
20.1Che dieci guerrier fossero, si prese
20.2conclusion, pur come Gano volse;
20.3e da' dieci di maggio al fin del mese
20.4di giugno un lungo termine si tolse.
20.5In questo mezo si levar le offese,
20.6e quello assedio tanto si disciolse,
20.7che Praga potea aver di molte cose
20.8che fossino alla vita bisognose.
21.1Nuove intanto venian de l'apparecchio
21.2che l'Ungaro facea d'armata grossa;
21.3ma sempre Gano a Carlo era all'orecchio,
21.4che dicea: — Non temer che faccia mossa. —
21.5Io lessi già in un libro molto vecchio,
21.6né l'auttor par che sovvenir mi possa,
21.7ch'Alcina a Gano un'erba al partir diede,
21.8che chi ne mangia fa ch'ognun gli crede.
22.1Quella mostrò nel monte Sina Dio
22.2a Moise suo, sì che con essa poi
22.3il popul duro fece umile e pio,
22.4e ubidiente alli precetti suoi.
22.5Poi la mostrò il demonio a Macon rio,
22.6a perdizion degli Afri e degli Eoi:
22.7la tenea in bocca predicando, e valse
22.8ritrar chi udiva alle sue leggi false.
23.1Gano, avendo già in ordine l'orsoio,
23.2di sì gran tela apparecchiò la trama;
23.3e quel demon che d'uno in altro coio
23.4si sa mutar, a sé da l'anel chiama.
23.5— Vertunno, — disse — di disir mi moio
23.6di fornir quel che da me Alcina brama;
23.7e pensando la via, veggio esser forza
23.8che d'alcun ch'io dirò tu pigli scorza. —
24.1E le parole seguitò, mostrando
24.2che tramutar s'avea prima in Terigi:
24.3Terigi che scudiero era d'Orlando,
24.4venuto da fanciul ai suo' servigi;
24.5e dopo in altre facce, e seminando
24.6dovea gir sempre scandali e litigi.
24.7Presa che di Terigi ebbe la forma,
24.8di quanto avesse a far tolse la norma.
25.1Di sua mano le lettere si scrisse
25.2credenzial, come dettolli Gano;
25.3che, con stupor vedendole, poi disse
25.4Orlando, e Carlo, ch'eran di sua mano.
25.5Postole il sigil sopra, dipartisse
25.6Vertunno, e col signor di Mont'Albano,
25.7ch'era a campo a Morlante, ritrovosse
25.8prima che giunto al fin quel giorno fosse.
26.1Presso a Morlante avea Rinaldo, e sotto
26.2il vicin monte, avuto aspra battaglia;
26.3et in essa lo esercito avea rotto
26.4de li nimici, e morto e messo a taglia.
26.5Unuldo ne la terra era ridotto,
26.6e Rinaldo gli avea fatto serraglia,
26.7pien di speranza, in uno assalto o dui,
26.8d'aver in suo poter la terra e lui.
27.1Veduto il viso et il parlar udito,
27.2che di Terigi avean chiara sembianza,
27.3Rinaldo fa carezze in infinito
27.4al messaggier del conte di Maganza:
27.5che sia d'Orlando, e quello avea sentito
27.6per fama, gli dimanda con instanza;
27.7come abbia a piè de l'Alpi, et indi appresso
27.8Vercelli, in fuga il Longobardo messo.
28.1Come presente alle battaglie stato
28.2fosse il demonio, gli facea risposta;
28.3e la lettera intanto, che portato
28.4di credenza gli avea, gli ebbe in man posta.
28.5Quel l'apre e legge; e lui per man pigliato,
28.6da chi lo possa udir seco discosta.
28.7Vertunno, prima ch'altro incominciasse,
28.8di petto un'altra lettera si trasse.
29.1Poi disse: — Il cugin vostro mi commise
29.2ch'io vi facessi legger questa appresso. —
29.3Rinaldo mira le note precise,
29.4che gli paion di man di Carlo istesso;
29.5il qual Orlando di Boemia avise
29.6d'esser pentito senza fin, che messo
29.7così potente esercito abbia in mano
29.8de l'audace signor di Mont'Albano:
30.1però che, vinto Unuldo (come crede
30.2che vincer debbia) e toltoli Guascogna,
30.3egli d'Unuldo esser vorrà l'erede,
30.4ché crescer stato a Mont'Alban agogna;
30.5e la sospizion c'ha de la fede
30.6di Rinaldo corrotta, non si sogna:
30.7in somma, par che sia disposto Carlo,
30.8per forza o per amor, quindi levarlo.
31.1Ma che prima tentar vuol per amore:
31.2finger ch'al maggior uopo lo dimande
31.3per un dei dieci il cui certo valore
31.4abbatta a Cardoran l'orgoglio grande;
31.5e vuol per questo che dia un successore
31.6all'esercito c'ha da quelle bande;
31.7e che disegna mai più non gli porre
31.8governo in man, se gli può questo tòrre.
