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Canto sesto

Rinaldo

PoeTree.it

1.1Parton da l'antro i duo garzoni insieme,
1.2e prendon verso Italia il lor camino,
1.3là ov'è già presso a le ruine estreme
1.4da Carlo astretto il campo saracino:
1.5ch'ivi di fare eccelse imprese han speme
1.6dinanzi al gran figliuol del buon Pipino,
1.7e vuol Florindo da la regia mano
1.8tôr di cavaleria l'ordin sovrano.
2.1Attraversando gir tutto 'l paese
2.2che Giulio ornò di molti fregi pria,
2.3e superaro ancor l'Alpi scoscese,
2.4per cui s'aprì la malagevol via
2.5con novo modo il gran Cartaginese,
2.6Roma, portando a te guerr'aspra e ria.
2.7Vider d'Italia poi l'almo terreno,
2.8ancor di riverenza e d'onor pieno.
3.1— Salve, d'illustri palme e di trofei
3.2provincia adorna, e d'opre alte e leggiadre;
3.3salve, d'invitti eroi, di semidei,
3.4d'arme e d'ingegni ancor feconda madre,
3.5che estendesti agli Esperii, ai Nabatei
3.6l'altere insegne e le vittrici squadre;
3.7e d'ogni forza ostil sprezzando il pondo,
3.8e giusta e forte desti legge al mondo. —
4.1Così Rinaldo va parlando, e 'ntorno
4.2intanto gira il guardo desioso,
4.3ed ognor più vede il paese adorno
4.4di ricche ville e vago e dilettoso;
4.5ma non trova ventura in quel contorno
4.6ov'ei col fatigar prenda riposo,
4.7ed ove mostrar possa il suo valore
4.8e la virtù del generoso core.
5.1Gran parte trapassar d'Italia, e mai
5.2non potero incontrar ventura alcuna,
5.3benché del lor camin fêssero assai
5.4al freddo lume de l'argentea luna.
5.5Giunsero al fin co' matutini rai
5.6là dove 'l Franco e 'l Saracin s'aduna,
5.7e vider tremolar l'insegne altere
5.8al vento, e fiammeggiar l'armate schiere.
6.1S'alzava il sol dal mar con l'ore a paro,
6.2né di nubi copria le gote ardenti,
6.3e, ferendo per dritto il vario acciaro,
6.4mille formava in ciel lampi lucenti,
6.5e con un corruscar tremulo e chiaro
6.6fêa non ingrata offesa agli occhi intenti,
6.7tal ch'il campo sembrava Etna qualora
6.8l'aer con spessi fuochi orna e colora.
7.1Carlo in tre parti il campo avea diviso,
7.2ed ei tenea con una un picciol monte;
7.3Namo s'era con l'altra al piano assiso;
7.4gli stava con la terza Amone a fronte.
7.5L'essercito infidel d¢mo e conquiso
7.6è cinto intorno e chiuso in Aspramonte;
7.7ben molti ancor vi son de' Saracini,
7.8che stan ne' forti luoghi ivi vicini.
8.1Poi che 'l campo da lunge ebber mirato
8.2e sodisfatto al lor desire in parte,
8.3Florindo, bene instrutto ed informato
8.4di quel che deggia far, da l'altro parte,
8.5e dritto se 'n va dove attendato
8.6s'era il gran Carlo in elevata parte.
8.7Ma Rinaldo che gir seco non volle,
8.8si fermò giù nel piano a piè del colle.
9.1Passa Florindo tra l'altere squadre,
9.2adorne di valor, di ferro cinte,
9.3ed a varie fatiche, opre leggiadre,
9.4tutte le vede in util modo accinte.
9.5Quinci l'anime vili, oscure ed adre,
9.6cui l'ozio piace, son scacciate e spinte;
9.7quivi Vener non ha né Bacco loco,
9.8né dado infame od altro inutil gioco.
