about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Con viso tal, come colui ch'ha preso
1.2medicina non grata e con il fronte
1.3mostra e con gesti che il palato è offeso,
1.4io stava apresso a quello amaro fonte,
1.5domandando a Dianeo se l'onda strana
1.6sorgeva fuor di vena di quel monte.
1.7E ello a me: – La mirabil fontana
1.8esce d'un sasso dove il saggio mesto
1.9continuo piange la miseria umana,
1.10sì ch'io mi credo che 'l sapor molesto
1.11da le lacrime sia sul sasso sparte,
1.12che fanno il fonte al gusto tanto infesto.
1.13E meco ora verai in quella parte,
1.14dove con l'occhio vederai tu stesso
1.15quel che col mio parlar non so mostrarte –.
1.16Così se mosse e io sequiva apresso
1.17per intrar sotto quel lugubre tetto,
1.18se espedito l'intrar ne fia concesso.
1.19Picchiando donque il piccollino uscetto,
1.20mostrossi a una finestra il gran sapiente
1.21con barba bianca fine a megio il petto.
1.22Pallide avea le gote e macilente,
1.23concavi gli ochi e rossi e grave sguardo,
1.24da fare ognun chi 'l mira reverente.
1.25E disse a noi con un parlar suo tardo:
1.26– Chi ve suspinse qua? chi sete voi?
1.27Omeni me parete, se ben guardo,
1.28o ver pur sete simulacri suoi? –.
1.29E quando il suo parlar ebbe finito,
1.30tirosse dentro e più non disse poi.
1.31Remasi alora tutto sbigottito,
1.32la speranza perdendo de l'intrare,
1.33quando el scuro parlare ebbi sentito.
1.34Iuro, lettor, ch'io non sapea che fare:
1.35o lì fermarmi o ver tornar indrieto,
1.36sì me turbò quel duro favellare;
1.37ma quel mio caro condutter discreto
1.38il cuor m'aquïetò con sue parole,
1.39che de confusïone era repleto.
1.40Stava sì come alcuna volta suole
1.41chi repulsa ha da qualche degno luoco
1.42e de tal atto se vergogna e duole,
1.43che in viso deven rosso come un fuoco,
1.44guardando intorno se l'ha visto alcuno
1.45che 'l stimi per tal scorno esser da puoco.
1.46Ben che non fusse alor meco veruno
1.47salvo Dianeo mio, la sua presenza
1.48stimai come me avesse visto ognuno.
1.49Ma poi cognobbi che convien pazienza
1.50chi condur vòle al fine un'alta impresa,
1.51né aver tanto timor d'erubescenza.
1.52E stando a l'uscio con la mente accesa,
1.53col desio dentro e con il corpo fuora,
1.54sperando pur intrar senza contesa,
1.55mossese la mia cara guida alora
1.56sì come leve augel levato a volo
1.57e intrò per la fenestra aperta ancora.
1.58Restato io donque in tal maniera solo,
1.59con la mente confusa più che mai,
1.60stillando fuor de gli ochi il novo duolo,
1.61sopra d'un vivo sasso io me assetai
1.62pensoso e di tal caso il fin spettando,
1.63qual molto miglior fu ch'io non pensai.
1.64E ecco Dïaneo tornar calando
1.65chiuso ne l'ale come suol falcone
1.66al falconero il lodolo rotando,
1.67e disse a me con umile sermone:
1.68– Scaccia il cordoglio e segue me securo
1.69e de lo intrar a tuo piacer dispone:
1.70Eraclito vedrai dal parlar scuro,
1.71qual pareratte ancor soave molto,
1.72se l'estimasti alor scabroso e duro –.
1.73Come chi in gran pensier è stato involto,
1.74e uscirne con onor trova la via,
1.75e mostra la letizia sua nel volto,
1.76tal mi voltai in ver la scorta mia,
1.77regraziandola assai di cuor sincero
1.78del bon soccorso e fida compagnia.
1.79Così passassen dentro il luoco austero
1.80pieni d'un certo filïal timore,
1.81giongendo avanti a un uom tanto severo.
1.82Acorgendose lui del mio colore,
1.83– Scaccia –, disse, – il rispetto e la paura,
1.84ché non son convenienti a un liber cuore.
1.85De vani onori mai non ebbi cura,
1.86piango la servitute e gli altri mali
1.87ch'io vegio in nostra misera natura:
1.88pietate e non già sdegno ho de' mortali,
1.89e certamente quasi, figlio, credo
1.90non aver l'uomo al cuor più acuti strali,
1.91che i gran rispetti che nel mondo vedo –.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)