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1.1Da poi che la natura ha fine posto
1.2al viver di colui, in cui Virtute
1.3come 'n su' proprio loco dimorava,
2.1i' prego lei che 'l mio finir sia tosto,
2.2poi che vedovo son d'ogni salute:
2.3che mort'è quel per cui allegro andava,
3.1e la cui fama il mondo alluminava,
3.2in ogni parte, del suo dolce lume.
3.3Riaverassi mai? Non veggio come.
4.1In uno è morto 'l senno e la prodezza,
4.2iustizia tutta e temperanza intera.
4.3E' non è morto (lasso, c'ho io detto?),
5.1anzi vive beato in gran dolcezza;
5.2e la sua fama al mondo s'è com'era
5.3e 'l nome suo regnerà 'n saggio petto,
6.1chéd e' notricherà il gran diletto
6.2de la sua chiara e bona nominanza,
6.3sì ch'ogni età n'avrà testimonianza.
7.1Ma que' son morti, e' qua' vivono ancora,
7.2ch'avean tutta lor fé in lui fermata
7.3con ogni amor, sì come 'n cosa degna;
8.1e malvagia fortuna 'n subit'ora
8.2ogni alegrezza del cor ci ha tagliata:
8.3però ciascun come smarrito regna.
9.1O somma Maiestà giusta e benegna,
9.2poi che Ti fu 'n piacer tôrci costui,
9.3danne qualche conforto per altrui.
10.1«Chi è questo somm'uom», potresti dire
10.2o tu che leggi, «il qual tu ne raconte
10.3che la Natura ha tolto al breve mondo,
11.1ed hal mandato in quel senza finire,
11.2là dove l'allegrezza ha larga fonte?»
11.3Arrigo imperador, che del profondo
12.1del vile esser qua giù, su nel giocondo
12.2l'ha Dio chiamato, perché 'l vide degno
12.3d'esser cogli altri nel beato regno.
13.1Canzon piena d'affanni e di sospiri,
13.2nata di pianto e di molto dolore,
13.3movi piangendo e va' disconsolata;
14.1e guarda che persona non te miri
14.2che non fosse fedele a quel signore
14.3che tanta gente vedova ha lassata.
15.1Tu te n'andrai così chiusa e celata
15.2là dove troverai gente pensosa
15.3de la singular morte dolorosa.
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