32.1Vuol ch'Orlando gli scriva ch'esso ancora
32.2serà in questa battaglia un degli eletti,
32.3e gl'insti che, rimossa ogni dimora,
32.4veduto il successor venire, affretti.
32.5Rinaldo, mentre legge, s'incolora
32.6per ira in viso, e par che fuoco getti;
32.7morde le labbia, or l'uno or l'altro; or geme,
32.8e più che 'l mar quand'ha tempesta freme.
33.1Letta la carta, il spirto gli soggiunge,
33.2pur da parte d'Orlando: — Abbiate cura,
33.3che se alla discoperta un dì vi giunge,
33.4vi farà Carlo peggio che paura;
33.5però che tuttavia Gano lo punge
33.6che la corte di voi faccia sicura:
33.7la qual, sì come dice egli, ogni volta
33.8che voglia ve ne vien, sossopra è volta.
34.1Al cugin vostro acerbamente duole
34.2che 'l re tenga con voi questa maniera,
34.3che cerchi, a instanza di chi mal vi vuole,
34.4far parer vostra fé men che sincera;
34.5e che più creda alle false parole
34.6d'un traditor, ch'a tanta prova vera
34.7che si vede di voi: ma dagli ingrati
34.8son le più volte questi modi usati.
35.1Ché, quando l'avarizia gli ritiene
35.2di render premio a chi di premio è degno,
35.3studian far venir causa, e se non viene,
35.4la fingon, per la quale abbiano sdegno;
35.5e di esilio, di morte o d'altre pene,
35.6in luogo di mercé, fanno disegno;
35.7per far parer ch'un vostro error seguito
35.8quel ben che far voleano abbia impedito.
36.1Orlando, perché v'ama, e perché aspetta
36.2il medesmo di sé fra pochi giorni,
36.3che 'l re in prigion, Gano instigando, il metta
36.4o gli dia bando o gli faccia altri scorni
36.5(ché, come contra voi, così lo alletta
36.6contra esso ancor), senza far più soggiorni
36.7per me vi esorta a prender quel partito
36.8ch'egli ha di tòr di sé già statuito:
37.1che di quel mal che senza causa teme
37.2facciate morir Carlo, come merta.
37.3Prendete accordo con Unuldo, e insieme
37.4con lui venite a fargli guerra aperta:
37.5vegga se Gano, e se 'l suo iniquo seme,
37.6contra il valor e la possanza certa
37.7di Chiaramonte, e l'una e l'altra lancia
37.8tanto onorata, può difender Francia. —
38.1E seguitò dicendoli che Orlando
38.2prima favor occulto gli darebbe;
38.3poscia in aiuto alla scoperta, quando
38.4fosse il tempo, in persona li verrebbe.
38.5Rinaldo avea grand'ira, et attizzando
38.6il fraudolente spirto, sì l'accrebbe,
38.7ch'allora allora pensò armar le schiere
38.8e levar contra Carlo le bandiere;
39.1poi diferì fin che arrivasse il messo
39.2ch'alla pugna boemica il chiamasse,
39.3e che sentisse commandarsi appresso
39.4ch'in guardia altrui l'esercito lasciasse.
39.5Quel che Gano gli avea quivi commesso,
39.6Vertunno a fin con diligenzia trasse:
39.7poi, con lettere nuove e nuovo aspetto,
39.8venne a Marsiglia e fece un altro effetto.
40.1D'Arriguccio s'avea presa la faccia,
40.2ch'era di Carlo un cavallaro antico:
40.3egli scrive le lettere, egli spaccia
40.4se stesso e chiude egli in la bolgia il plico:
40.5l'insegna al petto e il corno al fianco allaccia,
40.6e fu a Marsiglia in men ch'io non lo dico;
40.7e le dettate lettere da Gano
40.8pose a Ruggiero et alla moglie in mano.
41.1Alla sorella di Ruggier, Marfisa,
41.2mostrò che Carlo lo mandasse ancora,
41.3come a tutti tre insieme, e poi divisa
41.4mente a ciascun da Carlo scritto fòra.
41.5Sotto il nome del re Gano gli avisa
41.6che navighi Ruggier senza dimora
41.7ver' le colonne che Tirinzio fisse,
41.8e sorga sopra la città d'Ulisse;
42.1e Marfisa con gli altri da cavallo
42.2si vada con Rinaldo a porre in schiera;
42.3ché vinto Unuldo, come senza fallo
42.4vederlo vinto in pochi giorni spera,
42.5vuol ch'assalti Galizia e Portogallo;
42.6né l'impresa esser può se non leggiera:
42.7ché gli dà aiuto, passo e vettovaglia
42.8Alfonso d'Aragon, re di Biscaglia.
