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LXXII

Rime

PoeTree.it

1.1Gioia m´abonda al cor tanta e sì pura,
1.2tosto che la mia donna scorgo e miro,
1.3che ´n un momento ad ogni aspro martiro,
1.4in ch´ei giacesse, lo ritoglie e fura;
1.5e s´io potessi un dì per mia ventura
1.6queste due luci desiose in lei
1.7fermar, quant´io vorrei,
1.8su nel ciel non è spirto sì beato,
1.9con ch´io cangiassi il mio felice stato.
2.1Da l´altra parte un suo ben leve sdegno
2.2di sì duri pensier mi copre e ´ngombra,
2.3che, se durasse, poca polve et ombra
2.4faria di me, né poria umano ingegno
2.5trovar al viver mio scampo o ritegno:
2.6e se ´l trovasse, non si prova e sente
2.7pena giù nel dolente
2.8cerchio di Stige e ´n quello eterno foco,
2.9che, posta col mio mal, non fosse un gioco.
3.1Né fia per tutto ciò, che quella voglia,
3.2che con sì forte laccio il cor mi strinse,
3.3quando primieramente Amor lo vinse,
3.4rallenti il nodo suo, non pur discioglia,
3.5mentre in piè si terrà questa mia spoglia;
3.6ché la radice, onde ´l mio dolor nasce,
3.7in guisa nutre e pasce
3.8l´anima, che di lui mai non mi pento,
3.9anzi son di languir sempre contento.
4.1Canzon, e vo´ ben dir cotanto avanti:
4.2fra tutti i lieti amanti
4.3quanto dolce in mill´anni Amor comparte,
4.4del mio amaro non val la minor parte.
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