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1.1Su per la costa, Amor, de l'alto monte,
1.2drieto a lo stil del nostro ragionare
1.3or chi potrà montare,
1.4poi che son rotte l'ale d'ogni ingegno?
2.1I' penso ch'egli è secca quella fonte,
2.2ne la cui acqua si potea specchiare
2.3ciascun del suo errare,
2.4se ben volèn guardar nel dritto segno.
3.1Ah vero Dio, ch'a perdonar benegno
3.2sei a ciascun che col pentir si colca,
3.3quest'anima bivolca,
3.4sempre stata d'amor coltivatrice,
3.5ricovera nel grembo di Beatrice.
4.1Qual oggimai dagli amorosi dubî
4.2sarà a' nostri intelletti secur passo,
4.3poi che caduto, ahi lasso,
4.4è 'l ponte ov'e' passava i peregrini?
5.1Nol veggendo di sotto da le nubi,
5.2del suo aspetto si copre ognun basso,
5.3sì come 'l duro sasso
5.4si copre d'erba e talora di spini.
6.1Ah dolce lingua, che con tuoi latini
6.2facéi contento ciascun che t'udia,
6.3quanto doler si dia
6.4ciascun che verso Amor la mente ha volta,
6.5poi che Fortuna del mondo t'ha tolta!
7.1Canzone mia, a la nuda Firenza
7.2oggima' di speranza, te n'andrai.
7.3Dì che ben pò trar guai,
7.4ch'omai ha ben di lungi al becco l'erba.
8.1Ecco, la profezia che ciò sentenza
8.2or è compiuta, Firenza, e tu 'l sai:
8.3se tu conoscerai,
8.4il tuo gran danno piangi che t'acerba;
9.1e quella savia Ravenna che serba
9.2il tuo tesoro, allegra se ne goda,
9.3ch'è degna per gran loda.
9.4Così volesse Iddio che per vendetta
9.5fosse deserta l'iniqua tua setta!
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