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1.1Salubre fonte, e tu, rinchiusa valle,
1.2cinta di boschi e di fioriti colli,
1.3non molto lunge dal bel fiume d'Arno,
1.4quanto diviso, ohimè, da la mia Donna
1.5mi ritenete, onde per campi e selve
1.6la chiamo sempre, et in sospiri e in rime.
1.7E s'io sperasse pur che le mie rime
1.8s'alzasser sì che fuor di questa valle
1.9potesser gire in quelle care selve
1.10fra il bel Benaco e gli Appennini colli,
1.11u' si posa talhor la bella Donna,
1.12che mi fa men gradir la riva d'Arno,
1.13tante ne scriverei, che Serchio et Arno
1.14s'allegrerian de le mie nuove rime,
1.15e forse alcun pensier di quella Donna
1.16trarrian per forza in quest'amena valle,
1.17per lo qual se vedrian ridere i colli,
1.18e gli animai far festa per le selve.
1.19Ma, lasso, i' vò per le più folte selve
1.20contando i dì, dopo ch'io giunsi ad Arno;
1.21né spero che a passar tant'alti colli
1.22possin levarsi mai sì grevi rime;
1.23e però poche e da restare in valle
1.24ne canto, e non da gir dinanzi a Donna.
1.25Ver'è che 'l mio pensier, leggiadra Donna,
1.26spesso figura ne le ombrose selve
1.27sì fiso, ch'io mi credo in qualche valle
1.28trovarmi seco, e poi, come onda in Arno
1.29l'altr'onda caccia, così quel le rime,
1.30che l'han chiamata indarno per li colli.
1.31Deh, come fora meglio in aspri colli
1.32viver lontano a quella dura Donna,
1.33che giamai non pregiò pianto né rime,
1.34e non è fiera più ritrosa in selve
1.35di lei, né pesce alcun più sordo in Arno;
1.36e pur meco la bramo in poggio e in valle.
1.37E nel pensar di lei le valle e i colli
1.38mi scordo, et Arno insieme e ogni altra Donna,
1.39né veggio selve, né conosco rime.
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