10.1Quivi si vede sol chi dal forte arco
10.2aventi strai con certa aspra percossa,
10.3chi di scudo coperto e d'arme carco
10.4poggi in loco erto con destrezza e possa;
10.5chi porti il destro suo terreno incarco
10.6con lieve salto oltra ben larga fossa,
10.7chi mova a marzial feroce assalto
10.8gli aspri piombati cesti or basso or alto;
11.1chi con robusta man la spada giri
11.2in fiammeggianti rote o l'asta vibri,
11.3e chi lottando a la vittoria aspiri,
11.4e diverse arme paragoni e libri;
11.5chi con gran forza il pal di ferro tiri,
11.6chi d'arte militar rivolga i libri,
11.7chi muova tutto armato il piede al corso,
11.8chi volga o lente ad un corsiero il morso.
12.1Deh! come in tutto or è l'antica norma
12.2e quel buon uso e quei bei modi spenti!
12.3Com'or nel guerreggiar diversa forma
12.4si serba, oimè! tra le cristiane genti!
12.5Or chi celebri Bacco o inutil dorma,
12.6chi tutti aggia i pensieri al gioco intenti,
12.7chi ne' piacer venerei impieghi e spenda
12.8le forze, è sol de' campi in ogni tenda.
13.1Che meraviglia è poi se 'l rio serpente,
13.2sotto cui Grecia omai languendo more,
13.3orgoglioso minaccia a l'Occidente
13.4e par che 'l prema già, che già il divore?
13.5Ma dove or fuor di strada inutilmente
13.6mi torcon giusto sdegno, aspro dolore?
13.7Dove, amor e pietà, mi trasportate?
13.8Deh! torniamo a calcar le vie lasciate.
14.1Florindo, uno scudier tolto in sua scorta,
14.2si fa condurre al padiglion di Carlo.
14.3Giunto a le guardie de la regia porta,
14.4prega ch'entro al signor voglian menarlo.
14.5Come il re vide, con maniera accorta,
14.6chini i ginocchi al suol, prese a mirarlo;
14.7indi fatte le guancie alquanto rosse,
14.8riverente ed umil tai voci mosse:
15.1— Sir, qui vengh'io da la tua fama tratto,
15.2che quasi un novo sol risplende e vaga,
15.3per esser di tua man cavalier fatto:
15.4benigno adunque il mio desire appaga. —
15.5Carlo del suo parlar ben sodisfatto,
15.6e de la nobil sua sembianza vaga,
15.7cavalier fello, ancorché non sapesse
15.8dirgli a pieno onde origine ei traesse.
16.1Prega Florindo che la man d'Orlando,
16.2l'invitta man di Dio ministra in terra,
16.3sia quella che gli cinga al fianco il brando,
16.4lieto e felice augurio in ogni guerra.
16.5Il paladin di ciò gli è grato, usando
16.6detti cortesi, ond'egli umil s'atterra,
16.7ed al gran Carlo ed a lui grazie rende;
16.8indi di nuovo il dir così riprende:
17.1— Un cavalier che qui vicin m'aspetta,
17.2ed io, che ambi d'Amor seguaci siamo,
17.3per la sua face e per la sua saetta
17.4d'esser campioni suoi giurato abbiamo;
17.5onde or de l'armi dando altrui l'eletta,
17.6al tuo cospetto mantener vogliamo,
17.7ch'ascender non può l'uomo a vero onore
17.8se non gli è duce e non gli è scorta Amore.
18.1Dunque s'alcun de' tuoi guerrier si truova
18.2che nemico d'Amor si mostri e sia,
18.3e ciò voglia negar, venga a la pruova,
18.4ch'a lui con l'arme in man risposto fia. —
18.5Parve proposta tal leggiadra e nuova,
18.6e v'è chi contradirvi omai disia.
18.7Carlo vuol poi che sia l'alta proposta
18.8per un suo messo a' Saracini esposta.
19.1Tosto di ciò si sparse fama, e molti
19.2che ne' lacci d'Amor non furon mai,
19.3o che se 'n quelli pur vissero involti,
19.4ed aspri e duri gli provaro assai,
19.5ed essendone già liberi e sciolti,
19.6fissi in mente tenean gli antiqui guai,
19.7disposer d'adoprar l'asta e la spada,
19.8perché d'Amor la gloria a terra cada.