43.1Appresso scrive all'animosa figlia
43.2del duca Amon che stia sicuramente:
43.3che né da terra né da mar Marsiglia
43.4ha da temer di peregrina gente.
43.5Se false o vere son non si consiglia,
43.6né si pensa alle lettere altrimente:
43.7Ruggier va in Spagna, Marfisa a Morlante,
43.8resta a guardar Marsiglia Bradamante.
44.1L'imperadore, intanto, che le frode
44.2non sa di Gano, e solo in esso ha fede,
44.3di tutti gli altri amici il parere ode,
44.4ma solamente a quel di Gano crede;
44.5né cavallier, se non che Gano lode,
44.6a far quella battaglia non richiede:
44.7con lui consiglia chi si debba porre
44.8nei luoghi onde gli due s'aveano a tòrre.
45.1Quando Gano ha risposto, ogn'altro chiude
45.2la bocca, né si replica parola.
45.3In luogo di Rinaldo egli conclude
45.4che mandi Namo; e l'intenzion è sola
45.5perché Rinaldo, a cui le voglie crude
45.6l'ira facea, lo impichi per la gola;
45.7ché pensarà che sol lo mandi Carlo
45.8per levarli l'esercito e pigliarlo.
46.1Consiglia che si lassi Baldovino
46.2a governar in Lombardia le squadre;
46.3il qual fratel d'Orlando era uterino,
46.4nato, com'ho già detto, d'una madre;
46.5cortese cavalliero e paladino,
46.6e degno a cui non fosse Gano padre,
46.7per consiglio del qual Carlo lo elesse
46.8ch'all'imperio fraterno succedesse.
47.1Gli dieci eletti alla battaglia fòro
47.2Carlo, Orlando, Rinaldo, Uggier, Dudone,
47.3Aquilante, Grifone, il padre loro,
47.4e con Turpino il genero d'Amone.
47.5Fatta la elezione di costoro,
47.6si spacciaro in diversa regione
47.7prima gli avisi, e poi quei che ordinati
47.8in luogo fur dei capitan chiamati.
48.1Namo fu il primo, il qual, correndo in posta,
48.2insieme con l'aviso era venuto.
48.3Già Rinaldo sua causa avea proposta,
48.4e dimandato alla sua gente aiuto;
48.5che tanto in suo favor s'era disposta,
48.6che, dai maggiori al populo minuto,
48.7tutti affatto volean prima morire
48.8che Rinaldo lasciar così tradire.
49.1Tra Rinaldo et Unuldo già fatt'era
49.2accordo et amicizia, ma coperta.
49.3Allo arrivar del duca di Baviera
49.4Rinaldo, che la fraude avea per certa,
49.5di sdegno arse e di còlera sì fiera,
49.6che tre volte la man pose a Fusberta,
49.7con voglia di chiavargliela nel petto;
49.8pur (non so già perché) gli ebbe rispetto.
50.1Ma spesso nominandol traditore,
50.2e Carlo ingrato, e minacciandol molto
50.3che lo faria impiccar in disonore
50.4di Carlo, lo raccolse con mal volto.
50.5Namo, a cui poco noto era l'errore
50.6in che Vertunno avea Rinaldo involto,
50.7mirando ove da l'impeto era tratto,
50.8stava maraviglioso e stupefatto:
51.1ma magnanimamente gli rispose
51.2che, traditor nomandolo, mentia.
51.3Rinaldo, se non ch'uno s'interpose,
51.4alzò la mano e percosso lo avria:
51.5prender lo fece, et in prigion lo pose;
51.6e tolto ch'ebbe Unuldo in compagnia,
51.7le ville, le cittadi e le castella
51.8dal re per forza e per amor rubella.
52.1E dovunque ritrovi resistenza
52.2o dà il guasto o saccheggia o mette a taglia:
52.3gli dà tutta Guascogna ubidienza,
52.4e poche terre aspettan la battaglia.
52.5Gan da Pontier, che n'ebbe intelligenza,
52.6ché del tutto Vertunno lo raguaglia,
52.7con lieto cor, ma con dolente viso,
52.8fu il primo che ne diede a Carlo aviso.
53.1Gano gli diè l'aviso, e poi che 'l varco,
53.2come bramato avea, vide patente
53.3di potersi cacciar a dire incarco
53.4et ignominia del nimico absente,
53.5sciolse la crudel lingua, e non fu parco
53.6a mandar fuor ciò che gli venne in mente:
53.7dei falli di Rinaldo, poi che nacque,
53.8che fece o puoté far, nessuno tacque.
54.1Come si arruota e non ritruova loco
54.2né in ciel né in terra un'agitata polve,
54.3come nel vase acqua che bolle al foco,
54.4di qua di là, di su di giù si volve:
54.5così il pensier gira di Carlo, e poco
54.6in questa parte o in quella si risolve.
54.7Provision già fatta nulla giova;
54.8tutta lasciar conviensi, e rifar nuova.
