about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1– Se non fusse il piacer che dona Amore
1.2nel generare e quella gran paura
1.3che Morte dà ne l'ultimo dolore,
1.4mancheria in breve l'umana natura,
1.5ché l'uom con quella fugirebbe il male,
1.6il qual è in nostra vita acerba e dura.
1.7Ma con queste due cause ogni mortale
1.8la nostra matre provida retiene
1.9a stare in vita e anche ogni animale,
1.10ché pel piacere al generar se vene,
1.11per il timor ognun cerca fugire
1.12quel fine orrendo pien di tante pene.
1.13Pur nondimanco, per men duol sentire,
1.14se stesso occise il vostro gran Catone,
1.15stimando con un mal molti finire:
1.16più in lui puotè il dolore e la passione
1.17di perder libertà che 'l gran spavento
1.18che dà quel giorno estremo a le persone.
1.19Però veder puoi chiaro esperimento
1.20qual duol patisca l'uomo in la sua mente,
1.21se morte prende per minor tormento.
1.22Qual animal mai tanta doglia sente
1.23in el suo cuor, che per superchio affanno
1.24se stesso occida voluntariamente?
1.25Da i sensi poi li quali i mortali hanno,
1.26se ben con l'ochio de la mente miri,
1.27più che piacer assai suol venir danno;
1.28quanti per gli ochi al cuor se crean suspiri:
1.29morte vedi de amici e figli cari
1.30e tante varie cause de martiri.
1.31Quanti inimici, quanti tuoi contrari
1.32per gli ochi al cuor te son troppo molesti!
1.33Quante ruine vedi e casi vari!
1.34Che del duol la metà non sentiresti,
1.35se fideli ochi tuoi non fusser quelli
1.36ch' apren la via a tanti mali infesti.
1.37Per l'audito da poi quanti flagelli
1.38crucian la mente, quante rie parole
1.39pongeno il mortal cuor come coltelli!
1.40Or senti quello amico che se duole,
1.41l'altro nova ti porta tanto trista,
1.42che per pietà faria oscurare il sole.
1.43E poi dal gusto quanto mal se acquista!
1.44Talor tanto diletto in quel se prende,
1.45che morte o infamia vien col piacer mista.
1.46Se uno odor giova, un fetor quanto offende!
1.47E il tatto un cuor uman commove tanto,
1.48che non men che la vista spesso incende.
1.49Spesso la voluttà la pena ha a canto,
1.50anzi sian qual fanciul che gioca e ride,
1.51che 'l fin di quel suo gioco è spesso il pianto.
1.52E se Fortuna a noi mortali arride,
1.53quando il suo volto mostra più sereno,
1.54non gli sia alcuno chi di lei si fide:
1.55nubilo il cangia in manco d'un baleno,
1.56sì che 'l misero al fin, qual crede in lei,
1.57trova ogni dolce suo d'amaro pieno.
1.58Far non si può alcun patto con costei:
1.59ogni cosa mortal come gli piace
1.60dispensa né risguarda a boni o rei.
1.61Fermo travaglio ha sempre e incerta pace,
1.62né si può iudicar da mane a sera
1.63quale sia il stato d'alcun suo sequace.
1.64Fuge, figliol, questa volubil fera
1.65che 'l mondo rege senza lege alcuna,
1.66né fra suoi servi è una amicizia vera:
1.67qualunque è amico sol de la Fortuna,
1.68così come ella è instabil senza fede,
1.69non è fé né fermezza in lui veruna.
1.70Qual banderola in sul camin se vede
1.71voltarse ad ogni vento in uno istante,
1.72tale è l'amico che da lei procede.
1.73Eh! eh! eh! eh! le fere tutte quante,
1.74se amicizia han fra lor, non è almen finta,
1.75anzi è sincera stabile e costante.
1.76La facia di vergogna io porto tinta,
1.77quando al viver mortal penso e cognosco
1.78nostra natura da le fere vinta:
1.79con più concordia stanno lor nel bosco,
1.80senza lege e statuti, che i mortali
1.81ne le citate. Ah, viver pien di tosco!
1.82Con ceppi, corde e bandi capitali
1.83a pena se può far che in pace viva
1.84l'uom degno più che tutti gli animali.
1.85Raro una fera è quasi mai nociva
1.86a la sua spezie; ahimè, ché fra gli umani
1.87l'un fratel l'altro de la vita priva;
1.88l'impio figliolo insanguina le mani
1.89nel venerando e pio sangue paterno,
1.90ver lui più crudo assai che fieri cani:
1.91oh, cause da far piangere in eterno! –.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)