20.1Carlo già presso al piano era disceso,
20.2intorno cinto da' suoi duci alteri,
20.3per risguardar come l'incarco preso
20.4sostenerian gli incogniti guerrieri.
20.5Rinaldo, a cui toccava il primo peso,
20.6attendeva a la giostra i cavalieri:
20.7primo è a venir Gualtier da Monlione,
20.8e primo anco a lasciar scarco l'arcione.
21.1Sorse vario parlar fra i circostanti,
21.2vedendo il fiero corpo inaspettato,
21.3ma cessò tosto, perché fessi avanti
21.4Augiolin ch'era a vincer spesso usato.
21.5Segnano i colpi a l'elmo ambo i giostranti:
21.6ecco si danno, ecco cader sul prato
21.7l'aventurier ch'a quel colpir non resse,
21.8e col tergo e col capo il suolo impresse.
22.1Berlingier ch'Angiolino a terra ir vede,
22.2e ne vuol fare a suo poter vendetta,
22.3la lancia arresta e 'l destrier punge e fiede,
22.4e veloce ne va come saetta.
22.5Dal fren la mano e da la staffa il piede
22.6gli leva il colpo averso: ei pur s'assetta,
22.7e ferma in sella, e torna a giostra nuova;
22.8ma lunge dal cavallo al pian si trova.
23.1Molti ch'eran d'Amor fidi e devoti,
23.2spinti da invidia e da pensier superbo,
23.3vennero a giostra allor, ma lasciar vòti
23.4i cavalli al colpir grave ed acerbo.
23.5Tu primiero col tergo il suol percuoti,
23.6benché sii di gran forza e di gran nerbo,
23.7o fier Riccardo; poi seguonti appresso
23.8Druso, Alcasto, Orion, Pulione e Bresso.
24.1Tosto dopo costor giostra Gismondo;
24.2tosto è dopo costor sospinto a terra.
24.3Cadde ancor seco Orin che furibondo,
24.4per voler troppo, il colpo falla ed erra.
24.5Arban suo maggior frate ora è secondo,
24.6ch'Orin prima e poi lui Rinaldo atterra;
24.7bene Aldrimante, il terzo lor germano,
24.8venne terzo a cader disteso al piano.
25.1Mentre Rinaldo fa sì agevolmente
25.2verso il cielo a costor volger le piante,
25.3ecco a pugna venir chiaro e lucente
25.4di forte acciaro il saracino Atlante.
25.5Sembra egli a l'apparir torre eminente,
25.6sembra il destrier c'ha sotto alto elefante;
25.7tutto di marzial sdegno s'accende
25.8il guerrier, come in lui le luci intende.
26.1Senza parlar, senza pur dirgli “guarda!”,
26.2ratto muove a l'incontro il fier pagano;
26.3né men ratto di lui l'altro ritarda,
26.4ma l'asta indrizza, non mai corsa in vano.
26.5De' circonstanti ognun sospeso guarda
26.6qual de' duo deggia roversarsi al piano;
26.7batte a quelli per dubio e per sospetto,
26.8per ira e brama a questi il cor nel petto.
27.1Con quel vigor, con quelle voglie pronte
27.2con cui colpirsi Achille e 'l forte Ettorre,
27.3là 've asconde tra nubi il sacro monte
27.4Ideo l'aerea testa, e 'l Xanto scorre,
27.5con quelle o con maggior ne l'ampia fronte
27.6vengonsi questi al primo scontro a côrre:
27.7e fu 'l colpo crudel di tanta forza
27.8che gir tre volte o quattro a poggia e orza.
28.1Si scontrano i cavalli, e 'l fier Baiardo,
28.2quanto minor, cotanto ancor più forte,
28.3l'altro distende con urtar gagliardo,
28.4e dàllo in preda a la gelata morte.
28.5Il pagan si drizzò, ma lento e tardo,
28.6ché gli presse il destrier le gambe a sorte;
28.7intanto il cavalier lui non offende,
28.8ma con l'integra lancia al pian discende.
