about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

LA GRATITUDINE

Odi

PoeTree.it

1.1Parco di versi tessitor ben fia
1.2Che me l'Italia chiami;
1.3Ma non sarà che infami
1.4Taccia d'ingrato la memoria mia.
1.5Vieni o Cetra al mio seno;
1.6E canto illustre al buon Durini sciogli,
1.7Cui di fortuna dispettosi orgogli
1.8Duro non stringon freno;
1.9Sì che il corso non volga ovunque ei sente
1.10Non ignobil favilla arder di mente.
2.1Me pur dall'ombra de' volgari ingegni
2.2Tolse nel suo pensiero;
2.3E con benigno impero
2.4Collocò repugnante in fra i più degni.
2.5Me fatto idolo a lui
2.6Guatò la invidia con turbate ciglia;
2.7Mentre in tanto splendor gran meraviglia
2.8A me medesmo io fui:
2.9E sdegnoso pudore il cor mi punse,
2.10Che all'alta cortesìa stimoli aggiunse.
3.1Solenne offrir d'ambiziose cene,
3.2Onde frequente schiera
3.3Sazia si parta e altera,
3.4Non è il favor di che a bearmi ei viene.
3.5Mortale, a cui la sorte
3.6Cieco diede versar d'enormi censi,
3.7Sol di tai fasti celebrar sè pensi
3.8E la turba consorte.
3.9Chi sovra l'alta mente il cor sublima
3.10Meglio sè stesso e i sacri ingegni estima.
4.1Cetra il dirai; poi che a mostrarsi grato,
4.2Fuor che fidar nell'ali
4.3De la fama immortali,
4.4Non altro mezzo all'impotente è dato.
4.5Quei, che al fianco de' regi
4.6Tanto sparse di luce e tanto accolse
4.7Fin che le chiome de la benda involse
4.8Premio di fatti egregi,
4.9A me, che l'orma umìl tra il popol segno,
4.10Scender dall'alto suo non ebbe a sdegno.
5.1E spesso i Lari miei, novo stupore!
5.2Vider l'ostro romano
5.3Riverberar nel vano
5.4Dell'angusta parete almo fulgore:
5.5E di quell'ostro avvolti
5.6Vider natìa bontà, clemente affetto,
5.7Ingenui sensi nel vivace aspetto
5.8Alteramente scolti,
5.9E quanti alma gentil modi ha più rari,
5.10Onde fortuna ad esser grande impari.
6.1Qual nel mio petto ancor siede costante
6.2Di quel dì rimembranza,
6.3Quando in povera stanza
6.4L'alta forma di lui m'apparve innante!
6.5Sirio feroce ardea:
6.6Ed io, fra l'acque in rustic'urna immerso,
6.7E a le Naiadi belle umil converso,
6.8Oro non già chiedea
6.9Che a me portasser dall'alpestre vena,
6.10Ma te cara salute al fin serena.
7.1Ed ecco, i passi a quello dio conforme
7.2Cui finse antico grido
7.3Verso il materno lido
7.4Dal Xanto ritornar con splendid'orme,
7.5Ei venne; e al capo mio
7.6Vicin si assise; e da gli ardenti lumi
7.7E da i novi spargendo atti e costumi
7.8Sovra i miei mali oblìo,
7.9A me di me tali degnò dir cose;
7.10Che tenerle fia meglio al vulgo ascose.
8.1Io del rapido tempo in vece a scorno
8.2Custodirò il momento,
8.3Ch'ei con nobil portento
8.4Ruppe lo stuol, che a lui venìa dintorno;
8.5E solo accorse; e ratto,
8.6Me, nel sublime impaziente cocchio
8.7Per la negata ohimè forza al ginocchio
8.8Male ad ascender atto,
8.9Con la man sopportò lucidi dardi
8.10Di sacre gemme sparpagliante a i guardi.
9.1Come la Grecia un dì gl'incliti figli
9.2Di Tindaro credette
9.3Agili su le vette
9.4De le navi apparir pronti a i perigli;
9.5E di felice raggio
9.6Sfavillando il bel crin biondo e le vesti,
9.7Curvare i rosei dorsi; e le celesti
9.8Porger braccia, coraggio
9.9Dando fra l'alte minaccianti spume
9.10Al trepido nocchier caro al lor nume:
10.1Tale in sembianti ei parve oltra il mortale
10.2Uso benigni allora;
10.3Onde quell'atto ancora
10.4Di giocondo tumulto il cor m'assale:
10.5Chè la man, ch'io mirai
10.6Dianzi guidar l'amata genitrice,
10.7Ahi prima del morir tolta infelice
10.8Del sole a i vaghi rai,
10.9E tolta dal veder per lei dal ciglio
10.10Sparger lagrime illustri il caro figlio:
11.1Quella man, che gran tempo a lato a i troni
11.2Onde frenato è il mondo,
11.3Di consiglio profondo
11.4Carte seppe notar propizie a i buoni:
11.5Quella che, mentre ei presse
11.6De le chiare provincie i sommi seggi,
11.7Grate al popol donò salubri leggi;
11.8Quella il mio fianco resse
11.9Insigne aprendo a la fastosa etade
11.10Spettacol di modestia e di pietade.