55.1Se padre, a cui sempre giocondo e bello
55.2fu di mostrarsi al suo figliuol benigno,
55.3se lo vedesse incontra alzar coltello,
55.4fatto senza cagione empio e maligno;
55.5più maraviglia non avria di quello
55.6ch'ebbe Carlo, vedendo in corvo il cigno
55.7Rinaldo esser mutato, e contra Francia
55.8volta senza cagion la buona lancia.
56.1Quel ch'averria a un nocchier che si trovasse
56.2lontano in mar, e fremer l'onde intorno,
56.3tornar di sopra, e andar le nubi basse
56.4vedesse negre et oscurarsi il giorno;
56.5che mentre a divietar s'apparecchiasse
56.6di non aver da la fortuna scorno,
56.7il governo perdesse, o simil cosa
56.8alla salute sua più bisognosa;
57.1quel ch'averrebbe a una cittade astretta
57.2da nimici crudel, privi di fede,
57.3che d'alcun fresco oltraggio far vendetta
57.4abbian giurato e non aver mercede;
57.5che, mentre la battaglia ultima aspetta
57.6e all'ultima difesa si provede,
57.7vegga la munizione arsa e distrutta,
57.8in ch'avea posto sua speranza tutta;
58.1quel ch'averria a ciascun che già credesse
58.2d'aver condotto un suo desir a segno,
58.3dove col tempo la fatica avesse,
58.4l'aver, posto, gli amici, ogni suo ingegno;
58.5e cosa nascer sùbito vedesse
58.6pensata meno, e romperli il disegno:
58.7quel duol, quell'ira, quel dispetto grave
58.8a Carlo vien, come l'aviso n'have.
59.1Or torna a Carlo il conte di Pontiero,
59.2e gli dà un altro aviso di Marsiglia,
59.3ch'indi sciolta l'armata avea Ruggiero
59.4per uscir fuor del stretto di Siviglia,
59.5né ad alcun avea detto il suo pensiero;
59.6e certo, poi che questa strada piglia,
59.7gli è manifesto che, voltando intorno,
59.8si troverà sorto in Guascogna un giorno.
60.1E de la coniettura sua non erra:
60.2perché Marfisa ad un medesmo punto
60.3se n'era coi cavalli ita per terra,
60.4et a Rinaldo avea potere aggiunto.
60.5Or, se Carlo temea di questa guerra,
60.6ché Rinaldo lo fa restar consunto;
60.7quanto ha più da temer, se questi dui
60.8di tal valor, si son messi con lui?
61.1Gano con molta instanza lo conforta
61.2che di Rinaldo tolga la sorella,
61.3prima che di Provenza et Acquamorta
61.4seco gli faccia ogni città rubella,
61.5et al fratello apra quest'altra porta
61.6d'entrar in Francia sin ne le budella;
61.7ché ben deve pensar ch'ella il partito
61.8piglierà del fratello e del marito.
62.1E che mandasse sùbito a Ricardo,
62.2ch'avea l'armata in punto, anco gli disse,
62.3acciò che dal Fiamingo e dal Picardo
62.4ne l'Atlantico mar ratto venisse;
62.5et il rubello e truffator stendardo
62.6di Ruggier inimico perseguisse,
62.7che con tutte le navi s'avea, senza
62.8sua commission, levato di Provenza;
63.1e che sùbito a Orlando paladino
63.2con diligenza vada una staffetta
63.3ad avisarlo, come avea il cugino
63.4del perfido Aquitan preso la setta;
63.5e ch'egli dia la gente a Balduino,
63.6ripassi l'Alpi, e a Francia corra in fretta,
63.7e con lui meni tutta quella schiera
63.8che dianzi gli ha mandata di Baviera;
64.1e che tra via faccia cavalli e fanti,
64.2quanti più può, da tutte le contrade;
64.3non quelli sol che gli verranno inanti,
64.4ma che constringa a darne ogni cittade,
64.5altre mille, altre il doppio, altre non tanti,
64.6come più e men avran la facultade:
64.7e ch'egli dare il terzo gli volea
64.8di questi che in Boemia seco avea.
65.1Carlo pensava chi d'Orlando in vece,
65.2e chi degli altri dui poner dovea
65.3nella battaglia, che da diece a diece
65.4dianzi promessa a Cardorano avea.
65.5Come quel mulatiero, in somma, fece,
65.6ch'avea il coltel perduto e non volea
65.7che si stringesse il fodro vòto e secco,
65.8e 'n luogo del coltel rimesse un stecco:
66.1così, in luogo d'Orlando e di Ruggiero
66.2e di Rinaldo, fu da Carlo eletto
66.3Ottone, Avolio e il frate Berlingiero:
66.4ch'Avino infermo era già un mese in letto.
66.5Gli dà consiglio il conte di Pontiero
66.6che di Giudea si chiami Sansonetto,
66.7per valer meglio, quando a tempo giugna,
66.8che i tre figli di Namo in questa pugna.