29.1Ride il superbo Atlante e lui minaccia,
29.2come da sella al pian disceso il vede,
29.3e dal fodro Fusberta altero caccia,
29.4Fusberta il brando ch'ogni prezzo eccede.
29.5Rinaldo verso quel volta la faccia,
29.6e inanzi il manco e dietro 'l dritto piede
29.7ben fermo in terra, e l'asta a mezzo presa,
29.8coraggioso si move a la contesa.
30.1Tutto feroce l'African si lancia,
30.2ed a trovare il va con un mandritto,
30.3ma in mezzo il corso da l'aversa lancia
30.4gli è tronco il calle e l'omero traffitto.
30.5S'allegra tutto allor lo stuol di Francia,
30.6ma si conturba il Saracino afflitto:
30.7freme il gigante e di rabbiosa fiamma
30.8le guancie e gli occhi orribilmente infiamma.
31.1E da la destra uscir si lascia il brando,
31.2ch'a catena di ferro avinto pende,
31.3sì ch'afferrar può l'asta, e lei tirando
31.4quasi per terra il cavalier distende,
31.5e di man gliela cava. Indi, gettando
31.6quella lontan, Fusberta altier riprende.
31.7Rinaldo, or che farai? Chi ti soccorre?
31.8Come potraiti inerme a morte tôrre?
32.1Perde ei la lancia ben, non perde il core
32.2però, ma più che mai ratto e veloce
32.3si sottragge, saltando al gran furore
32.4con cui giù dechinava il ferro atroce.
32.5Scende il ferro con impeto e romore:
32.6pur al terren più ch'al nemico or noce,
32.7né sì presto il pagan l'alza che, mentre
32.8ciò fa, Rinaldo sotto lui non entre.
33.1Entra Rinaldo e col pugnal percuote
33.2la mano ostil tra' nervi acerbamente;
33.3poi gli elsi afferra de la spada, e scuote
33.4di lei la destra allor poco possente.
33.5Il fier gigante contrastar no 'l puote,
33.6e la sua morte omai vede presente;
33.7vede, meschin, ne la sua spada istessa,
33.8l'acerba morte sua viva ed espressa.
34.1Quei, ch'audace stimar via più che saggio
34.2il cavaliero a lor ancor novello,
34.3perché 'l vedeano andar con disvantaggio
34.4senz'aver spada a l'orrido duello,
34.5ora il senno stimar par al coraggio,
34.6tal destrezza e valor vedendo in quello:
34.7che sia Rinaldo alcun di lor non crede,
34.8benché sappiano il vanto il qual si diede.
35.1Alza il guerriero intanto il suo robusto
35.2braccio per estirpar germe sì rio,
35.3e dove il capo termina col busto,
35.4il gran corpo divise e dipartio;
35.5da le gelate membra, inutil fusto,
35.6l'alma vermiglia involta in sangue uscio,
35.7e stridendo n'andò nel cieco Averno,
35.8là 'v'è 'l duolo, l'orrore e 'l pianto eterno.
36.1L'asta raccolta, ascese in sul destriero
36.2Rinaldo, ma Fusberta il brando eletto
36.3si cinse prima, poiché 'l voto altero,
36.4che già fece egli, or ha sortito effetto,
36.5avendo tolto a forza ad uom sì fiero,
36.6da cui stat'era a dubii passi astretto,
36.7la ben guernita e ben temprata spada,
36.8di cui non è chi meglio punga o rada.
37.1Otton, che si dolea che 'l pagan tronco
37.2il suo desio gli avesse e 'l luoco tolto,
37.3vedendolol senza nome ignobil tronco,
37.4nel proprio sangue orribilmente involto,
37.5sprona il destrier, arresta il grosso tronco,
37.6ma cadde, da Rinaldo in fronte colto;
37.7quindi poi fu da l'empio ferro estinto
37.8il buon Ugon, non che da sella spinto.
38.1Questi il nimico in petto avea colpito,
38.2e quasi tratto al pian dal suo cavallo;
38.3da l'altra parte il paladin, ferito
38.4sol l'aere e 'l vento, l'asta corse in fallo,
38.5onde da l'ira e dal furor rapito
38.6poi l'uccise in brevissimo intervallo,
38.7e quasi in un istante a lui recise
38.8il capo, e 'l brando sino al cor gli mise.
