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XVII

Rime

PoeTree.it

1.1Volgasi il ciel con disusato giro
1.2e porti il sol de la sua luce spento,
1.3né mai qua gi` vago splendor dimostri,
1.4e torni ghiaccio il foco ond'io sospiro,
1.5e 'l foco ghiaccio, ogni piacer tormento.
2.1Nutrisca sol la terra orrendi mostri,
2.2né mai pi` fior l'inostri;
2.3anzi, invece di belle e vaghe rose,
2.4produca stecchi e velenose spine.
2.5E le dorate brine
3.1si convertano in piogge furiose,
3.2corra indietro ogni fiume al proprio fonte
3.3e diventi ogni piaggia alpestro monte.
3.4Sian l'onde sempre da rabiosi venti
3.5turbate, e sovra il mar nascan i faggi.
4.1Ardente il verno sia, fredda la 'state
4.2e gli augelletti a languir solo intenti;
4.3e sian i cor benigni aspri e selvaggi,
4.4né si scorgan pi` voglie innamorate
4.5ma ritrose e spietate.
5.1E ognun pianto dal suo petto sgombri
5.2con dogliosi concenti e rei martìri,
5.3né cosa altra rimiri;
5.4che 'l miser petto d'allegrezza ingombri,
5.5ma cangi in duro il suo felice stato,
6.1ché così vuol al fin l'acerbo fato.
6.2Poscia che 'l cieco Amor, l'empio tiranno
6.3– come quel che d'altrui doglia si pasce,
6.4e come fiume rapido e profondo,
6.5da cui sdegni, sospiri, infamia e danno
7.1e ogni rio martì sorge e rinasce,
7.2e fiamma ch'arde dolcemente il mondo –
7.3or fiero e or giocondo
7.4tempra la breve gioia e i lunghi affanni;
7.5e di false speranze ogni pensiero
8.1il disperato arciero
8.2nudre, con sempre novellar gli inganni;
8.3e con amare tempre, ahi fiera sorte,
8.4or ti mantiene in vita e or in morte!
8.5D'ira e di sdegno e d'alta invidia pieno
9.1de la libera mia tranquilla vita,
9.2allor ch'armava freddo ghiaccio il petto
9.3né m'accendea cocente fiamma il seno,
9.4fu da' suoi inganni cruda rete ordita
9.5e femmi di sua legge umil soggetto,
10.1ch'un bel divino oggetto
10.2mi dimostrò, composto in paradiso,
10.3venuto a dimostrar quant'è nel mondo
10.4di bello e di giocondo.
10.5E fu l'adorno e lampeggiante viso,
11.1che drizzando ver' me l'almo splendore,
11.2d'una piaga mortal mi ponse il core.
11.3E di quel crespo crin, di quel fin auro
11.4– che toglie il pregio e 'l vanto al biondo Apollo,
11.5crin da cui la mia pena ognor rinasce,
12.1ond'io non spero aver mai più restauro
12.2e dislegar dal greve giogo il collo,
12.3la cui soma crudel mi nudre e pasce –
12.4Amor le dure fasce
12.5e la forte mortal empia catena
13.1fece, e strinse di me la meglior parte.
13.2E con mirabil arte
13.3de la fronte tranquilla, alma e serena,
13.4fe' lo speglio in cui tien seggio e impero
13.5vago, leggiadro, onesto e bel pensiero.
14.1De le altere, tranquille e negre ciglia
14.2fe' l'arco donde uscì l'acuto strale,
14.3che m'impiagò soavemente il fianco
14.4e mi sculse con alta meraviglia
14.5al cuor un volto a cui null'altro eguale
15.1di leggiadria non fu veduto unquanco.
15.2E 'n lodar sarei stanco,
15.3il bel naso, anzi il vago e puro scoglio
15.4di bianca neve, che 'n mirando intenta
15.5– avendo l'ira spenta –
16.1l'Invidia dice ch'ogni fier cordoglio
16.2acqueta, in sì gentil, degno lavoro
16.3di pi` valor che gemme e ostro e oro.
16.4Que' lucidi, sereni e chiari lumi