67.1A danno lo dicea, non a profitto
67.2di Carlo, il traditor; perché all'offesa
67.3che di far in procinto ha il re d'Egitto,
67.4non sia in Ierusalem tanta difesa.
67.5A Sansonetto fu sùbito scritto,
67.6e dal corrier la via per Tracia presa,
67.7il qual, mutando bestie, sì le punse,
67.8ch'in pochi giorni a Palestina giunse.
68.1Di tòr Marsiglia si proferse Gano,
68.2senza che spada stringa o abbassi lancia:
68.3vuol sol da Carlo una patente in mano
68.4da poter commandar per tutta Francia.
68.5Nulla propone il fraudolente in vano:
68.6se giova o nuoce, Carlo non bilancia;
68.7né vèntila altrimenti alcun suo detto,
68.8ma sùbito lo vuol porre ad effetto.
69.1Di quanto avea ordinato il Maganzese
69.2andò l'aviso all'Ungaro e al Boemme,
69.3ne le Marche, in Sansogna si distese,
69.4in Frisa, in Dazia, all'ultime maremme.
69.5Gano de' suoi parenti seco prese,
69.6seco tornati di Ierusalemme;
69.7e quindi se n'andò per tòr la figlia
69.8del duca Amon, con frode, di Marsiglia.
70.1Di Baviera in Suevia, et indi, senza
70.2indugio, per Borgogna e Uvernia sprona;
70.3e molto declinando da Provenza,
70.4sparge il rumor d'andar verso Baiona:
70.5finge in un tratto di mutar sentenza,
70.6e con molti pedoni entra in Narbona,
70.7che per Francia in gran fretta e per la Magna
70.8raccolti e tratti avea seco in campagna.
71.1Giunge in Narbona all'oscurar del giorno,
71.2e, giunto, fa serrar tutte le porte,
71.3e pon le guardie ai ponti e ai passi intorno,
71.4che novella di sé fuor non si porte.
71.5D'un corsar genoese (Oria od Adorno
71.6fosse, non so) quivi trovò a gran sorte
71.7quattro galee, con che predando gia
71.8il mar di Spagna e quel di Barberia.
72.1Gano, dato a ciascun debiti premi,
72.2sopra i navigli i suoi pedoni parte;
72.3e, come biancheggiar vide gli estremi
72.4termini d'oriente, indi si parte,
72.5e va quanto più può con vele e remi:
72.6ma tien l'astuto all'arrivar quest'arte,
72.7che non si scuopre a vista di Marsiglia
72.8prima che 'l sol non scenda oltra Siviglia.
73.1La figliuola d'Amon, che non sa ancora
73.2che Rinaldo rubel sia de l'Impero,
73.3veduto il giglio che sì Francia onora,
73.4la croce bianca e l'uccel bianco e il nero,
73.5e poi Vertunno in su la prima prora,
73.6ch'avea l'insegna e il viso di Ruggiero,
73.7senza timor, senz'armi corse al lito,
73.8credendosi ire in braccio al suo marito;
74.1il qual sia, per alcun nuovo accidente,
74.2tornato a lei con parte de l'armata:
74.3non dal marito, ma dal fraudolente
74.4Gano si ritrovò ch'era abbracciata.
74.5Come chi còrre il fior volea, e il serpente
74.6truova che 'l punge; così disarmata,
74.7e senza poter farli altra difesa,
74.8dagli nimici suoi si trovò presa.
75.1Si trovò presa ella e la rocca insieme,
75.2ché non vi poté far difesa alcuna.
75.3Il popul, che ciò sente e peggio teme,
75.4chi qua chi là con l'armi si raguna;
75.5il rumor s'ode, come il mar che freme
75.6vòlto in furor da sùbita fortuna:
75.7ma poi Gano parlandogli, e di Carlo
75.8mostrando commission, fece acchetarlo.
76.1Disegna il traditor che di vita esca
76.2la sua inimica, innanzi ch'altri il viete;
76.3poi muta voglia, non che gli n'incresca
76.4né del sangue di lei non abbia sete;
76.5ma spera poter meglio con tal ésca
76.6Rinaldo e Ruggier trarre alla sua rete:
76.7e tolti alcuni seco, con speranza
76.8di me' guardarla, andò verso Maganza.
77.1Dui scudier de la donna, ch'a tal guisa
77.2trar la vedean, montar sùbito in sella
77.3e l'uno andò a Rinaldo et a Marfisa
77.4verso Guascogna a darne la novella;
77.5l'altro Orlando trovar prima s'avisa,
77.6che 'l campo non lontano avea da quella,
77.7da quella strada, per la qual captiva
77.8la sfortunata giovane veniva.
