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XXII

Rime

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1.1Or ben veggo il tenor de l'empio cielo,
1.2che vuol ch'uom pi` di me doglioso in terra
1.3non scorga quel ch'a noi conduce il giorno,
1.4e che dispensi, ohimè, tutto il mio tempo
1.5tra pianti, tra sospir, tra fiamma e ghiaccio,
2.1or provando la vita e or la morte.
2.2Quella che può donarmi e vita e morte
2.3e può di fosco far sereno il cielo,
2.4freddo il cocente foco e caldo il ghiaccio,
2.5e di leggiadri fior ornar la terra,
3.1trasformando in gioioso ogn'aspro tempo,
3.2non mi rende qual pria l'usato giorno!
3.3Miser, vietommi 'l sol del chiaro giorno
3.4malvagia lingua per condurmi a morte,
3.5onde speme non ho per alcun tempo
4.1di far col mio languir pietoso il cielo,
4.2né lei, che mostra il paradiso in terra,
4.3dal bel petto sgombrar l'orribil ghiaccio.
4.4Nulla poteva in me forza di ghiaccio,
4.5quando gioir mi concedea quel giorno
5.1beltà ch'egual non fu mai vista in terra;
5.2or altro non vegg'io ch'ombra di morte,
5.3e spiego indarno i miei lamenti in cielo,
5.4ma a sì fiero languir non basta il tempo.
5.5Bem mi rimembro, ahi lasso, il dolce tempo,
6.1quando non era il cor mutato in ghiaccio
6.2de la mia donna, che potrebbe in cielo
6.3far pi` tranquillo e pi` soave il giorno,
6.4onde richiamo ognor la sorda morte
6.5che meco i miei dolor richiuda in terra.
7.1Ma pria non si vedrai mai fiori in terra
7.2e cangerassi la stagione e 'l tempo,
7.3e prima si farà benigna morte
7.4ch'io scaldi coi sospir quel duro ghiaccio,
7.5ch'ir mi fa lacrimando notte e giorno
8.1sotto il pi` freddo e tenebroso cielo.
8.2Segua l'usato stile il ciel, la terra,
8.3ché forse un giorno, fra cotanto tempo,
8.4ben fia che 'l ghiaccio romperà mia morte!
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