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LA MAGISTRATURA

Odi

PoeTree.it

1.1Se robustezza ed oro
1.2Utili a far cammino il ciel mi desse,
1.3Vedriansi l'orme impresse
1.4De le rote, che lievi al par di Coro
1.5Me porterebbon, senza
1.6Giammai posarsi, a la gentil Vicenza:
2.1Onde arguta mi viene
2.2E penetrante al cor voce di donna,
2.3Che vaga e bella in gonna,
2.4Dell'altro sesso anco le glorie ottiene;
2.5Fra le Muse immortali
2.6Con fortunato ardir spiegando l'ali.
3.1E da gli occhi di lei
3.2Oltre lo ingegno mio fatto possente,
3.3Rapido da la mente
3.4Accesa il desiato Inno trarrei,
3.5Colui ponendo segno
3.6Che de gli onori tuoi, Vicenza, è degno.
4.1Che dissi? Abbian vigore
4.2Di membra quei che morir denno ignoti;
4.3E sordidi nipoti
4.4Spargan d'avi lodati aureo splendore.
4.5Noi delicati, e nudi
4.6Di tesor, che nascemmo ai sacri studj,
5.1Noi, quale in un momento
5.2Da mosso speglio il suo chiaror traduce
5.3Riverberata luce,
5.4Senza fatica in cento parti e in cento,
5.5Noi per monti e per piani
5.6L'agile fantasìa porta lontani.
6.1Salute a te, salute
6.2Città, cui da la Berica pendice
6.3Scende la copia, altrice
6.4De' popoli, coperta di lanute
6.5Pelli e di sete bionde,
6.6Cingendo al crin con spiche uve gioconde.
7.1A te d'aere vivace
7.2A te il ciel di salubri acque fe' dono.
7.3Caro tuo pregio sono
7.4Leggiadre donne, e giovani a cui piace
7.5Ad ogni opra gentile
7.6L'animo esercitar pronto e sottile.
8.1Il verde piano e il monte,
8.2Onde sì ricca sei, caccian la infame
8.3Necessità, che brame
8.4Cova malvage sotto al tetro fronte;
8.5Mentre tu l'arti opponi
8.6All'ozio vil corrompitor de' buoni.
9.1E lungi da feroce
9.2Licenza e in un da servitude abbietta,
9.3Ne vai per la diletta
9.4Strada di libertà dietro a la voce,
9.5Onde te stessa reggi,
9.6De' bei costumi tuoi, de le tue leggi.
10.1Leggi, che fin dagli anni
10.2Prischi non tolse il domator Romano;
10.3Nè cancellàr con mano
10.4Sanguinolenta i posteri tiranni;
10.5Fin che il Lione altero
10.6Te amica aggiunse al suo pacato impero.
11.1E quei mutar non gode
11.2Il consueto a te ordin vetusto;
11.3Ma generoso e giusto
11.4Vuol che ne venga vindice e custode
11.5Al variar de' lustri
11.6Fresco valor degli ottimati illustri.
12.1Ahi! quale a me di bocca
12.2Fugge parlar, che te nel cor percote,
12.3A cui già su le gote
12.4Con le lagrime sparso il duol trabocca,
12.5E par che solo un danno
12.6Cotanti beni tuoi volga in affanno!
13.1Lassa! davanti al tempio
13.2Che sul tuo colle tanti gradi sale,
13.3Supplicavi che uguale
13.4A un secol fosse con novello esempio
13.5Il quinquennio sperato
13.6Quando l'inclito Gritti a te fu dato.
14.1Ed ecco, a pena lieto
14.2Sopra l'aureo sentier battea le penne,
14.3A fulminarlo venne
14.4Repentino cadendo alto decreto,
14.5Che, quasi al vento foglie,
14.6Ogni speranza tua dissipa e toglie.
15.1E qual dall'anelante
15.2Suo sen divelto innanzi tempo vede
15.3Lungi volgere il piede
15.4Nova tenera sposa il caro amante,
15.5Che tromba e gloria avita
15.6Per la patria salute altronde invita:
16.1Così l'eroe tu miri
16.2Da te partirsi: e di te stessa in bando,
16.3Vedova afflitta errando
16.4E di querele empiendo e di sospiri
16.5I fori ed i teatri
