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1.1Un medesmo pensier credo che fosse,
1.2NOBIL GIRALDI, quel (s'io non mi inganno)
1.3Ch'a far poema Heroico ambi ne mosse
2.1Questo è, perciò ch'i Toschi anchor non hanno
2.2Marte cantato con Heroici carmi,
2.3Ma rozzi, e inculti fra Romanzi stanno.
3.1Quel vostro, che cantò gli amori, e l'armi
3.2De Galli erranti, andar cinto d'Alloro
3.3Senza ragione (a mio giudicio) parmi.
4.1Colui non men, che con nessun decoro
4.2Trovate nuove letre, al fin d'Homero
4.3Colse lo sterco, e non conobbe l'oro,
5.1Di Giron lo scrittor forse il pensiero
5.2Hebbe lontan di voler gire a quella
5.3Meta, ch'io dico, e prese altro sentiero.
6.1Molti son di parer, che la favella
6.2Thosca sol in mostrar d'amor gli affetti
6.3Basti, et sia dolce al par d'ogn'altra, et bella.
7.1Ma ch'a voler cantar gli alti soggetti
7.2Del fiero Marte al segno non arriva
7.3Sian quanto voglian gli scrittori eletti.
8.1Et dicon ch'ella è d'assai voci priva,
8.2Onde esprimer si possa un certo ardore,
8.3S'avien ch'ira, o minaccie alcun descriva.
9.1Io tengo, che costor sieno in errore,
9.2Per quanto gia da alcun n'ho visto prova,
9.3D'alcun ch'anchor non scuopre il suo valore.
10.1Quanto, o Giraldi, mi diletta, e giova
10.2Pensando questa, che i nostri Avi in culla
10.3Videro, e 'n fascie ne l'età sua nova,
11.1E i padri nostri tenera fanciulla,
11.2Noi la veggiam cresciuta in breve tanto
11.3Ch'a sua perfettion già manca nulla.
12.1Et con sì dolce, e con si altiero canto,
12.2Concorde al suon di tromba, o di Siringa,
12.3Già d'Europa rimbomba in ogni canto.
13.1Quale è, che ben, come costei dipinga
13.2Gli interni affetti a gli occhi nostri inante
13.3Quando Amor ne trafigge, o ne lusinga?
14.1O qual si trova più di lei bastante
14.2Cantar di Pan, di Cerere, e di Marte
14.3L'arme, l'aratro, et l'humil greggia errante?
15.1De gli alti Dei le lodi aparte a parte
15.2Canta felicemente, e de gli Heroi,
15.3Di cui già piene son tutte le carte.
16.1Se l'età nostra, e i brutti vitii suoi
16.2Hor canta il pie di socco, hor di cothurno
16.3Trafigge, e morde, io ne dimando a voi.
17.1O de la gran Figliuola di Saturno
17.2Puo dir gli sdegni, e l'ire, e d'Eolo quando
17.3Scioglie Coro, Aquilone, Austro, et Volturno
18.1Tra me la notte, e il dì dunque pensando
18.2Quanto la Thosca lingua sia perfetta,
18.3Dicea in tal guisa, a me stesso parlando
19.1Così sapess'io dir, come esser detta
19.2Puote ella, et molta meraviglia hebbi io,
19.3C'Heroicamente a dir nessun si metta,
20.1Onde nel cor mi nacque alto desio
20.2Del mio valor far prova, e saper come
20.3Mi fusse amica Euterpe, Erato, e Clio
21.1Dunque non già per far noto il mio nome,
21.2O 'n parte alcuna a qual si voglia offesa,
21.3Non per ornarmi d'Hedera le chiome.
22.1Ma solo hebbi io a mostrar la mente intesa
22.2Quanto l'esser fedel, l'usar pietade
22.3Merto, e lode n'apporta in ogni impresa.
23.1E una gran Donna honor di questa etade,
23.2In cui Giove dal ciel si largo infuse
23.3Virtù, senno, valor gratia, e beltade.
24.1Cantai sotto altrui nome, e da le Muse
24.2Se 'n tutto non mi fur le porte aperte,
24.3Non mi furo anco a tutte l'hore chiuse.
25.1E 'n salir quelle strade anguste, e erte
25.2Mi ristorar, tal'hor, col porger mano,
25.3De le fatiche insino allhor sofferte.
26.1Cosi, la merce loro, poco lontano
26.2Dal terzo essendo del preso viaggio
26.3Fu chi mi disse. Ogni tuo sforzo è vano
27.1Poi che il Giraldi sì facondo e saggio
27.2Per la medesma via ratto si pone,
27.3Et con gran lena ognhor prende vantaggio.
28.1Ond'io sapendo in quanta openione
28.2Sete al mondo, e ch'al vostro metro
28.3Cede ogni valor Thosco, e con ragione,
29.1Non men che ceda a ricca gemma il Vetro,
29.2O Cespuglio, o Virgulto, a Cero, o a Pino.
29.3Conchiusi al tutto di tornare indietro.
30.1Dunque, o Giraldi, voi cui si divino
30.2Spirito infuse il ciel, deh non rompete,
30.3Ma seguite il già preso alto camino
31.1Voi solo a questa età salir potete
31.2L'altiero monte, e giungere a quel segno,
31.3Ove null'altro ancor giunger vedrete.
32.1Io, non sol d'alto stil, d'arte, e d'ingegno,
32.2Vi cedo, e di dottrina, e di prudenza,
32.3Ma di più bel soggetto; anco, e più degno.
33.1Dir non si può, ne imaginar, che senza
33.2Quel celeste fervor, che già vi ho detto,
33.3O senza l'infallibil providenza,
34.1Si bel pensier vi fusse entrato in petto.
34.2Di cantar l'opre del Figliuol di Giove,
34.3O sol di tanto stil degno soggetto.
35.1Inanzi gli occhi un specchio havete, dove
35.2Si pon le vere sue sembianze, e fide,
35.3Scorger da tutti, e quante mai fe prove.
36.1Questi è il vostro SIGNOR di cui non vide
36.2Il Sol, ne vedrà mai più saggio, e forte.
36.3O novo invitto, o glorioso Alcide.
37.1Tu solo a la giustitia apri le porte
37.2E il lume tuo, ch'ogn'altro lume amorza.
37.3Via più chiaro serà dopo la morte.
38.1Ch'esser pensate voi sotto la scorza
38.2Di tante fiere, e di tai mostri uccisi
38.3Con arte immensa, e con mirabil forza.
39.1Quei capi, che da lui tronchi, e divisi
39.2Da l'Hidra furo, e quel Leon Nemeo,
39.3Et quei Giganti con si strani visi.
40.1Gli Apri, Diomede, e co Fratelli Argeo,
40.2Phasi, Acheloo, Termodonte, Eueno,
40.3Caco, e Busiri, e Gerione, e Anteo
41.1Con tutto ciò, di ch'ogni libro è pieno,
41.2Sol voglion dimostrar, che il buon moderno
41.3Hercole i vitii doma, e lor pon freno.
42.1Et, come a vero suo Figliuol eterno,
42.2Giove sempre virtù nel cor gli stilla
42.3Per far che immortal viva, e sempiterno.
43.1O felice città, che si tranquilla
43.2Siedi, e sei fatta homai non pur sicura,
43.3Ma nobil Donna di negletta ancilla.
44.1Al nuovo Alcide tuo lieto procura
44.2D'intagliar marmi, e d'inalzar Trophei,
44.3Che da barbari mostri ti assicura.
45.1Tu per lui grande, e inviolabil sei.
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