39.1Quel ferro ch'ad Ugon il cor traffisse,
39.2il cor traffisse insieme al magno Carlo,
39.3perciò che lui, mentre in sua corte visse,
39.4cotanto amò che non potea più amarlo.
39.5Or non vorria che invendicato gisse,
39.6e dentro è roso da mordace tarlo:
39.7da desir di vendetta ei dentro è roso,
39.8né puote il suo pensier tenere ascoso.
40.1Ma rivolto ad Orlando, il qual dal lato
40.2manco gli stava, a lui così ragiona:
40.3— O da me qual figliuol nipote amato,
40.4o sostegno maggior di mia corona,
40.5vedi ben tu com'empia man privato
40.6d'Ugone or n'have, e com'ei n'abbandona,
40.7quand'era la sua età nel più bel fiore,
40.8e in colmo i suoi servigi e 'l nostro amore.
41.1Ahi quanto ardito fu, quanto fu forte,
41.2ahi quanto buono, ahi quanto a noi fedele!
41.3Ed è ben dritto, oimè! ch'a la sua morte
41.4tutta Francia si lagne e si querele.
41.5Ma chi per l'aspra sua spietata sorte
41.6sparger pianti e sospir, sparger querele
41.7de' più d'ambo duo noi, s'ambo duo noi
41.8deggiam più ch'altri ai gran servigii suoi?
42.1Dunque un sì meritevol cavaliero
42.2morirà invendicato, e tu 'l vedrai?
42.3Tu che 'l forte Troiano, Almonte il fiero
42.4vincesti, or di costui temanza avrai?
42.5Deh! rompi omai l'orgoglio a questo altero,
42.6deh! fa' del nostro Ugon vendetta omai,
42.7e solleva qual pria l'onor di Francia,
42.8ch'abbattuto or si sta da l'altrui lancia. —
43.1Con questi detti e con molti altri spinse
43.2il forte Orlando contra 'l forte estrano,
43.3ché quegli prima a giostra non s'accinse,
43.4non essendo al pugnar facile e vano.
43.5Né fello or volontier, né farlo ei finse,
43.6anzi il suo pensier disse aperto e piano;
43.7ma Carlo il prega, e contradir non giova,
43.8onde convien ch'al suo voler si muova.
44.1Egli era armato, e sol l'ardita fronte
44.2non ricopria con l'onorato incarco,
44.3ma fattosi recar l'elmo d'Almonte,
44.4tosto di quel si rese adorno e carco.
44.5Rinaldo, ch'al quartier conobbe il conte
44.6ch'a scontrarlo venia, non fu già parco
44.7in allentar la briglia, oprar lo sprone,
44.8lieto di sì bramata occasione.
45.1Muse, or per voi s'apra Elicona, e 'l santo
45.2vostro favor più largo a me si presti,
45.3onde con nuovo stil m'inalzi tanto,
45.4ch'al gran soggetto inferior non resti.
45.5E tu, Minerva, ancor reggi il mio canto,
45.6come la man de' duo campion reggesti:
45.7ché non men puoi ne l'una e l'altra parte
45.8dar forza altrui, ch'Apollo insieme e Marte.
46.1Non giamai negli ondosi umidi regni
46.2s'investon con furor sì violento
46.3duo veloci nemici armati legni,
46.4spinti o da remi o da secondo vento,
46.5che l'un ne l'altro imprime aperti segni,
46.6e ne rimbomba il liquido elemento,
46.7come costor ch'a colpi orrendi e crudi
46.8con spaventevol suon fendon gli scudi.
47.1Fendersi i ferrei scudi e cadde a terra
47.2Brigliador prima e poscia ancor Baiardo;
47.3tosto drizzarsi i duo folgor di guerra,
47.4né punto l'un fu più de l'altro tardo:
47.5ognun ne l'armi si raccoglie e serra,
47.6adopra ogn'arte ed usa ogni risguardo,
47.7a ripararsi ed a ferir provisto,
47.8ché 'l valor già de l'inimico ha visto.
