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1.1Amor, dapoi che tu non mi consenti
1.2ch'io dica il nodo onde tu m'hai legato,
1.3non vò tacere il mio felice stato.
1.4Bench'ei di tal diletto il cuor m'ingombra,
1.5che, perch'io non sogliesse mai la lingua,
1.6si leggeria ne la mia lieta fronte,
1.7pur la mente disia che si distingua
1.8il dolce ben che hebb'io ne la grand'ombra,
1.9mentre 'l Sol posa sotto l'Oriçonte;
1.10o s'io faccesse le belleze conte,
1.11per cui tanto diletto al cuor m'è nato,
1.12sarei tenuto un Dio, non che beato,
1.13La più leggiadra e la più bella Donna
1.14che mai vedesse in alcun tempo il Sole,
1.15assai più cara a me de la mia vita,
1.16come a chi de l'altrui dolor le duole,
1.17alhor che quasi ogni animale assonna,
1.18a sé chiamommi, e 'n vista sbigottita,
1.19disse: — La rara tua fede m'invita
1.20a farti un don, che forse ti fia grato,
1.21se tanto l'hai, come tu mostri, amato.
1.22Il don ch'io ti vò fare è ch'io ti dono
1.23me stessa, il cui valor benché sia poco,
1.24prendil, perch'io non ho cosa maggiore.
1.25E in questo, o in altro più felice luoco,
1.26ov'io mi truovi, hor che tua serva sono,
1.27disponerai di me come Signore —.
1.28Alhor mi nacque una dolceza al cuore,
1.29ch'io non potea parlar né trarre il fiato,
1.30pensando a l'alto ben che m'era dato.
1.31Pur io dissi a la fin: — Madonna, Iddio
1.32pienamente per me grazie vi renda
1.33di questa nuova mia divina alteza.
1.34Amor mi stringe che tal dono io prenda,
1.35se ben è troppo, e a voi mi doni anch'io:
1.36dono inequale a don di tal grandeza —.
1.37E detto questo, con maggior dolceza
1.38d'uno in altro piacere sì fui guidato,
1.39che 'l Sol quasi era in Oriente intrato.
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