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1.1Dal più profondo e tenebroso centro,
1.2dove Dante ha alloggiato i Bruti e i Cassî,
1.3fa, Florimonte mio, nascere i sassi
1.4la vostra mula per urtarvi dentro.
2.1Deh, perch'a dir delle sue lode io entro,
2.2che per dir poco è meglio io me la passi?
2.3Ma bisogna pur dirne, s'io crepassi,
2.4tanto il ben ch'io le voglio è ito adentro.
3.1Come a chi rece, senza riverenza,
3.2regger bisogna il capo con due mani,
3.3così anche alla sua magnificenza.
4.1Se, secondo gli autor, son dotti e sani
4.2i capi grossi, questo ha più scienza
4.3che non han sette milia Prisciani.
5.1Non bastan cordovani
5.2per le redene sue, né vacche o buoi,
5.3né bufoli né cervi o altri cuoi:
6.1a sostenere i suoi
6.2scavezzacolli dinanzi e di drieto,
6.3bisogna acciaio temperato in aceto.
7.1Di qui nasce un secreto,
7.2che, se per sorte il podestà il sapesse,
7.3non è di lei denar che non vi desse:
8.1perché, quando ei volesse
8.2far un de' suoi peccati confessare,
8.3basteria darli questa a cavalcare,
9.1che per isgangherare
9.2dalle radici le braccia e le spalle,
9.3corda non è che si possa agguaglialle.
10.1Non bisogna insegnalle
10.2le virtù delle pietre e la miniera,
10.3ché la è matricolata gioielliera;
11.1e con una maniera
11.2dolce benigna da farsele schiave,
11.3se le lega ne' ferri e serra a chiave.
12.1Come di grossa nave,
12.2per lo scoglio schivar, torce il timone,
12.3con tutto il corpo appoggiato, un padrone,
13.1così quel gran teschione
13.2piegar, tirar bisogna ad ogni sasso,
13.3chi d'aver gambe e collo ha qualche spasso;
14.1bisogna ad ogni passo
14.2raccomandarsi a Dio, far testamento
14.3e portar nelle bolgie il sacramento.
15.1Se siete mal contento,
15.2se avete alcuno a chi vogliate male,
15.3dategli a cavalcar questo animale;
16.1o con un cardinale
16.2per paggio la ponete a far inchini,
16.3che la li fa volgar, greci e latini.
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