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1.1Donna gentil, che dal consiglio eterno
1.2fosti mandata qui tra noi, per darne
1.3tutto quel ben che può dal Ciel venire,
1.4a te rivolgo il mio parlare interno,
1.5perché la voce, ne l'humana carne
1.6legata, non può gir dietro al desire;
1.7e benché Amore et ei mi sforze a dire
1.8con parole interrotte il mio dolore,
1.9non le ascoltar, ma guarda entr'al mio cuore,
1.10ove suona un parlar che non si scuopre;
1.11ivi udirai lodar le tue bell'opre,
1.12e l'alte grazie a te date dal Cielo;
1.13et udirai come il corporeo velo
1.14m'intrica sì ch'i' ho buon camin perduto,
1.15né 'l posso ritrovar senza 'l tu' aiuto.
1.16Donna gentil, che di virtù divina,
1.17d'inaudita belleza il mondo adorni,
1.18rivolta gli occhi al mio doglioso stato,
1.19mira il tuo servo in che sentier camina
1.20labile e torto; drizalo, che 'l torni
1.21a quel primo camin che havea lasciato.
1.22Vedi ch'a te si volge, et ha firmato
1.23nel viso tuo tutta la sua speranza;
1.24e quell'altro suo viver che gli avanza,
1.25spera che anchor per te faccia alcun frutto.
1.26Ben si conosce al mondo esser produtto
1.27sol per servirti, onde a te sola è volto;
1.28allumalo coi raggi del bel volto,
1.29sì che sicur sotto 'l terrestre pondo
1.30trappasse la caligine del mondo.
1.31Donna gentil, de l'altre donne Donna,
1.32di costumi reali alto ricetto,
1.33che aguagli e vinci di chiareza il Sole,
1.34tu sei l'appoggio saldo e la colonna
1.35d'ogni casto pensier, d'ogni diletto,
1.36d'ogni ben, che nel mondo haver si suole;
1.37chi ascolta l'honorate tue parole
1.38e nota il grave sentimento loro,
1.39s' empie d'un tal piacer, che ogni thesoro
1.40giudica vile al parangon di quelle.
1.41Cosa alcuna non è sotto le stelle,
1.42né sopra forse, al tuo saper celata,
1.43ch'una parte di te sempre è beata,
1.44perch'è simile a Dio, da cui dipende,
1.45e l'altra anchora a quel camino intende.
1.46Donna gentil, quelle tue luci sante
1.47giri con sì mirabil maestade
1.48che humana vista in lor non può firmarse.
1.49Ogni basso pensier le fugge inante:
1.50beato è quel che ver la tua beltade
1.51rivolse gli occhi, e più colui che n'arse.
1.52Né giamai vento alcun sì tosto sparse
1.53humida nebbia, come i dui begli occhi
1.54fanno sparire i desiderii sciocchi,
1.55ovunque il raggio di sua luce aggiunge.
1.56Tanto infelice è l'huom quanto è più lunge
1.57da la tua vista. Et io ch'era vicino,
1.58misero. qual mia colpa o qual distino
1.59m'ha dilungato, ohimè, sì lungo spazio?
1.60Di che non sarò mai di pianger sazio.
1.61Donna gentil, quanto dolor m'ingombra,
1.62quando meco medesmo mi ramento
1.63che mai volgesse gli occhi in altra parte;
1.64s'io mi vivea sotto la tua dolce ombra
1.65da' miei prim'anni, harei forse il contento
1.66che d'ogni humana cura ne diparte;
1.67tanto diletto ha l'huom nel contemplarte,
1.68che ogni altra cosa e se medesmo oblia.
1.69Tornami, Donna, a la smarrita via,
1.70habbi pietà di me, che in questo corpo
1.71sotto 'l più ardente Sole aggiaccio e torpo;
1.72non ti celar più tempo a gli occhi miei,
1.73che s'io ti veggio un dì quant'io vorrei,
1.74cosa non fia che poi di te mi privi,
1.75fin ch'io sarò nel numero de i vivi.
1.76Donna gentil, con le ginocchia chine,
1.77con le man giunte a te porgo i miei prieghi,
1.78come a colei che sola può bearmi.
1.79Ben veggio a me vicin l'ultimo fine,
1.80che non so che par che m'offuschi e leghi,
1.81e meni a morte, ch'io non posso aitarmi.
1.82Ne gli occhi tuoi veggio riposte l'armi
1.83da far contra di questo ogni difesa;
1.84muovile, adunque, se d'un huom ti pesa
1.85ch'ingiustamente sia condotto a morte;
1.86mostra, Donna gentil, quanto sei forte,
1.87come usi, quando vuoi, l'amaro e l'acro;
1.88che se per te risurgo, io ti consacro
1.89la lingua e 'l stile e l'animo e l'ingegno,
1.90né mai mi partirò fuor del tuo regno.
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