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CCXXXVI

Rime

PoeTree.it

1.1Or che solingo sono
1.2fra querce, olmi e abeti,
1.3ove d'Insubria il piano il Lambro inonda,
1.4ben potrò il roco suono
1.5d' i miei martir segreti
1.6scoprir col pianto che ne gli occhi abonda;
1.7sol Eco mi risponda,
1.8e 'l fin de' mesti accenti
1.9sotto quest'ombre chiuda,
1.10ché 'l cor mi trema e suda
1.11ch'altri non oda i duri miei lamenti
1.12e sia scoperto al mondo
1.13l'alto mio duol profondo.
2.1Fuggite dunque, augelli,
2.2che per le fronde andate
2.3i vostri dolci amor cantando ogn'ora.
2.4Fuggite, pesci snelli,
2.5che 'n questo gorgo state
2.6a belle schiere di periglio fora,
2.7ché 'l mio tormento fora
2.8forse cagion di darvi
2.9fra le chiare acque pena,
2.10e la vostra serena
2.11pace potrei, col mio gridar, turbarvi;
2.12ché l'aspro mio martire
2.13chi l'ode fa languire.
3.1Dico che poi che quella
3.2lasciai, di cui la vista,
3.3quando s'inalza, al sol i raggi adombra,
3.4parmi che mi si svella
3.5dal petto il cor e trista
3.6sia la mia vita, tanto duol l'ingombra;
3.7né mai da me si sgombra
3.8l'alto martir che 'l giorno
3.9ebbi, al partir ch'io fei,
3.10quando salir vedei
3.11ne gli occhi il pianto, e mesto il viso adorno
3.12farsi e così pietoso
3.13che ripensar non l'oso.
4.1Ché 'n mezzo a que' begli occhi
4.2che son del mondo il sole
4.3restai, partendo eternamente preso,
4.4ché dove aven che tocchi,
4.5il vago lume suole
4.6legar ogn'alma in vivo foco acceso.
4.7Ma poi che m'è conteso
4.8quel dolce sguardo umìle,
4.9né vivo son né morto,
4.10privo d'ogni conforto,
4.11e l'alma ha tolto di lagnarsi un stile
4.12che, per l'acerbe pene
4.13vie più crudel divene.
5.1Di lagrimar mai sempre
5.2dunque cagion avemo,
5.3alma, più non veggendo il nostro obietto.
5.4Però, fin che mi stempre
5.5morte nel giorno estremo,
5.6umidi gli occhi fian e molle il petto,
5.7che 'l sommo mio diletto
5.8è star in pianto e doglia
5.9tal che 'l giorno e la notte
5.10le lagrime interrotte
5.11mai non mi sian, ma sempre il cor si doglia
5.12e la penosa vita
5.13più non ritrovi aìta.
6.1Ahi, lasso, s'io sapea
6.2'nanzi a begli occhi suoi
6.3moriv'il dì che 'l Mincio abbandonai,
6.4il dì che mi tenea
6.5gli occhi ne gli occhi e poi
6.6sospirando asciugava i dolci rai.
6.7Io non moria già mai
6.8o tal sentiva gioia
6.9quivi morendo il core
6.10che l'alma a uscir di fore
6.11sentir non mi lasciava alcuna noia.
6.12Ch'inanzi al suo bel viso
6.13non muor chi 'l mira fiso.
7.1Ma perché sempre stanzi
7.2novo duol meco, ond'io
7.3non speri aver mai più tranquillo stato,
7.4non pote a lei dinanzi
7.5partir il spirto mio
7.6ch'allor partendo si partia beato.
7.7Or lasso travagliato
7.8sono dal Mincio lunge
7.9né di vederla spero.
7.10Così mi molce Amor, così mi punge
7.11e stommi lagrimando
7.12temendo ardendo amando.
8.1Mesta canzon che 'n ripa al Lambro fusti
8.2tra lagrime raccolta,
8.3qui resterai sepolta.
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