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PER S.A. IL SIG. BARONE LUDOVICO D'ERTHAL PRINCIPE DEL S. ROM. IMPERO, ELETTO VESCOVO D'ERIPOLI NEL MDCCLXXIX.

1.1Io d'Elicona abitator tranquillo,
1.2Solo del rezzo d'un allor contento
1.3E d'un fonte che dolce abbia zampillo,
1.4Non mi rattristo se per me non sento
1.5Muggir mille giovenche e la campagna
1.6Rotta non va da cento aratri e cento.
1.7Non mi cal che di Francia o di Brettagna
1.8Sul lido american prevaglia il fato
1.9E che tutta di guerre arda Lamagna.
1.10Cerco sol che non sia meco sdegnato
1.11Apollo, e tempri colle rosee dita
1.12La non vil cetra che mi pende a lato;
1.13Nè questa mi contenda ombra romita
1.14Nè questa erbetta dal corrente umore
1.15E dall'aura d'april scossa e nudrita.
1.16Qui vo cantando come detta il core,
1.17E sul margo dell'onde cristallino
1.18Ora questo raccolgo ed or quel fiore:
1.19Poi m'insegnan le bionde Eliconine
1.20A comporne di vergini vezzose
1.21O di lodato eroe ghirlanda al crine.
1.22Coglietemi di Pindo oggi le rose
1.23Più scelte, o Muse: oggi dobbiam le acute
1.24Dell'Alpi valicar balze nevose,
1.25E tesserne corona alla virtute
1.26Dell'inclito d'Erthal, questo sul Meno
1.27Inno traendo dalle corde argute.
1.28Prence caro agli dèi, che chiudi in seno
1.29Valor sovrano alto consiglio, a cui
1.30Pietro confida di Wurtzburgo il freno;
1.31Se interrompere alquanto i pensier tui
1.32Lice e le cure che veglianti or sono
1.33In maturar la sicurezza altrui;
1.34Non sdegnar di Parnaso il sacro suono,
1.35Che piace anche al gran Giove e vien sovente
1.36L'orecchio ai regi a lusingar sul trono.
1.37Più bella è la virtude e più lucente
1.38Fra i colori febèi, qual mattutina
1.39Rosa in faccia al solar raggio nascente,
1.40Che fresca rugiadosa e porporina
1.41Beve l'amica luce, e par che intenda
1.42Com'essa è vaga e d'ogni fior reina.
1.43Virtù qualunque in uman cor s'accenda
1.44Della vita è conforto; e del destino
1.45Sola gli errori e le ferite emenda.
1.46Sola agli affanni nel mortal cammino
1.47Toglier può l'uomo, e all'alta degli dèi
1.48Lieta condizion farlo vicino.
1.49Per lei la morte orror non ha, per lei
1.50Non rumoreggia disdegnoso il cielo,
1.51Nè avvampa il fulmin che spaventa i rei.
1.52Ovunque ella si volge, è senza gelo
1.53Senza squallor la terra, e mille fiori
1.54Vedi alzarsi ridenti in loro stelo.
1.55E come il sol co' temperati ardori
1.56Spirito infonde nelle cose, e schietti
1.57Del suo bell'arco stàmpavi i colori;
1.58Così virtude negli umani petti
1.59Soavità di paradiso ispira,
1.60Norma donando ai contumaci affetti.
1.61Sovr'essa il cielo innamorato gira
1.62Gli occhi; e nel cor dell'uom che la rinserra
1.63L'immagine di Dio contempla e mira.
1.64Salve, o santa virtù, che su la terra
1.65Pochi incensi fumar vedi al tuo nume,
1.66Perchè soverchio il vizio ti fa guerra!
1.67Se indarno lusingar al tuo bel lume
1.68Senti il mondo briaco e lordi intorno
1.69Son gli altari di fango e sudiciume,
1.70Già non per questo del terren soggiorno
1.71Schiva ti mostri, nè ancor vuoi nè sai
1.72Cercar sdegnata al patrio ciel ritorno;
1.73Chè dal comun disordine tu fai
1.74Più pura emerger tua bellezza, e spandi
1.75Fra tanto orrore più lucenti i rai.
1.76Nè penuria è quaggiù d'anime grandi
1.77Fide al tuo cenno, e di cui fama suoni
1.78Che d'Europa all'amor le raccomandi.
1.79Ecco d'Erthallo, che de' tuoi campioni
1.80Al numero s'aggiunse, entro il cui petto
1.81Di nuova speme il fondamento poni.
1.82Tu l'allattasti in cuna; e pargoletto
1.83Riposandoti in grembo ei le pupille
1.84Alla luce avvezzò del tuo cospetto:
1.85Tu gli piovesti al cor dolci scintille,
1.86Qual sopra un fior di fresca primavera
1.87Cadon dell'alba l'odorate stille:
1.88Tu maestra sagace e condottiera
1.89Il cammin gli segnasti, onde spedito
1.90Correr di gloria l'immortal carriera;
1.91Nè facesti l'onor del sangue avito,
1.92Ma de' gran padri in ordine distinto
1.93La bruna immago gli mostrasti a dito.