48.1Si copre il petto con lo scudo Orlando,
48.2porto inanzi col ferro il braccio destro.
48.3Rinaldo intorno a lui si va girando
48.4tutto veloce, tutto lieve e destro,
48.5di farlo discoprir sempre tentando;
48.6ma sempre trova quel cauto e maestro:
48.7né per finte o per cenni unqua si muove,
48.8né cangia il passo o drizza il ferro altrove.
49.1Ecco mentre Rinaldo aggira e tenta
49.2di poterlo ferir, ma sempre in vano,
49.3scoperto alquanto il petto a lui presenta.
49.4Ratto egli spinge allor l'armata mano,
49.5al capo accenna e mostra cura intenta
49.6di colpir quella parte al suo germano;
49.7poi declinando il ferro al petto giunge,
49.8trapassa ogni arma e lievemente il punge.
50.1Quel, più che sangue allor dal petto, sparse
50.2ira dagli occhi, orribile in sembianza.
50.3Non più schermir, non più con arte aitarse,
50.4ma ben vuol tutta oprar la sua possanza:
50.5dove da l'elmo il cimier suole alzarse,
50.6fiede con forza, ch'ogni forza avanza.
50.7Orlando al colpo orrendo il capo inchina,
50.8co' piè traballa e quasi al pian ruina.
51.1Pur si riave e poggia in tal furore
51.2che in sé non cape omai né truova loco;
51.3gli occhi accesi travolge e manda fuore
51.4da la visiera un sfavillante foco;
51.5fa co' denti fremendo alto romore.
51.6Che tanto dirò mai che non sia poco?
51.7Tal forse è Giove allor che 'l ciel disserra,
51.8e 'l folgor minacciando irato afferra.
52.1Rinaldo, che venirsi adosso mira
52.2il fero conte in sì terribil faccia,
52.3ne lo scudo si chiude e si ritira
52.4dal colpo ove opra Orlando ambe le braccia.
52.5Così s'umido vento irato spira,
52.6ed inimica pioggia al suol minaccia,
52.7il peregrin che vede il nembo oscuro
52.8ver' quel schermo si fa di tetto o muro.
53.1Ma per la troppo furia in man si volse
53.2al forte Orlando la tagliente spada;
53.3pur di piatto lo scudo opposto colse,
53.4onde convien che rotto in pezzi cada.
53.5Poi scese a l'elmo e 'l bel cimier gli tolse,
53.6chiuse ben l'elmo al suo furor la strada;
53.7Rinaldo sostenersi allor non puote,
53.8ma con ambo i ginocchi il suol percuote.
54.1Pur tosto si drizzò, più che mai fosse,
54.2fiero e rabbioso il gran figliuol d'Amone,
54.3e ne la spalla il suo cugin percosse,
54.4sì ch'indi il disarmò fino al galone;
54.5e gli avria l'arme del suo sangue rosse
54.6fatte, ma gliel vietò la fatagione:
54.7ch'Orlando, quale Achille o Cigno, dura
54.8la pelle e contra 'l ferro ebbe sicura.
55.1Or chi narrar potrebbe a parte a parte
55.2le lor percosse orribili e diverse
55.3onde di rotte piastre e maglie sparte
55.4tutto intorno il terren si ricoperse?
55.5Chi accennar pur l'alta possanza e l'arte,
55.6a cui simile il ciel giamai non scerse?
55.7il ciel che de' mortali i fatti e l'opre
55.8or con mille occhi, or con un sol discopre.
56.1L'essercito cristian e 'l saracino
56.2tutto stupisce a quel pugnar sì fiero;
56.3tra sé rivolge il figlio di Pipino
56.4chi sia quel forte incognito guerriero.
56.5Or Francardo l'estima ed or Mambrino,
56.6ora sovra Chiarello ei fa pensiero,
56.7de' quai l'alto valor con chiara tromba
56.8oltra l'Eufrate ed oltra il Nil rimbomba.
