about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

XIV

Poesie

PoeTree.it

1.1O ingegni antichi, che per i moderni
1.2infondete sovente vostra luce,
1.3per lo qual mezzo son di fama etterni
2.1adunque quel di voi, che me' conduce
2.2negli almi la piatà, non si nasconda
2.3che a risurgerla el tempo si produce,
3.1sì che né altrimenti ella s'infonda
3.2che fie il bisogno dell'addimandante,
3.3qual con ogni occhio come rucel gronda.
4.1Tal come in oro campeggia il diamante,
4.2così il perdonar largo piace a Dio,
4.3quando alla menda torna el servo errante;
5.1però che 'l colpo dispiatato e rio,
5.2di che 'l ferì Longin colla suo lancia,
5.3dimostra quanto l'uom debb'esser pio.
6.1E non sie gnun che se lo rechi in ciancia
6.2di non aver del misero merzede,
6.3ché tal delitto altrove si bilancia.
7.1Pertanto i' vengo a te con quella fede
7.2che tornò al padre il figliuol peccatore,
7.3come chiar nel Vangel si scerne e vede;
8.1ched e' lo rivestì pien di dolzore
8.2e poi gli uccise il vitel sagginato,
8.3il qual significò galdio e onore.
9.1E se errore da me fu generato,
9.2intendo di tornare a quella menda
9.3che propio tu arai me' giudicato.
10.1Ben prego che 'l mie prego in te s'accenda,
10.2sì come fé quel di Centurïone,
10.3tal che la persa grazia mi si renda.
11.1E se alcuna cosa s'interpone,
11.2solo 'mpedisca quel comandamento,
11.3che dette Iddio a Pietro in suo sermone,
12.1che per ogni commesso mancamento
12.2settanta volte sette perdonasse
12.3a chi del fallo avessi pentimento.
13.1Qualunque uom fu mai che non errassi,
13.2che nessun ne fu mai, se miri chiaro,
13.3che in alquanto error non trapassassi.
14.1Ispecchiati in Davìt, che riparo
14.2non ebbe a riguardarsi dal peccare;
14.3po' colla menda purgò 'l caso amaro.
15.1Però chi vuol da Dio dono impetrare
15.2convien ch'al bisognoso prema e spanda,
15.3po' per un cento s'usa meritare.
16.1L'esser piatoso è sì dolce vivanda
16.2ch'è felice colui in cui s'è mostro,
16.3ch'assaldito gli è poi ciò che dimanda.
17.1E non soperia penna, foglio o 'nchiostro
17.2a ritrattar di quel sollenne salma,
17.3ché chi la segue impera il divin chiostro.
18.1I' vengo a te con quella degna palma
18.2e col preco eficace, qual di Marta
18.3quand'al morto fratel fé render l'alma;
19.1e non con altro frutto si sia sparta
19.2la mie chiesta merzé dentro al tuo petto,
19.3sì che 'n etterno mai non si diparta.
20.1I' son disposto e fermo nel concetto
20.2di seguitarti con quel buono amore,
20.3qual è fra' generati in un ricetto,
21.1e con quella fiammella e quello ardore,
21.2la qual regnò nel cor di Madalena,
21.3quando a servir si misse il Creatore.
22.1Così non fia mai mie voglia rafrena
22.2d'ubidirti, servirti in quel sol modo
22.3che m'imporrà la tua lingua serena.
23.1E, s'egli avien che mai errore o frodo
23.2verso di te per me sì si commetta,
23.3ch'i' caschi vivo nello infernal nodo,
24.1e venghin de' dimon l'antica setta
24.2e straccin l'alma e mie corpo, qual cani
24.3fan della presa lepre timidetta!
25.1Né altrimenti sien rapaci e strani
25.2che son sopra soldati o saccomanno
25.3e fieri e crudi e rigidi villani.
26.1Prima tutti e pianeti fermeranno
26.2i corsi lor che i' cangi il pensiero,
26.3de' quali e versi mia trattato t'hanno.
27.1Prima fie tenebroso l'emispero,
27.2e 'l limbo sarà chiaro e pien di vampo,
27.3che io non ami te, tutto severo.
28.1Sarà la neve e 'l diaccio un caldo vampo,
28.2e 'l cielo arato da giogati buoi
28.3e le stelle semente in ogni campo,
29.1prima ch'i' cangi il bel servir di voi,
29.2con quello effetto e quello amor benigno
29.3ch'ebbono e martor, che fùr salvi poi.
30.1E se in me pur fussi atto maligno,
30.2per ignoranza fia, non per malizia,
30.3ché sol di servir te è 'l mio disegno,
31.1non altrimenti un can, che asercizia
31.2ogni suo 'ngegno per campar la vita,
31.3quant'io per riaver la tuo amicizia,
32.1la qual da me vie più è apitita
32.2che non fu l'oro o da Crasso o da Mida,
32.3di cui la voglia lor fu sì infinita.
33.1E però se in te ora s'annida
33.2di volermi per servo una sentilla,
33.3convien ch'ogni martòr da me ricida;
34.1e se in te s'accende una favilla
34.2di quello amor portatomi perfetto,
34.3vita non fia, più che la mia, tranquilla;
35.1ch'un si discerne con un pugno al petto
35.2e dir sol miserere che si purga
35.3ogni peccato atroce e maladetto.
36.1Dunque l'amistà morta in te risurga.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)