16.5– che come soli di tranquilli giorni
17.1giunsero a le mie notti oscure e adre –
17.2ponno scaldar i pi` gelati fiumi;
17.3ove tanta dolcezza par ch'aggiorni
17.4che m'insegna poggiar ne l'alte squadre.
17.5E le menti leggiadre
18.1col vago raggio Amor non solo incende,
18.2ma ogni alpestre cor, duro e maligno,
18.3far può molle e benigno.
18.4E tanto lungi il folgorar s'estende
18.5ch'i bramosi occhi in contemplar intenti
19.1restaro nel veder pi` bello spenti.
19.2Sovra falda d'intatta e bianca neve
19.3si veggion campeggiar rose e viole
19.4e tra loro scherzar gli onesti amori.
19.5La dolce bocca, ond'escono parole
20.1d'accender Giove, e i preziosi odori
20.2fan ch'io sempre gli onori
20.3e scorga il ben qua gi` del paradiso.
20.4E tra perle e rubin nasce il concento
20.5ch'assai lieto e contento
21.1lo spirto mi tenea dal cor diviso,
21.2che mentre esser vedermi in tale stato
21.3mi tenea fra gli amanti il pi` beato.
21.4La rilucente e cristallina gola
21.5e pi` ch'avorio bianco il largo petto
22.1mostran casti pensier, santi desìri.
22.2O beltà veramente al mondo sola
22.3e di vera onestà fermo ricetto,
22.4sola cagion de' miei lunghi martìri!
22.5Che lodar, lingua, aspiri?
23.1Le mamme, anzi, i duo pomi còlti in cielo?
23.2il ritondetto piè, la dolce mano?
23.3o ver quel che, lontano,
23.4al tuo pensier si mostra e cuopre il velo?
23.5ché 'n veder tanto ben l'anima vaga
24.1ogni dolor soavemente appaga!
24.2Tai giorni mi segnava lieta stella,
24.3mentre l'ingiusto Amor non m'ebbe a sdegno.
24.4Ma quel breve gioir passò volando,
24.5ch'a l'acerba fortuna, empia e ribella,
25.1piacque di doglia farmi ultimo segno
25.2e por me stesso d'ogni pace in bando.
25.3E perch'io lagrimando
25.4viva, tolsemi i rai de la mia donna,
25.5anzi lo scudo di mia afflitta vita,
26.1e di beltà inudita,
26.2gloriosa, gentil, ferma colonna
26.3in cui s'appoggia senno, alto valore,
26.4tema di scorno e bel desìo d'onore.
26.5Ma s'a tòrla fu presta agli occhi miei,
27.1la segue pur il mio stanco pensiero.
27.2S'io parlo o taccio o muovo il piede o seggio,
27.3lei miro cui mirar sempre vorrei.
27.4Così morendo vivo e temo e spero,
27.5e conforto al mio mal, lasso, non chieggio.
28.1Né cosa al mondo veggio
28.2che mi sospinga ad altro ch'a trar pianto
28.3per ampie selve inabitate e strane;
28.4e tigri e fier ircane
28.5benigne rendo col mio tristo canto.
29.1Così doglioso, e d'uno in altro scempio,
29.2vo biasimando il destin fallace ed empio,
29.3e con le pene i campi misurando.
29.4«Ahi lasso, privo son d'ogni mio bene
29.5– dico gridando – e secca è la speranza!
30.1Il seren de' miei giorni è posto in bando
30.2e con doppia ombra orrida notte viene,
30.3né altro già che sospirar m'avanza!
30.4O d'amor prava usanza,
30.5o senza legge vita degli amanti,
31.1questa mercè di ben servir si coglie?
31.2Or sbrama le tue voglie,
31.3Amor, con involarmi i lumi santi,
31.4che gran tempo mi diêr benigna sorte
31.5e or vita mi dan peggior morte!».
32.1Poi ch'altro che versar pianti non fai,
32.2canzon, rimanti fra gli oscuri boschi,
32.3simil a' tuoi pensier noiosi e foschi!
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