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XIII

Rime

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1.1Tra tutte le scienze e tutte l'arti,
1.2dico scienze et arti manuali,
1.3ha gran perfezion quella de' sarti;
2.1perché a chi ben la guarda senza occhiali,
2.2ell'è sol quella che ci fa diversi
2.3e differenti da gli altri animali,
3.1come i frati da messa da i conversi.
3.2Per lei noi ci mettiam sopra la pelle
3.3verdi panni, sanguigni, oscuri e persi,
4.1e facciam cappe, mantelli e gonnelle
4.2e più maniere d'abiti e di veste
4.3che non ha rena il mar né il cielo stelle,
5.1e mutiànci a vicenda or quelle or queste,
5.2come anche a noi si mutan le stagioni
5.3e i dì son di lavoro o dì di feste.
6.1Ci mangiarebbon la state i mosconi
6.2e le vespe e i tafan, se non fuss'ella;
6.3di verno aremo sempre i pedignoni.
7.1Essendo adunque l'arte buona e bella,
7.2convien che gl'instrumenti ch'ella adopra
7.3delle sue qualità prendin da quella;
8.1e perché fra lor tutti sotto sopra
8.2quel ch'ella ha sempre in man par che sia l'ago,
8.3di lui ragionarà tutta quest'opra.
9.1Di lui stato son io sempre sì vago
9.2e sì m'è ito per la fantasia,
9.3che sol del ricordarmene m'appago.
10.1Dissi già in una certa opera mia
10.2che le figure che son lunghe e tonde
10.3governan tutta la geometria.
11.1Chi vòl sapere il come, il quando e il donde,
11.2vada a legger l'istoria dell'Anguille,
11.3ché quivi a chi domanda si risponde.
12.1Queste due qualità fra l'altre mille
12.2nell'ago son così perfettamente,
12.3che sarebbe perduto il tempo a dille.
13.1Questa dell'ago è sua peggior fortuna:
13.2si posson tôr tutte l'altre in motteggio,
13.3a questo mal non è speranza alcuna.
14.1Le donne dicon ben c'hanno per peggio
14.2quando si torce nel mezzo o si piega;
14.3ma io quella con questa non pareggio,
15.1perché quando egli è guasta la bottega,
15.2rotta la toppa e spezzati i serrami,
15.3si può dire al maestro: “Vatti annega”.
16.1Sono alcuni aghi c'hanno due forami,
16.2et io n'ho visti in molti luoghi assai,
16.3e servon tutti quanti per farne ami.
17.1Non gli opran né i bastier né i calzolai,
17.2né simili altri, perché e' son sottili
17.3quanto può l'ago assottigliarsi mai;
18.1son cose da man bianche e da gentili,
18.2però le donne se gli hanno usurpati,
18.3né voglion ch'altri mai che lor gl'infili.
19.1E non gli tengon punto scioperati,
19.2anzi la notte e 'l dì sempre mai pieni,
19.3e fan con essi lavori sfoggiati:
20.1sopra quei lor telai fitte co i seni
20.2sopra quei lor cuccin tutt'el dì stanno,
20.3ch'io non so com'ell'han la sera reni.
21.1Quando l'ago si spunta, è grande affanno;
21.2pur perché al male è qualche medicina
21.3si ricompensa in qualche parte il danno:
22.1tanto sopra una pietra si strofina
22.2e tanto si rimena inanzi e 'n dreto,
22.3ch'aconciarne qualch'un pur s'indovina.
23.1Quando si torce ha ben dell'indiscreto;
23.2e se poi ch'egli è torto un lo dirizza,
23.3vorrei che m'insegnasse quel secreto.
24.1Questo alle donne fa venire stizza;
24.2e ciò intervien perch'egli è un ferraccio
24.3vecchio d'una miniera marcia e vizza.
25.1Però quei da Damasco han grande spaccio
25.2in ciascun luoco e quei da San Germano:
25.3il resto si può dir carta di straccio.
26.1Questi tai non si piegano altrui in mano,
26.2ma stanno forti, perché son d'acciaio,
26.3temperati alla grotta di Vulcano.
27.1Chi la vista non ha sottile e pronta
27.2questo mestier non faccia mai la sera,
27.3ch'a manco delle quattro ella gli monta,
28.1ché spesso avvien che v'entra dentro cera
28.2o terra o simil altra sporcheria,
28.3che inanzi ch'ella n'esca un si dispera.
29.1E così l'ago fa le sue vendette:
29.2s'altri lo infilza et egli infilza altrui
29.3e rende ad altri quel ch'altri gli dette.
30.1Opra è d'amor tener le cose unite:
30.2questo fa l'ago più perfettamente,
30.3che per unirle ben le tien cucite.
31.1Caminando tal volta pel podere,
31.2entra uno stecco al villano nel piede,
31.3che le stelle di dì gli fa vedere;
32.1ond'ei si ferma e ponsi in terra e siede,
32.2e poi che in su 'l ginocchio il pie' s'ha posto,
32.3cerca coll'ago ove la piaga vede;
33.1e tanto guarda or d'appresso or discosto,
33.2ch'al fin lo cava, e s'egli indugia un pezzo,
33.3pare aver fatto a lui pur troppo tosto.
34.1Infilzasi coll'ago qualche vezzo
35.1Godete con amor, felici amanti;
35.2state dell'ago voi, sarti, contenti;
35.3ché, per dargli gli estremi ultimi vanti,
36.1è l'instrumento de gli altri instrumenti.
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