1.94Altri di lunga scimitarra cinto
1.95Corse di Marte i campi, e duro atleta
1.96Tornò di quercia e di bei lauri avvinto:
1.97Altri rivolti a più felice mèta
1.98Di sudor sacro sparsero le fronti
1.99Del santuario all'ombra mansueta.
1.100Fama i nomi ne porta illustri e conti,
1.101E le mura e le vie parlan pur anco
1.102Di Bruchenavia, e d'Amelburgo i ponti.
1.103Egli mirava al destro lato e al manco
1.104Con avid'occhio i volti appesi, e onore
1.105Pungea frattanto il giovinetto fianco.
1.106Ma degli avi superbia entro quel core
1.107Non surse, chè dell'anime ornamento
1.108Non è degli avi il grido e lo splendore:
1.109Ben l'esempio destò con bel portento
1.110Mille al garzon virtudi emule in seno,
1.111E diè lor qualitade ed alimento.
1.112Quindi costanza, che con piè sereno
1.113Sta sopra il fato e la fortuna, e sprezza
1.114Il turbine che l'urta ed il baleno:
1.115Quindi umiltà, che rado alla grandezza
1.116Si fa compagna, e scritto porta in faccia
1.117Il sentimento della sua bassezza:
1.118Quindi pietade, che amorosa in traccia
1.119Va de' miseri afflitti, e alla gridante
1.120Lacera povertà stende le braccia;
1.121E inviolabil fede, e cogitante
1.122Tarda prudenza, e cento altre sorelle
1.123D'atti e nome diverse e di sembiante,
1.124Tutte un dì nate in paradiso, e belle
1.125Come del ciel su la cerulea vesta
1.126Le rugiadose tremolanti stelle.
1.127Alza, o Tebro, dai gorghi alza la testa;
1.128E benchè di tue bionde acque bramoso
1.129Il Tirreno t'aspetti, il corso arresta.
1.130Rendi a un vate ragion. Il generoso
1.131Eroe ch'io canto, tu conosci; e altero
1.132Levasti il capo dallo speco algoso,
1.133Quando fra i genii del romano impero
1.134Ricco d'alto saper largo ei solea
1.135Spargere lo splendor del suo pensiero;
1.136E innamorato della dotta Astrea
1.137Del Lambertino Benedetto i gravi
1.138Sapientissimi accenti egli bevea,
1.139Qual'ape che d'aprile ai più soavi
1.140Fiori se 'n vola, e nelle celle il grato
1.141Succo ne porta a fabbricarne i favi;
1.142Cresce il lavor celeste, e fortunato
1.143Ride il villan, che il rustico catino
1.144Spera colmar del nettare odorato.
1.145Ma non fêro i bei colli di Quirino
1.146Dolce lusinga a chi dell'Austria poi
1.147Giovar dovea la causa ed il destino.
1.148Ratisbona e Wetzlar sanlo, che a noi
1.149Invidiose l'involaro e tanto
1.150N'andâr superbe de' consigli suoi:
1.151E quei che avversi e quei che fidi al santo
1.152Cattolico stendardo a lui largiro
1.153Di cor gentile e di gran senno il vanto.
1.154Allor dal seno di Wurtzburg s'udiro
1.155E dalle vette di Bamberga estreme
1.156Sorger le voci del comun desire.
1.157Il genio tutelare alle supreme
1.158Parti le spinse, e in te gli astri clementi
1.159Della tua patria coronar le speme.
1.160Lieta si desta su i felici eventi
1.161L'illustre di Sconborn ombra diletta,
1.162E dentro l'urna mormorar la senti;
1.163Chè bella vede e al ciel pur anco accetta
1.164Questa un tempo sua greggia, e non altronde
1.165Di sè più degno successore aspetta.
1.166Men torbe il Meno gorgogliar fa l'onde;
1.167E tutte fuor de' liquidi cristalli
1.168Chiama le acquose ninfe in su le sponde;
1.169Che d'alga il crin coperte e di coralli
1.170Danzano a gara, e fuor degli antri oscuri
1.171Traggon l'eco de' boschi e delle valli,
1.172Mentre al fragor di trombe e di tamburi
1.173Con fiero scoppio tuonano dintorno
1.174Di Fravenbergo i fulminanti muri.
1.175Spiagge beate! a voi dal suo soggiorno
1.176Tranquillo Iddio sorride, e riconduce
1.177Placido sempre e benedetto il giorno.
1.178Ma piange Italia, che maligno e truce
1.179Mira il sole dall'alto infuriarse
1.180E l'incendio versar d'infausta luce.
1.181Fuggon le nubi impaurite e sparse,
1.182E vanno al saettar della gran vampa
1.183Sul lido più felice a rovesciarse.
1.184Selve, campagne la celeste lampa
1.185Strugge; e la terra incenerita e rossa
1.186Dalle viscere sue fuma ed avvampa.
1.187Nè il braccio ancor ritrae dalla percossa
1.188Il nume punitor sordo alle grida,
1.189Sì che omai parmi paventar si possa
1.190L'antica di Feton fiamma omicida.
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