78.1Orlando avendo in commissione avuto
78.2di dar altrui l'impresa de' Lombardi
78.3et a' Franceschi accorrere in aiuto
78.4contra Rinaldo e gli fratei gagliardi,
78.5era già in ripa al Rodano venuto,
78.6e fermati a Valenza avea i stendardi
78.7dove da Carlo esercito aspettava,
78.8altro n'avea et altro n'assoldava.
79.1Venne il scudiero, e gli narrò la froda
79.2ch'alla donna avea fatto il Conte iniquo,
79.3e ch'in Maganza lungi da la proda
79.4del fiume la traea per calle obliquo;
79.5poi gli soggiunse: — Non patir che goda
79.6d'aver quest'onta il tuo avversario antiquo
79.7fatta al tuo sangue. Se ciò non ti preme,
79.8come potranno in te gli altri aver speme?—
80.1Di sdegno Orlando, ancor che giusto e pio,
80.2fu per scoppiar, perché volea celarlo,
80.3come di Gano il nuovo oltraggio udio;
80.4e benché fa pensier di seguitarlo,
80.5pur se ne scusa e mostrasi restio,
80.6ché far non vuol sì grave ingiuria a Carlo,
80.7per commission del qual sa ch'avea Gano
80.8posto in Marsiglia e ne la donna mano.
81.1Così risponde, e tuttavia dirizza
81.2a far di ciò il contrario ogni disegno;
81.3ché l'onta sì de la cugina attizza,
81.4sì accresce il foco de l'antiquo sdegno,
81.5che non truova per l'ira e per la stizza
81.6loco che 'l tenga, e non può stare al segno:
81.7a pena aspettar può che notte sia,
81.8per pigliar dietro al traditor la via.
82.1Né Brigliador né Vaglientino prese,
82.2perché troppo ambi conosciuti furo;
82.3ma di pel bigio un gran corsier ascese,
82.4ch'avea il capo e le gambe e il crine oscuro:
82.5lassò il quartiero e l'altro usato arnese,
82.6e tutto si vestì d'un color puro:
82.7partì la notte, e non fu chi sentisse,
82.8se non Terigi sol, che si partisse.
83.1Gano per l'acque Sestie, indi pel monte
83.2alla man destra avea preso il camino;
83.3passò Druenza et Issara, ove il fonte
83.4a men di quattro miglia era vicino:
83.5ché nel paese entrar volea del conte
83.6Macario di Losana, suo cugino;
83.7e per terre di Svizzeri andar poi,
83.8e per Lorena, a' Maganzesi suoi.
84.1Orlando venne accelerando il passo,
84.2ch'ogni via sapea quivi o breve o lunga;
84.3e come cacciator ch'attenda al passo
84.4ch'a ferire il cingial nel spiedo giunga,
84.5si mise fra dui monti dietro un sasso;
84.6né molto Gano il suo venir prolunga,
84.7che dinanzi e di dietro e d'ambi i lati
84.8cinta la donna avea d'uomini armati.
85.1Lassò di molta turba andare inante
85.2Orlando, prima che mutasse loco;
85.3ma come vide giunger Bradamante,
85.4parve bombarda a cui sia dato il foco:
85.5con sì fiero e terribile sembiante
85.6l'assalto cominciò, per durar poco:
85.7la prima lancia a Gano il petto afferra,
85.8e ferito aspramente il mette a terra.
86.1Passò lo scudo, la corazza e il petto;
86.2e se l'asta allo scontro era più forte,
86.3gli seria dietro apparso il ferro netto,
86.4né data fòra mai più degna morte.
86.5Pur giacer gli conviene a suo dispetto,
86.6né quindi si può tòr, ch'altri nol porte:
86.7Orlando il lassa in terra e più nol mira,
86.8volta il cavallo e Durindana aggira.
87.1Le braccia ad altri, ad altri il capo taglia;
87.2chi fin a' denti e chi più basso fende;
87.3chi ne la gola e chi ne la inguinaglia,
87.4chi forato nel petto in terra stende.
87.5Non molto in lungo va quella battaglia,
87.6ché tutta l'altra turba a fuggir prende:
87.7gli caccia quasi Orlando meza lega,
87.8indi ritorna e la cugina slega.
88.1La quale, eccetto l'elmo, il scudo e il brando,
88.2tutto il resto de l'armi ritenea:
88.3ché Gano, per alzar sua gloria, quando
88.4non più ch'una donzella presa avea,
88.5pensò, avendola armata, ir dimostrando
88.6che 'l medesimo onor se gli dovea
88.7ch'ad Ercole e Teseo gli antiqui dènno
88.8di quel ch'a Termodonte in Scizia fenno.
89.1Orlando, che non volse conosciuto
89.2esser d'alcun, indi accusato a Carlo;
89.3e per ciò con un scudo era venuto
89.4d'un sol color, che fece in fretta farlo;
89.5andò là dove Gano era caduto,
89.6e prima l'elmo, senza salutarlo,
89.7e dopo il scudo, la spada gli trasse,
89.8e volse che la donna se n'armasse.
