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1.1Donne, di nuovo el mie cor s'è smarrito,
1.2e non posso pensar dove sie ito.
2.1Era tanto gentil questo mio core,
2.2ch'ad un cenno solea tornar volando,
2.3perch'i' 'l pascevo d'un disio d'amore:
2.4ma una donna l'allettò cantando,
2.5pur poi lo venne tanto tribolando,
2.6che s'è sdegnato e da lei s'è fuggito.
3.1Questo mio core ave' sommo diletto
3.2di star sempre tra voi, donne leggiadre:
3.3però, fanciulle, io ho di voi sospetto,
3.4ch'i' non dubito già di vostre madre.
3.5Ma voi solete de' cori esser ladre,
3.6per quanto i' n'ho, fanciulle mie, sentito.
4.1Se pur voi lo sapessi governare,
4.2i' direi, donne, “fra voi si rimanga”;
4.3ma voi lo fate di fame stentare
4.4sì che e' s'impicca e dibatte alla stanga,
4.5onde convien poi che tutto s'infranga
4.6e, s'egli stride, mai non è udito.
5.1Poi di parole e sguardi lo pascete,
5.2ch'a dire 'l vero, è un cattivo pasto;
5.3di fatti a beccatelle lo tenete,
5.4tanto che mezzo me l'avete guasto.
5.5Datel qua, ladre; e se ci fia contasto,
5.6alla corte d'Amor tutte vi cito.
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