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VIII

Rime

PoeTree.it

1.1S'io avessi le lingue a mille a mille
1.2e fussi tutto bocca, labra e denti,
1.3io non direi le laudi dell'anguille;
2.1non le direbbon tutti i miei parenti,
2.2che son, che sono stati e che saranno,
2.3dico i futuri, i passati e' presenti;
3.1quei che son oggi vivi non le sanno,
3.2quei che son morti non l'hanno sapute,
3.3quei c'hanno a esser non le saperanno.
4.1L'anguille non son troppo conosciute
4.2e sarebbon chiamate un nuovo pesce
4.3da un che più non l'avesse vedute.
5.1Vivace bestia che nell'acqua cresce
5.2e vive in terra e in acqua, e in acqua e in terra,
5.3entra a sua posta ove la vòle et esce,
6.1potrebbesi chiamarla Vinciguerra,
6.2ch'ella sguizza per forza e passa via
6.3quant'un più con la man la stringe e serra.
7.1Chi s'intendesse di geometria
7.2vedrebbe ch'all'anguilla corrisponde
7.3la più capace figura che sia.
8.1Tutte le cose che son lunghe e tonde
8.2hanno in se stesse più perfezione,
8.3che quelle ove altra forma si nasconde.
9.1Èccene in pronto la dimostrazione,
9.2ché ' buchi tondi e le cerchia e l'anella
9.3son per le cose di questa ragione.
10.1L'anguilla è tutta buona e tutta bella,
10.2e se non dispiacesse alla brigata,
10.3potria chiamarsi buona robba anch'ella,
11.1ché l'è morbida e bianca e delicata,
11.2et anche non è punto dispettosa:
11.3sentesi al tasto quando l'è trovata.
12.1Sta nella mota il più del tempo ascosa,
12.2onde credon alcun ch'ella si pasca
12.3e non esca così per ogni cosa,
13.1com'esce il barbo e com'esce la lasca
13.2et escon bene spesso anch'i ranocchi
13.3e gli altri pesci c'hanno della frasca.
14.1Questo è perché l'è savia et apre gli occhi,
14.2ha gravità di capo e di cervello,
14.3sa far i fatti suoi me' che gli sciocchi.
15.1Credo che se l'anguilla fusse uccello
15.2e mantenesse questa condizione,
15.3sarebbe proprio una fatica avéllo,
16.1perché la fugge la conversazione
16.2e pur con gli altri pesci non s'impaccia,
16.3sta solitaria e tien riputazione.
17.1Pur poi che 'l capo a qualch'una si stiaccia
17.2fra tanti affanni, Dio le benedica
17.3et a loro et a noi bon pro ci faccia.
18.1Sia benedetto ciò che le nutrica:
18.2fiumi, fossati, fonti, pozzi e laghi,
18.3e chiunque dura a pigliarle fatica.
19.1E tutti quei che son del pescar vaghi
19.2Dio gli mantenga sempre mai gagliardi
19.3e per me del lor merito gli paghi.
20.1Benedetto sia tu, Matteo Lombardi,
20.2che pigli queste anguille e da'le a noi;
20.3Cristo ti leghi e sant'Anton ti guardi,
21.1che guarda i porci e le pecore e' buoi;
21.2dìeti senza principio e senza fine
21.3ch'abbi da lavorar quanto tu vuoi;
22.1e tiri a sé tre delle tue bambine,
22.2o veramente faccia lor la dota,
22.3et or l'allievi che le son piccine;
23.1i pegni dalla corte ti riscuota,
23.2disoblighiti i tuoi mallevadori
23.3e caviti del fango e della mota,
24.1acciò che tu attenda a' tuoi lavori
24.2e non senta mai più doglie né pene;
24.3paghiti i birri, accordi i creditori
25.1e facciati in effetto un uom da bene.
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