12.1Uomo, a cui la natura e il ciel diffuse
12.2Voglie nel cor benigne,
12.3Qualor desìo lo spigne
12.4L'arti a seguir de le innocenti Muse,
12.5Il germe in lui nativo
12.6Con lo aggiunto vigor molce ed affina,
12.7Pari a nobile fior, cui cittadina
12.8Mano in tiepido clivo
12.9Educa e nutre, e da più ricche foglie
12.10Cara copia d'odori all'aria scioglie.
13.1Costui, se poi dintorno a sè conteste
13.2D'onori e di fortuna
13.3Fulgide pompe aduna,
13.4Pregiate allor che a la virtù son veste,
13.5Costui de' proprj tetti
13.6Suo ritroso favor già non circonda;
13.7Ma con pubblica luce esce e ridonda
13.8Sopra gl'ingegni eletti,
13.9Destando ardor per le lodevol'opre,
13.10Che le genti e l'età di gloria copre.
14.1Non va la mente mia lungi smarrita
14.2Co' versi lusinghieri;
14.3Ma per varj sentieri
14.4Dell'inclito DURIN l'indole addita:
14.5E, come falco ordisce
14.6Larghi giri nel ciel volto a la preda;
14.7Tal, benchè vagabondo altri lo creda,
14.8Me il mio canto rapisce
14.9A dir com'egli a me davanti egregio
14.10Uditor tacque; ed al Licèo diè pregio.
15.1Quando dall'alto disprezzando i rudi
15.2Tempi a cui tutto è vile
15.3Fuor che lucro servile;
15.4Solo de' grandi entrar fu visto; e i nudi
15.5Scanni repente cinse
15.6De' lucidi spiegati ostri sedendo;
15.7E al giovane drappel, che a lui sorgendo
15.8Di bel pudor si tinse,
15.9Lene compagno ad ammirar sè diede;
15.10E grande a i detti miei acquistò fede.
16.1Onde osai seguitar del miserando
16.2Di Làbdaco nipote
16.3Le terribili note
16.4E il duro fato e i casi atroci e il bando;
16.5Quale all'Attiche genti
16.6Già il finse di colui l'altero carme,
16.7Che la patria onorò trattando l'arme
16.8E le tibie piagnenti;
16.9E de le regie dal destin converse
16.10Sorti, e dell'arte inclito esempio offerse.
17.1Simuli quei, che più sè stesso ammira,
17.2fuggir l'aura odorosa
17.3Che da i labbri di rosa
17.4La bellissima lode a i petti inspira;
17.5Lode figlia del cielo,
17.6Che mentre a la virtù terge i sudori,
17.7E soave origlier spande d'allori
17.8A la fatica e al zelo,
17.9Nuove in alma gentil forze compone;
17.10E gran premio dell'opre al meglio è sprone.
18.1Io non per certo i sensi miei scortese
18.2Di stoico superbo
18.3Manto celati serbo,
18.4Se propizia giammai voce a me scese.
18.5Nè asconderò che grata
18.6Ei da le labbra melodia mi porse,
18.7Quando facil per me grazia gli scorse
18.8Da me non lusingata;
18.9Poi che tropp'alto al cor voto s'imprime
18.10D'uom che ingegno e virtudi alzan sublime.
19.1Pur, se lice che intero il ver si scopra,
19.2Dirò che più mi piacque
19.3Allor che di me tacque,
19.4E del prisco cantor fe' plauso all'opra.
19.5Sorser le giovanili
19.6Menti da tanta autorità commosse:
19.7Subita fiamma inusitata scosse
19.8Gli spiriti gentili,
19.9Che con novo stupor dietro a gl'inviti
19.10De la greca beltà corser rapiti.
20.1Onde come il cultor, che sopra il grembo
20.2De' lavorati campi
20.3Mira con fausti lampi
20.4Stendersi repentino estivo nembo;
20.5E tremolar per molta
20.6Pioggia con fresco mormorìo le frondi;
20.7E di novi al suo piè verdi giocondi
20.8Rider la biada folta,
20.9Tal io fui lieto, e nel pensier descrissi
20.10Belle speranze a la mia Insubria, e dissi:
21.1Vedrò vedrò da le mal nate fonti,
21.2Che di zolfo e d'impura
21.3Fiamma e di nebbia oscura
21.4Scendon l'Italia ad infettar da i monti;
21.5Vedrò la gioventude
21.6I labbri torcer disdegnosi e schivi,
21.7E a i limpidi tornar di Grecia rivi,
21.8Onde natura schiude
21.9Almo sapor, che a sè contrario il folle
21.10Secol non gusta, e pur con laudi estolle.
22.1Questi è il Genio dell'arti. Il chiaro foco
22.2Onde tutt'arde e splende
22.3Irrequieto ei stende
22.4Simile all'alto sol di loco in loco.