90.1Poi se n'andò fin che a Mattafellone,
90.2il buon destrier di Gan, prese la briglia,
90.3e ritornando fece ne l'arcione
90.4salir d'Amon la liberata figlia;
90.5né, per non dar di sé cognizione,
90.6levò mai la visiera da le ciglia:
90.7poi, senza dir parola, il freno volse,
90.8e di lor vista in gran fretta si tolse.
91.1Bradamante lo prega che 'l suo nome
91.2le voglia dire, et ottener nol puote:
91.3Orlando in fretta il destrier sprona, e come
91.4corrier che vada a gara, lo percuote.
91.5Va Bradamante a Gano, e per le chiome
91.6gli leva il capo, e due e tre volte il scuote;
91.7et alza il brando nudo ad ogni crollo,
91.8con voglia di spiccar dal busto il collo.
92.1Ma poi si avvide che, lasciandol vivo,
92.2potria Marsiglia aver per questo mezo,
92.3e gli faria bramar, d'ogn'agio privo,
92.4che di sé fosse già polvere e lezo.
92.5Come ladro il legò, non che cattivo,
92.6e col capo scoperto al sole e al rezo,
92.7per lunga strada or dietro sel condusse,
92.8or cacciò innanzi a gran colpi di busse.
93.1Quella sera medesima veduto
93.2le venne quel scudier del quale io dissi
93.3ch'andò a Valenza a dimandare aiuto,
93.4né parve a lui che Orlando lo esaudissi;
93.5indi era dietro all'orme egli venuto
93.6di Gano, per veder ciò che seguissi
93.7de la sua donna, e per poter di quella
93.8ai fratelli portar poi la novella.
94.1A costui diede la capezza in mano,
94.2che pel collo, pei fianchi e per le braccia,
94.3sopra un debol roncin l'iniquo Gano
94.4traea legato a discoperta faccia.
94.5Curar la piaga gli fe' da un villano,
94.6che per bisogno in tal opre s'impaccia;
94.7il qual, stridendo Gano per l'ambascia,
94.8tutta l'empie di sal, e a pena fascia.
95.1Il Maganzese al collo un cerchio d'oro
95.2e preziose annella aveva in dito,
95.3et alla spada un cinto di lavoro
95.4molto ben fatto e tutto d'or guarnito;
95.5e queste cose e l'altre che trovoro
95.6di Gano aver del ricco e del polito,
95.7la donna a Sinibaldo tutte diede,
95.8ch'era di maggior don degna sua fede.
96.1A Sinibaldo, che così nomato
96.2era il scudier, con l'altre anco concesse
96.3la gemma in che Vertunno era incantato,
96.4ma non sapendo quanto ella gli desse;
96.5né sapendolo ancora a chi fu dato,
96.6con l'altre annella in dito se lo messe;
96.7stimòllo et ebbe in prezzo, ma minore
96.8di quel ch'avria, sapendo il suo valore.
97.1Pel Delfinato, indi per Linguadoca
97.2ne va, dove trovar spera il fratello,
97.3ch'avea Guascogna, o ne restava poca,
97.4omai ridotta al suo voler ribello.
97.5Come la volpe che gallina od oca,
97.6o lupo che ne porti via l'agnello
97.7per macchie o luoghi ove in perpetuo adugge
97.8l'ombra le pallide erbe, ascoso fugge;
98.1ella così da le città si scosta
98.2quanto più può, né dentro mura alloggia;
98.3ma dove trovi alcuna casa posta
98.4fuor de la gente, ivi si corca o appoggia:
98.5il giorno mangia e dorme e sta riposta,
98.6la notte al camin suo poi scende e poggia:
98.7le par mill'anni ogni ora che 'l ribaldo
98.8s'indugi a dar prigion al suo Rinaldo.
99.1Come animal selvatico, ridotto
99.2pur dianzi in gabbia o in luogo chiuso e forte,
99.3corre di qua e di là, corre di sotto,
99.4corre di sopra, e non trova le porte;
99.5così Gano, vedendosi condotto
99.6da' suoi nimici a manifesta morte,
99.7cercava col pensier tutti gli modi
99.8che lo potesson trar fuor di quei nodi.
100.1Pur la guardia gli lascia un dì tant'agio,
100.2che dà de l'esser suo notizia a un oste;
100.3e gli promette trarlo di disagio
100.4s'andar vuol a Baiona per le poste,
100.5et al Lupo figliuol di Bertolagio
100.6far che non sien le sue miserie ascoste:
100.7ch'in costui spera, tosto che lo intenda,
100.8ch'alli suoi casi alcun rimedio prenda.