57.1Rinaldo in questa ch'a se stesso vede
57.2ferito alquanto il destro fianco e 'l petto,
57.3e conosce ch'Orlando indarno fiede,
57.4ché non ne segue alcun bramato effetto,
57.5tenta novo partito, e certo crede,
57.6egli vien seco a guerreggiar più stretto,
57.7di superarlo al gioco de la lotta,
57.8tanto ha la mano essercitata e dotta.
58.1Quegli ciò scorge e non si schiva punto,
58.2anzi mostra ch'a lui non manco piaccia;
58.3ecco che l'uno a l'altro è già congiunto
58.4con le man, con le gambe e con la faccia.
58.5L'afferra Orlando a mezzo il collo a punto;
58.6Rinaldo lui con ambedue le braccia
58.7sotto de' fianchi attraversando cinge:
58.8lo scuote e gira, lo solleva e spinge.
59.1Ed or col destro piè gli avince il manco,
59.2ed or col mento l'omero gli preme;
59.3or, perché 'l fiato pur gli venga manco
59.4lo stringe a' fianchi con le forze estreme.
59.5Orlando a lui col core ardito e franco,
59.6l'arte accoppiando e la gran possa insieme,
59.7il collo calca sì pesante e greve
59.8che 'l tuo pondo, o Tifeo, forse è più leve.
60.1Non puote l'un l'altro gittar per terra,
60.2e quanto il vigor manca, il furor cresce;
60.3pur anelanti l'ostinata guerra
60.4seguon, né lor disegno alcun riesce;
60.5e già lo spirto lor si chiude e serra,
60.6già per tutto il sudor si spande ed esce;
60.7al fin tornan di nuovo al primo assalto,
60.8ed a girare il ferro or basso or alto.
61.1Tornano al primo assalto, e 'l piano ancora
61.2torna a tremar con spaventevol suono;
61.3manda l'aria percossa ad ora ad ora,
61.4qual da le rotte nubi orribil tuono.
61.5Non più soffrir puote 'l gran Carlo allora
61.6ch'i duo guerrier, che 'nsieme a fronte sono,
61.7menino a certo fin la pugna incerta,
61.8poi c'hanno a pien la lor possanza esperta.
62.1Egli deposto avea l'odio e 'l rancore
62.2che dianzi avea contra 'l guerrier strano,
62.3sol per cagion de l'alto suo valore,
62.4ch'or ha veduto via più chiaro e piano:
62.5ché se 'l frenare i sùbiti del core
62.6e' primi moti non è in nostra mano,
62.7può bene il saggio con miglior discorso
62.8porre agli affetti rei poi duro morso.
63.1E sempre avien che così alberghi e regne
63.2l'amor de la virtude in nobil petto,
63.3ch'a poco a poco al fin consuma e spegne
63.4d'ira e di sdegno ogni rabbioso affetto;
63.5perché avinte fra lor son l'alme degne
63.6d'un legame d'amor sì forte e stretto,
63.7che se 'l caso talor pur le disgiunge,
63.8tosto quel le ristringe e ricongiunge.
64.1Il saggio re, c'ha l'ira in amor volta,
64.2sospinge il corridor tra i duo guerrieri:
64.3grossa sbarra partir così tal volta
64.4suol duo d'ira infiammati aspri destrieri.
64.5Frena egli con l'aspetto, ove è raccolta
64.6divina maestà, gli animi alteri;
64.7indi con modi accorti a parlar mosse,
64.8e lor d'ogni rio sdegno ambi duo scosse:
65.1— Di sì lieve cagion nato, omai cessi
65.2lo sdegno, ed oltre più non vi trasporte;
65.3e poiché mostro avete a segni espressi
65.4quant'ognun di voi sia pugnace e forte,
65.5mostrate or di saper ancor voi stessi
65.6vincer, quando ragione a ciò v'esorte;
65.7e sendo chiara ormai la virtù vostra,
65.8date, vi prego, luogo a nuova giostra.
66.1Abbracciatevi insieme, e così spero
66.2che tra voi le discordie or fian compite;
66.3ciò concedete a me ch'in don ve 'l chero,
66.4vago di veder pace ov'era lite.
