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XXXIII

Rime

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1.1Or l'uscio aprite de l'eterno pianto,
1.2occhi miei lassi al vostro mal sì pronti,
1.3tal che, conversi in duo vivaci fonti,
1.4dolor vi sproni a pianger d'ogni canto.
2.1Par che voleste il sol mirar cotanto
2.2ov'ha gli strali e i raggi Amor congionti,
2.3tal ch'è, pur noto a fiumi, a piagge, a monti
2.4com'in aspro languir rivolto è 'l canto;
3.1perché quel vago, angelico splendore,
3.2che da quei luci uscì, fu il dardo e 'l ghiaccio
3.3ch'entrò da voi per impiagarmi il core.
4.1Ond'io col sospirar mi struggo e sfaccio,
4.2senza aver speme di placar l'ardore,
4.3né che sia dal mio cor disciolto il laccio.
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