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XXXII

Rime

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1.1Tu ne dirai e farai tante e tante,
1.2lingua fracida, marcia, senza sale,
1.3che al fin si troverà pur un pugnale
1.4meglior di quel d'Achille e più calzante.
2.1Il papa è papa e tu sei un furfante,
2.2nodrito del pan d'altri e del dir male;
2.3hai un pie' in bordello e l'altro in ospitale,
2.4storpiataccio, ignorante e arrogante.
3.1Giovan Mateo e gli altri che gli ha appresso,
3.2che per grazia de Dio son vivi e sani,
3.3ti metteran ancor un dì in un cesso.
4.1Boia, scorgi i costumi tuoi ruffiani
4.2e se pur vòi cianciar, di' di te stesso:
4.3guàrdati il petto, la testa e le mani.
5.1Ma tu fai come i cani,
5.2che, dà pur lor mazzate se tu sai,
5.3come l'han scosse, son più bei che mai.
6.1Vergognati oramai,
6.2prosontuoso, porco, mostro infame,
6.3idol del vituperio e della fame,
7.1ché un monte di letame
7.2t'aspetta, manegoldo, sprimacciato,
7.3perché tu moia a tue sorelle allato;
8.1quelle due, sciagurato,
8.2c'hai nel bordel d'Arezzo a grand'onore,
8.3a gambettar: “Che fa lo mio amore?”
9.1Di quelle, traditore,
9.2dovevi far le frottole e novelle
9.3e non del Sanga che non ha sorelle.
10.1Queste saranno quelle
10.2che mal vivendo ti faran le spese,
10.3e 'l lor, non quel di Mantova, marchese;
11.1ch'ormai ogni paese
11.2hai amorbato, ogni omo, ogni animale:
11.3il ciel, Iddio, il diavol ti vol male.
12.1Quelle veste ducale,
12.2o ducali, acattate e furfantate,
12.3che ti piangon in dosso sventurate,
13.1a suon di bastonate
13.2ti seran tolte, avanti che tu moia,
13.3dal reverendo padre messer boia;
14.1che l'anima di noia
14.2mediante un bel capestro caveratti
14.3e per maggior favor poi squarteratti;
15.1e quei tuoi leccapiatti
15.2bardassonacci, paggi da taverna,
15.3ti canteran il requiem eterna.
16.1Or vivi e ti governa;
16.2ben che un pugnale, un cesso, o ver un nodo
16.3ti faranno star queto in ogni modo.
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