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1.1Tutte le frutte, in tutte le stagioni,
1.2come dir mele rose, appie e francesche,
1.3pere, susine, ciriegie e poponi,
2.1son bone, a chi le piacen, secche e fresche;
2.2ma, s'i' avessi ad esser giudice io,
2.3le non hanno a far nulla con le pesche.
3.1Queste son proprio secondo il cor mio:
3.2sàsselo ogniun ch'io ho sempre mai detto
3.3che l'ha fatte messer Domenedio.
4.1O frutto sopra gli altri benedetto,
4.2buono inanzi, nel mezzo e dietro pasto;
4.3ma inanzi buono e di dietro perfetto!
5.1Dioscoride, Plinio e Teofrasto
5.2non hanno scritto delle pesche bene,
5.3perché non ne facevan troppo guasto;
6.1ma chi ha gusto fermamente tiene
6.2che le sien le reine delle frutte,
6.3come de' pesci i ragni e le murene.
7.1Se non ne fece menzion Margutte,
7.2fu perché egli era veramente matto
7.3e le malizie non sapeva tutte.
8.1Chi assaggia le pesche solo un tratto
8.2e non ne vòle a cena e a desinare,
8.3si può dir che sia pazzo affatto affatto
9.1e che alla scuola gli bisogni andare
9.2come bisogna a gli altri smemorati
9.3che non san delle cose ragionare.
10.1Le pesche eran già cibo da prelati,
10.2ma, perché ad ogniun piace i buon bocconi,
10.3voglion oggi le pesche insino a i frati,
11.1che fanno l'astinenzie e l'orazioni;
11.2così è intravenuto ancor de' cardi,
11.3che chi ne dice mal Dio gliel perdoni;
12.1questi alle genti son piaciuti tardi,
12.2pur s'è mutata poi l'oppinione
12.3e non è più nessun che se ne guardi.
13.1Chi vuol saper se le pesche son buone
13.2et al giudizio mio non acconsente,
13.3stiasene al detto dell'altre persone,
14.1c'hanno più tempo e tengon meglio a mente,
14.2e vedrà ben che queste pesche tali
14.3piacciono a' vecchi più che all'altra gente.
15.1Son le pesche apritive e cordiali,
15.2saporite, gentil, restorative,
15.3come le cose c'hanno gli speziali;
16.1e s'alcun dice che le son cattive,
16.2io gli farò veder con esse in mano
16.3ch'e' non sa se sia morto o se si vive.
17.1Le pesche fanno un ammalato sano,
17.2tengono altrui del corpo ben disposto,
17.3son fatte proprio a beneficio umano.
18.1Hanno sotto di sé misterio ascosto,
18.2come hanno i beccafichi e gli ortolani
18.3e gli altri uccei che comincian d'agosto,
19.1ma non s'insegna a tutti i grossolani;
19.2pur chi volesse uscir di questo affanno
19.3trovi qualche dottor che glielo spiani,
20.1ché ce n'è pur assai che insegneranno
20.2questo secreto et un'altra ricetta
20.3per aver delle pesche tutto l'anno.
21.1O frutta sopra l'altre egregia, eletta,
21.2utile dalla scorza infino all'osso,
21.3l'alma e la carne tua sia benedetta!
22.1Vorrei lodarti e veggio ch'io non posso,
22.2se non quanto è dalle stelle concesso
22.3ad un ch'abbia il cervel come me grosso.
23.1O beato colui che l'usa spesso
23.2e che l'usarle molto non gli costa,
23.3se non quanto bisogna averle appresso!
24.1E beato colui che da sua posta
24.2ha sempre mai qualch'un che gliele dia
24.3e trova la materia ben disposta!
25.1Ma io ho sempre avuto fantasia,
25.2per quanto possi un indovino apporre,
25.3che sopra gli altri avventurato sia
26.1colui che può le pesche dare e tôrre.
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