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1.1Se quel divin fervor, che già mi mosse
1.2A cantar d'Hercole, hoggi fa il terzo anno,
1.3Et da ogn'altro pensier mio mi rimosse,
2.1Non mi fusse mancato, fuor d'affanno
2.2Mi troverei, e già porei vantarmi
2.3D'haver fatto alla morte illustre inganno.
3.1Ma potuto non ho tanto avanzarmi
3.2Ne haver sì amico l'Apollineo choro.
3.3C'habbia sì raro don voluto farmi.
4.1Troppo sottile e troppo alto lavoro
4.2Fu quel, ch'io presi, ch'arrivar non spero
4.3Là, ove i pensier miei drizati foro.
5.1Et s'io vò, Bolognetti, dirvi il vero,
5.2Non fu troppo benigna quella stella,
5.3Che mi accese nel cor desio sì altiero.
6.1Ch'ancor che questa lingua ogn'altra eccella,
6.2Eran le rime, e i miei versi inetti
6.3A tal materia, e mel mostrò ben ella.
7.1Che non sì tosto usciro i primi detti
7.2Con cui la prima età, l'infantia apriva,
7.3Di chi in terra avanzò tutti i perfetti
8.1Così lontan mi vidi esser da riva,
8.2Che mi sentì tremar nel petto il core
8.3Sì che gelò l'ardor, ch'entro bolliva.
9.1Ma bramoso mostrar, ch'il mio SIGNORE
9.2L'opre in sé de l'antico Hercol rinova,
9.3Di gloria vago, e di sublime honore
10.1Et c'hoggi pari a lui non si ritrova,
10.2Perché 'n giovare altrui sol si trastulla,
10.3Ne cosa vi è che da far ciò il rimova.
11.1Et visto ch'ei, per lo ver pregio, annulla
11.2Argento, et oro, e geme, et perle, et quanto
11.3Tra noi si prezza, e tutto tien per nulla.
12.1Mi diedi, mosso da quel furor santo,
12.2Che a cantar l'alte cose altri lusinga,
12.3A dir di ciò, posto il timor da canto.
13.1Ma (e vo' che mi crediate ch'io non finga)
13.2Visto ho, quanto son più passato inante,
13.3Che meglio era a cantar Daphne, e Siringa.
14.1Che mi son venute tante, e tante
14.2Gravezze adosso, ch'a portarne parte
14.3Verrebbe meno il successor d'Atlante
15.1La Natura vien men, meno vien l'Arte,
15.2Et mi dice il mio ingegno, tu non puoi
15.3Quivi arrivar, piegati ad altra parte.
16.1Non aspettar, che tu ti avegga poi
16.2Perduti i giorni, e il tempo notturno,
16.3Di havere in vano spesi i versi tuoi.
17.1Ond'io mi sto sospeso, e taciturno,
17.2Et quanto più vo' meco imaginando
17.3Veggio, che i pensier miei troppo alti furno.
18.1Et ben ch'anchor mi vada lusingando
18.2Quel desir, ch'a cantar d'Hercole m'alletta,
18.3Me ne vo' nondimeno più dilungando
19.1Ma voi, cui quella via non è interdetta,
19.2Ch'altri conduce di Castaglia al rio,
19.3Seguite l'opra che vi havete eletta.
20.1Ne punto vi distorni il timor mio,
20.2Ma fate che il valor vostro si nome,
20.3Et vi tolga CONSTANTE al lungo oblio.
21.1Portar la vostra età può queste some,
21.2Et bastar può l'ingegno a l'opra presa,
21.3Ne timor vi è, che voi fatica dome.
22.1Pero, s'havete ben l'opra sospesa
22.2Poi ch'aperte vi son quelle alte strade
22.3D'ir là, ove fu la mente vostra accesa.
23.1Prego per lo valor, per la bontade
23.2Di quella alma gentil, che 'n cor vi chiuse
23.3Quanto esser può tra noi di dignitade
24.1Che la virtù, ch 'n voi Phebo difuse
24.2Quando le vie vi aperse, a noi coperte,
24.3Vogliate, a comun ben, che da voi s'use.
25.1Et se le Muse se vi sono offerte,
25.2Perche mostriate in dir alto, e sovrano
25.3Le gratie, ch'ebbe vi han cortesi offerte,
26.1Vi fareste tener troppo inhumano
26.2Se ne celaste quel vivace raggio,
26.3Che sol può illuminar lo stuolo humano.
27.1Io sotto il peso, com'ho detto, caggio,
27.2Et troppo lunga via mi si propone
27.3A finir il camin, che già preso haggio.
28.1Veggio che Phebo a voi l'auree corone
28.2Prepara, se da voi cotesto impetro,
28.3Perche ogni luoco il vostro nome suone.
29.1Ne la cagione, per la qual mi arretro,
29.2Deve distornar noi dal pellegrino
29.3Sentier, ch'a me lasciar conviene a dietro.
30.1Troppe fur le attion, che il mio destino
30.2Mi pose inanzi, ma voi che n'havete
30.3Scielta una sola, a facil via vicino.
31.1Lasciar la bella impresa non dovete,
31.2Ma dare al mondo manifesto pegno,
31.3Ch'atto a illustrar la nostra lingua sete.
32.1Et c'huomo alcun non ha sì alto disegno,
32.2Che nol possa il Thoscan con eccellenza
32.3Spiegare in stil non del soggetto indegno
33.1Et che 'n tutto privo è d'intelligenza
33.2Che sì offuscar si lasciar l'intelletto
33.3Ch'oppor si voglia a sì vera sentenza.
34.1E 'n dispregio habbia, e tenga per negletto
34.2Questo Idioma, che con voci nove
34.3Spiega felicemente ogni concetto.
35.1Cerchi, chi vuol cercar lo stile altrove,
35.2Contento i' son, che il dir Thoscan mi guide
35.3Che mi par che il miglior non si ritrove.
36.1Et se il Latino, e il Greco ben si ride
36.2Et dica che pres'ho le strade torte.
36.3Et che dal vero il falso mi divide,
37.1Io fermo sto, nel mio parere e forte;
37.2Et biasmo questo, e quel che si rinforza
37.3La viva estinguer per le lingue morte.
38.1Et se bene il mio stile in van si sforza
38.2Per finire la bell'opra a cui mi misi
38.3Quando Alcide dir volsi, e ogni sua forza.
39.1Et gli odii di Giunon, gli sdegni, i risi,
39.2Quel, che sofferse, quando a far si deo
39.3L'opre, onde furo i fier mostri conquisi.
40.1Et come vinse ogni Tiranno reo,
40.2Et a crudi il furor fe venir meno
40.3Tal, che di loro ognun morto caddeo.
41.1Come, lasciato il nostro aer sereno,
41.2Se n'andò tra l'oscure ombre a l'inferno
41.3A trarne Cerber del Tartareo seno.
42.1Come di varie genti hebbe governo,
42.2Die nome a varii luochi, e di favilla
42.3Amorosa arse anch'ei la state, e il verno.
43.1Et dal mattino andò fino a la squilla
43.2Piangendo il Fato rio, la sorte dura
43.3Come chi per Amor gela, e sfavilla
44.1Come consunto da celeste arsura
44.2Se ne stette nel ciel tra gli altri Dei
44.3Sciolto dal corpo, e da ogni mortal cura.
45.1Nondimen me medesmo biasmerei
45.2Se d'Hercol non havessi in versi Thoschi
45.3Detto quel poco, che narrar potei.
46.1Dican ciò che lor par gli ingegni loschi.
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