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SONETTO LXXVIII.

Rime

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1.1Come talor chi follemente i rai
1.2Mira fiso del sol, ch'altrove volto
1.3Nulla non vede, tanto ancor del molto
1.4Splendor ritien, che vince altrui d'assai;
2.1Tal io nel cominciar tanto gustai
2.2Di mele, e tal dolce, ebbi, ch'ora involto
2.3Nel fel, non sento il tosco, e lieto e sciolto
2.4Vivo fra mille lacci e mille guai.
3.1E so ben poi, che dopo alcuno spazio
3.2Scorgerò i segni, e piangerò l'amaro,
3.3Ch'or più soave assai, ch'ambrosia parme.
4.1Ma sia che può; ché la pena, e lo strazio
4.2Da quei begli occhi m'è sì dolce e caro,
4.3Ch'io non posso da lor, né voglio aitarme.
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