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IX

Rime

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1.1Alto Motor, che da l'eterne squadre
1.2qua gi` scendesti a tò umana spoglia
1.3per far che 'l dolce de l'antico Padre
1.4temprasse la tua amara, acerba doglia
1.5e per ritrarne da l'oscure e adre
2.1tenebre, acceso di pietosa voglia,
2.2volesti di Signor ai servi eguale
2.3farti e, di vero Dio, vero mortale.
2.4E dentro al verginal, puro, umil chiostro
2.5quel ben chiudesti che non cape il cielo,
3.1non per esser signor di gemme e d'ostro,
3.2ma per sentir e sete e caldo e gelo.
3.3Tu la pena e 'l martìr del fallo nostro
3.4soffristi con benigno, ardente zelo
3.5e 'n grembo ti ponesti a l'empia morte
4.1per aprirne del ciel le chiuse porte.
4.2E fra vili animai nel vil albergo
4.3nascesti, a palesar con chiaro essempio
4.4che con santa umiltà romper il tergo
4.5dovevi del nemico altero ed empio.
5.1Perché di pianto or duo fiumi non vergo
5.2in contemplar che, con sì fiero scempio,
5.3per l'uom, a lui sì crudo e sì ribello,
5.4il Monarca del ciel s'è fatto agnello?
5.5Veggio, sommo Fattore, il duro legno,
6.1qual morte prima e or m'adduce vita,
6.2che fa del santo corpo, ohimè, sostegno,
6.3e 'l tuo duol e 'l mio error pianger m'invita.
6.4Questo è del nostro ben securo pegno,
6.5ond'agevol ne fia la via smarrita;
7.1e se fu peso a te molesto e greve,
7.2a noi l'alma d'error fe' sgombra e lieve.
7.3Tu, del mondo signor, povero e nudo
7.4fra noi scendesti di umiltade armato,
7.5e a l'ira del tuo Padre il saldo scudo
8.1porgesti del tuo petto almo e beato.
8.2Ma non conobbe l'uom spietato e crudo
8.3che morte diede a quel che l'ha creato:
8.4a lui ben morte, a noi gioia infinita
8.5poiché ne die' tal morte eterna vita.
9.1Ond'io con lieta fronte a la mia vera
9.2salute corro a dimandar perdono.
9.3Deh, risguarda, Signor, quel che 'n te spera
9.4e 'l cor ti porge umilmente in dono.
9.5Accogli la mia fé pura e sincera,
10.1ché tuo figliol, tuo servo indegno i' sono.
10.2Guida a buon porto il folle pensier mio,
10.3ché senza il tuo favor nulla poss'io.
10.4Specchio di vero amore e di pietade,
10.5mostra il tuo santo e glorioso volto,
11.1la cui somma, divina, alta bontade
11.2ha noi di man de l'aversario tolto,
11.3e piane rende al miser uom le strade
11.4di ricondursi in ciel libero e sciolto,
11.5ché 'l tuo chiaro splendor lungi disgombra
12.1dai nostri petti ogni terribil ombra.
12.2Scorgo, Signor, le valorose mani,
12.3le mani, ohimè,che tempran gli emisferi,
12.4e i santi pie', che calcan i sovrani
12.5cerchi, or piagati né qual prima interi.
13.1O chiodi, o duri chiodi, o chiodi strani,
13.2com'al figliol di Dio foste sì fieri
13.3ch'i pie' e le man, che 'l ciel volgon intorno,
13.4affissi in croce or sian con tanto scorno?
13.5Fiera lancia di poi t'aperse il petto
14.1ond'uscìo 'l sacro e prezioso sangue,
14.2sangue che lava il rio nostro difetto
14.3per cui la dolorosa anima langue.
14.4Tu, Cristo mio, tu, mio Cristo, interdetto
14.5hai l'audace camin del rigido angue
15.1e, sciolta la mortal, empia catena,
15.2hai morta col morir la nostra pena.
15.3E benché senza fin sia il nostro errore,
15.4la tua bontà pietoso a noi ti renda.
15.5Accendi l'alma di celeste amore
16.1ché terreno pensier mai non l'offenda,
16.2e sgombra intorno il tenebroso orrore;
16.3la dritta via del ciel chiara comprenda
16.4e, poi che sciolta fia del mortal velo,
16.5conducila, Signor, teco nel cielo.
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