16.6E le vie già sì belle e i ponti e gli atrj
17.1E i templi a le divine
17.2Cure sagrati, che di te sì degni,
17.3De' tuoi famosi ingegni
17.4Ahimè! l'arte non pose a questo fine,
17.5Altro più ben non godi
17.6Che tra gli affanni tuoi cantar sue lodi.
18.1Non già perch'ei non porse
18.2Le mani a l'oro o a le lusinghe il petto;
18.3Nè sopra l'equo e il retto
18.4Con l'arbitro voler giammai non sorse;
18.5Nè le fidate a lui
18.6Spada o lanci detorse in danno altrui.
19.1Vile dell'uomo è pregio
19.2Non esser reo. Costui da i chiari apprese
19.3Atavi donde scese,
19.4D'alte glorie a infiammar l'animo egregio,
19.5E a gir dovunque in forme
19.6Più insigni de' miglior splendano l'orme.
20.1Chi sì benigno e forte
20.2Di Temide impugnò l'util flagello?
20.3O chi pudor sì bello
20.4Diede all'augusta autorità consorte?
20.5O con sì lene ciglio
20.6Fe' l'imperio di lei parer consiglio?
21.1Davanti a più maturo
21.2Giudizio le civili andar fortune,
21.3O starsene il comune
21.4Censo in maggior frugalità securo
21.5Quando giammai si vide
21.6Ovunque il giusto le sue norme incide?
22.1Ei, se il dover lo impose,
22.2Al veder lince, al provveder fu pardo;
22.3Ei del popolo al guardo
22.4Gli arcani altrui, non sè medesmo ascose;
22.5Nè occulto orecchio sciolse,
22.6Ma solenne tra i fasci il vero accolse.
23.1Ei gli audaci repressi
23.2Tenne con l'alma dignità del viso;
23.3Ei con dolce sorriso,
23.4Poi che del grado a sollevar gli oppressi
23.5Tutto il poter consunse,
23.6A la giustizia i beneficj aggiunse.
24.1E tal suo zelo sparse,
24.2Che grande a i grandi, al cittadino pari,
24.3Uom comune ai volgari,
24.4Rettor, giudice, padre, a tutti apparse;
24.5Destando in tutti, estreme
24.6Cose, amicizia e riverenza insieme.
25.1Ben chiamarsi beata
25.2Può fra povere balze e ghiacci e brume,
25.3Gente cui sia dal nume
25.4Simil virtude a preseder mandata.
25.5Or qual fu tua ventura,
25.6Città, cui tanto il ciel ride e natura!
26.1Ma balsamo, che tolto
26.2Vien di sotterra, e s'apre al chiaro giorno,
26.3Subitamente intorno
26.4Con eterea fragranza erra disciolto;
26.5Tal che il senso lo ammira,
26.6E ognun di possederne arde e sospira.
27.1Quale stupor, se brama
27.2Del nobil figlio al gran Senato nacque;
27.3E repente, fra l'acque
27.4Onde lungi provvede, a sè il richiama?
27.5Di tanto senno ai raggi
27.6Voti non sorser mai, altro che saggi.
28.1Non vedi quanti aduna
28.2Ferri e fochi su l'onda e su la terra
28.3Vasto mostro di guerra,
28.4Che tre Imperi commette a la Fortuna;
28.5E con terribil faccia
28.6Anco l'altrui securità minaccia?
29.1Or convien che s'affretti,
29.2Cotanto a le superbe ire vicina,
29.3Del mar l'alta Regina
29.4Il suo fianco a munir d'uomini eletti,
29.5Ov'ardan le sublimi
29.6Anime di color che opposer primi
30.1Al rio furore esterno
30.2Il valor la modestia ed i consigli;
30.3E dai miseri esigli
30.4Fecer l'Adria innalzarsi a soglio eterno;
30.5E sonar con preclare
30.6Opre del nome lor la terra e il mare.
31.1Godi, Vicenza mia,
31.2Che il Gritti a fin sì glorioso or vola:
31.3E il tuo dolor consola,
31.4Mirando qual segnò splendida via
31.5Co' brevi esempi suoi
31.6Alla virtù di chi verrà da poi.
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