22.5Il Campidoglio e Roma
22.6Lui ancor biondo il crine ammirar vide
22.7I supremi del bello esempi e guide,
22.8Che lunga età non doma;
22.9E il concetto fervore e i novi auspicj
22.10Largo versar di Pallade a gli amici.
23.1Nè già, benchè per rapida le penne
23.2Strada d'onor levasse,
23.3Da sè rimote o basse
23.4Le prime cure onde fu vago ei tenne:
23.5O se con detti armati
23.6D'integra fede e cor di zelo accenso
23.7Osò l'ardua tentar fra nuvol denso
23.8Mente de i re scettrati;
23.9O se nel popol poi con miti e pure
23.10Man le date spiegò verghe e la scure.
24.1Però che dove o fra le reggie eccelse
24.2Loco all'arti divine
24.3O in umili officine
24.4O in case ignote la fortuna scelse,
24.5Ivi amabil decoro
24.6E saggia meraviglia al merto desta
24.7Venne guidando, e largità modesta,
24.8E de le grazie il coro
24.9Co' festevoli applausi ora discinti
24.10Or de' bei nodi de le Muse avvinti.
25.1Anzi, come d'Alcide e di Tesèo
25.2Suona che da le vive
25.3Genti a le inferne rive
25.4L'ardente cortesìa scender potèo;
25.5Ed ei così la notte
25.6Ruppe dove l'oblìo profondo giace;
25.7E al lieto de la fama aere vivace
25.8Tornò le menti dotte;
25.9E l'opre lor, dopo molt'anni e lustri,
25.10Di sue vigilie allo splendor fe' illustri.
26.1Tal che onorato ancor sul mobil etra
26.2Va del suo nome il suono
26.3Dove il chiaro Polono
26.4Dell'arbitro vicino al fren s'arretra;
26.5Dove il regal Parigi
26.6Novi a sè fati oggi prepara, e dove
26.7L'ombra pur anco del gran Tosco move
26.8Che gli antiqui vestigi
26.9Del saper discoperse, e fèo la chiusa
26.10Valle sonar di così nobil Musa.
27.1È ver che, quali entro al lor fondo avito
27.2I Fabrizi e i Cammilli
27.3Tornar godean tranquilli
27.4Pronti sempre del Tebro al sacro invito:
27.5Tal di sè solo ei pago
27.6Lungi dall'aura popolar s'invola;
27.7E mentre il ciel più gloriosa stola
27.8Forse d'ordirgli è vago,
27.9Tra le ville natali e l'aere puro
27.10Da i flutti or sta d'ambizion securo.
28.1Ma i cari studj a lui compagni annosi,
28.2E a i popoli ed all'arti
28.3I beneficj sparti
28.4Son del suo corso splendidi riposi.
28.5Vedi ampliarsi alterno
28.6Di moli aspetto ed orti ed agri ameni,
28.7Onde quei che al suo merto accesser beni
28.8E il tesoro paterno
28.9Versa; e dovunque divertir gli piaccia,
28.10L'ozio da i campi e l'atra inopia caccia.
29.1Vedi i portici e gli atrj ov'ei conduce
29.2Il fervido pensiere,
29.3E le di libri altere
29.4Pareti, che del vero apron la luce:
29.5O ch'ei di sè maestro
29.6Nell'alto de le cose ami recesso
29.7Gir meditando, o il plettro a lui concesso
29.8Tentar con facil estro;
29.9E in carmi, onde la bella alma si spande,
29.10Soavi all'amistà tesser ghirlande.
30.1Ed ecco il tempio ove, negati altronde,
30.2Qual da novo Elicona
30.3Premj all'ingegno ei dona;
30.4E fiamme acri d'onore altrui diffonde.
30.5Ecco ne' segni sculti
30.6Quei che del nome lor la patria ornaro,
30.7Onde sol generoso erge all'avaro
30.8Oblìo nobili insulti;
30.9E quelle glorie a la città rivela,
30.10Ch'ella a sè stessa ingiuriosa cela.
31.1Dove o Cetra? Non più. Rari i discreti
31.2Sono: e la turba è densa
31.3Che già derider pensa
31.4I facili del labbro a uscir segreti.
31.5Di lui questa all'orecchio
31.6Parte de' sensi miei salgane occulta,
31.7Sì che del cor, che al beneficio esulta,
31.8Troppo limpido specchio
31.9Non sia che fiato invidioso appanni,
31.10Che me di vanti e lui d'error condanni.
32.1Lungi o profani! Io d'importuna lode
32.2Vile mai non apersi
32.3Cambio; nè in blandi versi
32.4Al giudizio volgar so tesser frode.
32.5Oro nè gemme vani
32.6Sono al mio canto: e dove splenda il merto
32.7Là di fiore immortal ponendo serto
32.8Vo con libere mani:
32.9Nè me stesso nè altrui allor lusingo
32.10Che poetica luce al vero io cingo.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)