101.1L'oste, più per speranza di guadagno
101.2che per esser di mente sì pietosa,
101.3salta a cavallo, e la sferza e 'l calcagno
101.4adopra, e notte o dì poco riposa:
101.5giunse, io non so s'io dica al Lupo o all'agno:
101.6so ch'io l'ho da dir agno in una cosa:
101.7ch'era di cor più timido che agnello,
101.8nel resto lupo insidioso e fello.
102.1Tosto che 'l Lupo ha la novella udita,
102.2senza far il suo cor noto a persona,
102.3con cento cavallier de la più ardita
102.4gente ch'avesse, uscì fuor di Baiona;
102.5e verso dove avea la strada uscita
102.6che facea Bradamante, in fretta sprona;
102.7poi si nasconde in certe case guaste
102.8ch'era tra via, ma ch'a celarlo baste.
103.1L'oste quivi lasciando i Maganzesi,
103.2andò per trovar Gano e Bradamante,
103.3ché da l'insidie e dagli lacci tesi
103.4non pigliassero via troppo distante.
103.5Non molto andò che di lucenti arnesi
103.6guarnito un cavallier si vide inante,
103.7che cacciando il destrier più che di trotto,
103.8parea da gran bisogno esser condotto.
104.1Galoppandoli innanzi iva un valletto,
104.2due damigelle poi, poi veniva esso:
104.3le damigelle avean l'una l'elmetto,
104.4la lancia e 'l scudo all'altra era commesso.
104.5Prima che giunga ove lor possa il petto
104.6vedere o 'l viso, o più si faccia appresso,
104.7l'oste all'incontro la figlia d'Amone
104.8vede venir col traditor prigione.
105.1Poi vide il cavallier da le donzelle,
105.2tosto ch'a Bradamante fu vicino,
105.3ire a 'bracciarla, et accoglienze belle
105.4far l'una all'altra a capo umile e chino;
105.5e poi ch'una o due volte iterar quelle,
105.6volgersi e ritornar tutte a un camino:
105.7e chi pur dianzi in tal fretta venia,
105.8lasciar per Bradamante la sua via.
106.1Quest'era l'animosa sua Marfisa,
106.2la qual non si fermò, tosto ch'intese
106.3de la cognata presa, et in che guisa;
106.4e per ir in Maganza il camin prese,
106.5certa di liberarla, pur ch'uccisa
106.6già non l'avesse il Conte maganzese;
106.7e se morta era, far quivi tai danni,
106.8che desse al mondo da parlar mill'anni.
107.1L'oste giunse tra lor e salutolle
107.2cortesemente, e mostrò far l'usanza,
107.3ché la sera albergar seco invitolle,
107.4e finse che non lungi era la stanza;
107.5poi, mal accorto, a Gano accennar volle,
107.6e del vicino aiuto dar speranza:
107.7ma dal scudier che Gano avea legato
107.8fu il misero veduto et accusato.
108.1Marfisa, ch'avea l'ira e la man presta,
108.2lo ciuffò ne la gola, e l'avria morto,
108.3se non facea la cosa manifesta
108.4ch'avea per Gano ordita, et il riporto;
108.5pur gli travolse in tal modo la testa,
108.6ch'andò poi, fin che visse, a capo torto.
108.7Le chiome in fretta armar, ch'eran scoperte,
108.8de le vicine insidie amendue certe.
109.1Tolgon tra lor con ordine l'impresa,
109.2che Bradamante non s'abbia a partire,
109.3ma star del traditor alla difesa,
109.4ch'alcun nol scioglia né faccia fuggire;
109.5e che Marfisa attenda a fare offesa
109.6a' Maganzesi, ucciderli e ferire.
109.7Così ne van verso la casa rotta,
109.8dove i nimici ascosi erano in frotta.
110.1L'altre donzelle e i dui scudier restaro,
110.2ch'eran senz'armi, non troppo lontano;
110.3Bradamante e Marfisa se n'andaro
110.4verso gli aguati, avendo in mezo Gano.
110.5Tosto che dritto il loco si trovaro,
110.6saltò Marfisa con la lancia in mano
110.7dentro alla porta, e messe un alto grido,
110.8dicendo: — Traditor, tutti vi uccido. —
111.1Come chi vespe o galavroni o pecchie
111.2per follia va a turbar ne le lor cave,
111.3se gli sente per gli occhi e per l'orecchie
111.4armati di puntura aspera e grave;
111.5così fa il grido de le mura vecchie
111.6del rotto albergo uscir le genti prave
111.7con un strepito d'armi e, da ogni parte,
111.8tanto rumor ch'avria da temer Marte.
112.1Marfisa, che dovunque apparia il caso
112.2più periglioso divenia più ardita,
112.3con la lancia mandò quattro all'occaso,
112.4che trovò stretti insieme in su l'uscita;
112.5e col troncon, ch'in man l'era rimaso,
112.6solo in tre colpi a tre tolse la vita.
112.7Ma tornate ad udir un'altra volta
112.8quel che fe' poi ch'ebbe la spada tolta.
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