66.5E tu dimmi anco, degno estran guerriero,
66.6c'hai le man forti quai le brame ardite,
66.7tuo nome e sangue, ond'io conosca aperto
66.8cavalier di tal pregio e di tal merto. —
67.1Rinaldo allor: — Non già sostiene, o sire,
67.2tanto cognoscitor mio basso stato,
67.3né senz'alto rossor ti potrei dire
67.4mio nome, tra guerrier nulla pregiato.
67.5Nel resto poi son pronto ad esseguire
67.6quanto vedrò ch'a te fia caro e grato,
67.7e cedo volontier la palma e 'l pregio
67.8a questo invitto cavaliero egregio. —
68.1Così dicendo, umile e riverente
68.2va per baciare al suo cugin la mano,
68.3ma quegli la ritira e no 'l consente,
68.4anzi il raccoglie in cortese atto umano;
68.5e di quella battaglia il fa vincente,
68.6e lieva al cielo il suo valor sovrano:
68.7ché, poiché in arme non può superarlo,
68.8almeno in cortesia tenta avanzarlo.
69.1E sendogli recata un'armatura
69.2onde avea già spogliato un duce moro,
69.3ch'era di tempra adamantina e dura,
69.4a scaglie fatta con sottil lavoro,
69.5e sopravesta avea di seta azura,
69.6rigida ed aspra per argento ed oro,
69.7al cavalier estrano in don la diede,
69.8poi ch'indosso la sua rotta gli vede.
70.1Ma né cortese in ciò punto mostrarsi
70.2di lui vol meno il gran figliuol d'Amone:
70.3anzi dal suo scudiero una fe' darsi
70.4leggiadra spoglia d'african leone,
70.5che bianchi peli avea tra fulvi sparsi,
70.6e già fu dono d'un gentil barone.
70.7Per le grosse unghie d'or, per l'aurea testa,
70.8e per li folti velli è grave questa.
71.1Con tal dono ad Orlando il cambio rende
71.2de l'alta cortesia che gli ha dimostra.
71.3Grifone intanto il Maganzese attende
71.4impaziente i cavalieri a giostra,
71.5e sovra un gran cavallo intento rende
71.6ogn'occhio a sé con vaga altera mostra.
71.7Questi arrogava al suo valor cotanto,
71.8che si crede d'aver ne l'arme il vanto.
72.1Già ver' costui Rinaldo si movea,
72.2ma Florindo il garzon vi s'interpose,
72.3dicendogli ch'in arme ei fatto avea
72.4opre che sempre fian meravigliose,
72.5e ch'ora il loco a lui ceder dovea,
72.6e curarsi le piaghe sanguinose:
72.7a lui che sin allor riguardatore
72.8stato era sol de l'alto suo valore.
73.1Ecco, o Grifone, chi ti toglie omai
73.2di quel tant'orgoglioso tuo pensiero.
73.3Misero! tu cadendo a terra vai
73.4al primo colpo d'un novel guerriero:
73.5tu, che d'Orlando più ti pregi assai,
73.6per mano or d'un fanciul premi il sentiero.
73.7Florindo abbatte poscia anco Ansuigi,
73.8Avino, Avorio, Anselmo e Dionigi.
74.1Solmon di Scozia, Alberto d'Inghilterra
74.2cadono ancora, e 'l parigin Vistagno,
74.3ed altri molti dopo questi atterra
74.4Florindo, e fa di gloria alto guadagno.
74.5Rinaldo a l'allegrezza il cor disserra,
74.6tai cose far vedendo al suo compagno.
74.7Intanto ha fine con la giostra il giorno,
74.8e Carlo al campo fa co' suoi ritorno.
75.1Ma prima ei tenta ben di ritenere
75.2i due guerrier per breve spazio almeno,
75.3e di Rinaldo ancor tenta sapere
75.4la patria, il nome e 'l rimanente a pieno.
75.5Ma non puote di ciò nulla ottenere,
75.6onde al desire ed al pregar pon freno,
75.7e d'ambo i cavalier le scuse accetta,
75.8e color quinci poi se 'n vanno in fretta.
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