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XXXVIII

Rime

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1.1Pervenut'è, insin nel secul nostro,
1.2che tante volte il cuor di Prometeo
1.3con l'altre parti dentro si rifeo,
1.4di quante se ne pasce un duro rostro;
2.1il che parria forse terribil mostro,
2.2se non fesse di me simil trofeo
2.3sovent'Amor, ch'a scriverlo poteo
2.4far del mio lagrimar penna e inchiostro.
3.1Io piango, e sento ben che 'l cor si sface;
3.2e allor, quand'egli è per venir meno,
3.3debile, smunto e punto per l'affanno,
4.1o Dio! nascoso sento che 'l riface
4.2el mio destin: laonde eterne fieno
4.3le pene che mi disfano e rifanno.
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