about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

XXXV

Rime

PoeTree.it

1.1Messer Francesco, se voi sète vivo
1.2(perch'i' ho inteso che voi sète morto),
1.3leggete questa cosa ch'io ve scrivo;
2.1per la qual vi consiglio e vi conforto
2.2a venir a Venezia, ch'oggimai
2.3a star tanto in Piacenza avete torto;
3.1e quel ch'è peggio, senza scriver mai,
3.2ché pur, s'aveste scritto qualche volta,
3.3di voi stariamo più contenti assai.
4.1Qui è messer Achille dalla Volta,
4.2e 'l reverendo monsignor Valerio,
4.3che dimanda di voi volta per volta
5.1e mostra avere estremo desiderio;
5.2né pur sol egli, ma ogni persona
5.3n'ha un martel ch'è proprio un vituperio;
6.1lasciamo andar monsignor di Verona,
6.2nostro padron, che mai né dì né notte
6.3con la lingua e col cuor non v'abbandona.
7.1Se voi aveste, non vo' dir le gotte,
7.2ma il mal di santo Antonio e 'l mal franzese
7.3e le gambe e le spalle e l'ossa rotte,
8.1doveresti esser stato qua già un mese,
8.2tanto ogniun si consuma di vedervi
8.3e d'alloggiarvi e quasi far le spese.
9.1Ma non dissegni già nissun d'avervi,
9.2ch'i' vi vogl'io; e per Dio starei fresco,
9.3se' forestieri avessino a godervi.
10.1Venite via, il mio messer Francesco,
10.2ché vi prometto due cose eccellenti,
10.3l'un'è 'l ber caldo e l'altra il magnar fresco.
11.1E se voi arrete mascelle valenti,
11.2vi gioverà, ché qui si mangia carne
11.3di can, d'orsi, di tigri e di serpenti.
12.1I medici consiglion che le starne
12.2quest'anno, per amor delle petecchie,
12.3farebbon mal, chi volesse mangiarne;
13.1ma de questi lavori delle pecchie,
13.2(o ape, a modo vostro) vi prometto
13.3che n'avem co i corbegli e con le secchie.
14.1Io parlo d'ogni sorte di confetto:
14.2in torte, in marzapani e 'n calicioni
14.3vo' sotterrarvi insin sopra el ciuffetto;
15.1capi di latte santi, non che buoni
15.2(io dico capi, qui si chiamon cai),
15.3da star proprio a magnarli in ginocchioni;
16.1poi certi bozzolai impeverai,
16.2alias berlingozzi e confortini:
16.3la miglior cosa non magnasti mai.
17.1Voi aspettate che l'uom ve strascini;
17.2venite, ché sarete più guardato
17.3che 'l doge per la Sensa da i facchini;
18.1sarete intratenuto e corteggiato,
18.2ben visto da ogniun com'un barone,
18.3chi v'oderà se potrà dir beato;
19.1parrete per queste acque un Anfione,
19.2anzi un Orfeo, che sempre avea dirieto
19.3bestie in gran quantità d'ogni ragione.
20.1Se sète, com'io spero, sano e lieto,
20.2per vostra fe' non mi fate aspettare,
20.3né star tanto con l'animo inquieto.
21.1Ècci onestamente da sguazzare,
21.2secondo il tempo; ècci il Valerio vostro
21.3ch'in cortesia sapete è singulare.
22.1Ciò ch'è di lui possiam riputar nostro,
22.2e pane e vin: pensate ch'adess'io
22.3scrivo con la sua carta e col suo inchiostro.
23.1Stemo in una contrada et in un rio,
23.2presso santa Trìnita e l'arzanale,
23.3incontro a certe monache d'Iddio,
24.1che fan la pasqua come il carnovale,
24.2id est che non son troppo scropulose,
24.3ché voi non intendeste qualche male.
25.1Venite a scaricar le vostre cose
25.2et a diritto; e venga Bernardino,
25.3ché faremo armonie miracolose.
26.1Poi alla fin d'agosto o lì vicino,
26.2se si potrà praticare el paese,
26.3verso el patron pigliarem il camino,
27.1che l'altr'ier se n'andò nel veronese.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)