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Poesie

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1.1I' sento e veggio a torno
1.2tante cose ire il giorno,
1.3ch'i' stupisco
1.4e ancor non m'ardisco
1.5rallegrarmi del male.
1.6Le zucche sanza sale
1.7non fan buona cucina.
1.8El buon dì da mattina
1.9si conosce.
1.10Se 'l mondo porge angosce
1.11è consüeto,
1.12ché tal si lieva lieto
1.13che si posa crucciato.
1.14Omè egli è apiccato
1.15troppo foco!
1.16L'è duo parte del giuoco.
1.17A chi sta a vedere
1.18mangiare, insegna a bere,
1.19perché desta la sete.
1.20Or con più d'una rete
1.21il buon si piglia.
1.22El caval sanza briglia
1.23spesso casca in fossa.
1.24Chi non ha molta possa
1.25non lievi gran pondi.
1.26Chi pesca in luoghi fondi
1.27sappi sotto acqua istare.
1.28Egli è senno apparare
1.29a l'altrui spese,
1.30perché d'altrui contese
1.31si guadagna.
1.32Chi ha manco magagna
1.33può me' parlare il vero.
1.34El bianco per lo nero
1.35di fuora si dimostra.
1.36Deh, non vada alla giostra
1.37chi non ha elmo in testa.
1.38Chi teme la tempesta
1.39si stia sempre al coperto.
1.40Non cerchi pel diserto
1.41chi non vuol trovar fiere.
1.42El prudente nocchiere
1.43provede alla fortuna
1.44e' marinai raguna
1.45e fa consiglio.
1.46Chi si truova in periglio
1.47subito si provegga
1.48e colla mente vegga
1.49el suo bisogno.
1.50I' non me ne vergogno,
1.51il dirò pure:
1.52squittin, legg'e volture
1.53dividon le cittati.
1.54Chi n'ha ben ragunati
1.55pel bisogno gli tenga,
1.56e colla mente aprenda
1.57da quel che meglio insacca,
1.58poi che l'è ito a macca
1.59insino a ora.
1.60La gente ci sta sora,
1.61uscita della muda.
1.62Ed ècci chi ne suda
1.63a mezzo 'l verno.
1.64I' aprirei il quaderno
1.65per esser meglio inteso,
1.66ma io sarei ripreso
1.67da chi vuol dire male.
1.68L'ordine naturale
1.69è di mestier ch'i' segua.
1.70Fra la pace e la triegua
1.71si fan le gran vendette,
1.72ma quel che 'l ciel promette
1.73è di mestier che vada.
1.74Chi non sa ben la strada
1.75non si metta in cammino.
1.76Se in casa al vicino
1.77vedi 'l fuoco apiccare,
1.78e l'acqua abbi a portare
1.79alla tua presto.
1.80I' non mi disonesto
1.81a parlar mozzo,
1.82e la luna nel pozzo
1.83non dimostro.
1.84Deh, se lo star ben vostro
1.85v'ingenera pace,
1.86non sïate fallace
1.87a prender nuova via;
1.88e se poi alfin resia
1.89ve n'interviene,
1.90s'a dire sta lor bene,
1.91abinsi 'l danno.
1.92Chi comincia lo 'nganno
1.93è dover che riceva;
1.94e chi prima la lieva
1.95dee di ragion pigliarla;
1.96egli è senno a posarla
1.97quando conosci il meglio,
1.98ché maggior è il periglio
1.99che 'l guadagno.
1.100Chi è sublime e magno
1.101gli duol più di bassezza.
1.102Chi è uso in cavezza
1.103gli è spiacevole il freno.
1.104Chi pregno è di veleno
1.105non dee partorir mèle.
1.106La gente c'è fedele
1.107quanto basta il profitto.
1.108Chi non arerà ritto
1.109non farà buona ricolta.
1.110Chi di correr s'afolta
1.111nolla dura.
1.112Omè, ch'i' ho paura
1.113del giudicio di sopra,
1.114el qual, secondo l'opra,
1.115retribuisce e danna!
1.116L'assempro di Susanna
1.117i' vi ricordo.
1.118E se c'è nessun sordo
1.119si sturi ben gli orecchi
1.120e priego che si specchi
1.121ne' preteriti mali,
1.122e dica: «E miei saran peggiori e tali».
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