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1.1Voi, che sentite gli amorosi vampi
1.2Ne gli alti cuor dentro a' maturi petti,
1.3Venite a gli uccelletti
1.4Udir, di cui n'attende il sommo Cielo;
1.5Che da' lor dolci canti sono eletti
1.6Vostri intelletti più profondi, e ampi,
1.7Che risplendon da' lampi
1.8Della Stella, che alluma il terzo Cielo.
1.9A ciò mi muove un zelo
1.10Venuto in signoria dell'alma a porsi
1.11Con amorosità d'intendimento;
1.12Che sospirar mi fa con dolci tremi.
1.13Altra volta già venne, e nol soccorsi,
1.14Perch'io ero d'amor giunto a gli estremi;
1.15Onde or con voi vorre'mi
1.16Dolere, e consolar di quel ch'io sento:
1.17E non gittar le mie parole al vento.
2.1Nel casto petto di mia donna ancilla
2.2Arde una fiamma indi cristallo un fonte,
2.3Che infin dall'orizzonte
2.4Fa lume il Sol, quando si leva il giorno:
2.5E nell'altiera sua splendida fronte,
2.6E ne' begli occhi, onde il dolor si stilla
2.7Mi rimembra Sibilla:
2.8Poiché soffiò nel velenoso corno:
2.9Che 'l Cielo a torno a torno
2.10Fulminando s'aperse, e per disdegno
2.11Percosse l'alta, e fulbea colonna;
2.12Sopra qual era Apollo d'ogni viro
2.13Combusto l'alto in maggior suo sostegno.
2.14Oimè, che poi creò speme martiro,
2.15Perché d'Amore sentiro
2.16I gelidi pensier di questa donna,
2.17Che gli occhi di virtù mai non insonna.
3.1Quanto paresse lor tal manna acerba
3.2Cantil piangendo dolcemente Orfeo:
3.3Quando del mare Egeo
3.4Giacer vide in su l'onde il Serpentauro,
3.5Che unito aveva già seco ogni Deo,
3.6Ogni stella crudel, niqua, e superba;
3.7Perché il sapor de sta erba
3.8Sembrava a i lor gusti tanto amauro:
3.9Erano i suo' fior d'auro,
3.10E di zaffir le sue fronde odorifere;
3.11Ed ogni pianta parea di corallo;
3.12Le radici già mai più nate in terra:
3.13O vigor santo, o anime fruttifere,
3.14Quanta dolcezza voi spargeste in fallo,
3.15Poi tosto fece tallo
3.16Ogni ramo di voi, che 'l seme serra;
3.17Onde morte non mai perde poi guerra.
4.1Il grande esilio, e la tranquilla pace,
4.2Che nostra umanità pose in altura,
4.3Non ne schifò natura,
4.4Bench'ella fusse di suo corso al fine:
4.5Ma fe', come Fenice, che non cura
4.6Morte tra fiamma, e fiamma che la sface.
4.7Perché poi come face
4.8Redire spera in sue membra meschine.
4.9Così l'opre divine
4.10Non furon pigre al nostro mortal sangue;
4.11Come Giovanni vidde sopra l'acque,
4.12Dov'io lasciai quella malvagia sera:
4.13E come Leon dorme, Tigre, ed Angue,
4.14Non manca in sua virtù, con la qual nacque:
4.15Così mentre che giacque
4.16Fra petra, e petra quell'alma sincera
4.17Vinse superbia, e ogni mente altera.
5.1Tosto che pochi passi furon fermi
5.2Dieron tregua a' sospir le labbra antiche;
5.3E le forze nimiche
5.4Furon con ragion tolte a chi l'avea,
5.5Come cantaron già le vere Piche
5.6In boschi, in selve, in luoghi sparsi, ed ermi;
5.7Quando con dolci sermi
5.8La Vergine nutriron fatta Ebrea:
5.9La cui prima solea
5.10Far ombra alla Fortuna, o al suo spendio
5.11Misto fra scuro, umido, e secco albore,
5.12Con tre nutrici della nostra mamma:
5.13Così per tal sostanzia tale incendio
5.14M'apparve come stella spira in fiamma;
5.15Qual poi spinse una dramma
5.16Fra l'alme, e di pietà, e di terrore;
5.17onde poi nacque cui chiamiamo Amore.
6.1Costui poi che sia nato il falso erede
6.2Porrà giù l'Arco, e la crudel Faretra,
6.3Temendo della petra
6.4Armata già nella veloce fromba:
6.5Indi fuggendo dalla dolce Cetra,
6.6Come fe' tal, che trionfando or l'ode,
6.7Che con asciutto piede
6.8Passò già Stige, ov'ogni cosa piomba:
6.9Questa sonora tromba
6.10Svegliò le sacre incoronate chiome,
6.11E le lingue severe, e gli occhi onesti
6.12Nel grave, e duro sonno d'Adam vinti;
6.13Qui cominciar l'Angeliche idiome:
6.14Questi del benedetto stame cinti
6.15Co' bei pensier dipinti,
6.16E scritti nella fronte alti, e celesti,
6.17Come tu donna dentro al cor gli avesti.
7.1Non già canzon, come molt'altre vanno,
7.2Va' riguardando il tuo vago tesoro
7.3Da quei che amor non hanno,
7.4Né gentilezza, né virtude in loro.
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