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1.1Di tanti eccelsi e glorïosi Eroi,
1.2e delle belle e sì saggie Eroine,
1.3onor e pompa del gallico Regno,
1.4qual, mia Musa, cantar ora t'inchine,
1.5o qual pria dirai, o qual dapoi,
1.6a tal che ti riesca il tuo disegno?
1.7O questi, o quelle che tu canti, degno
1.8canto sarà, perché di nostr'etate
1.9in lor è 'l pregio ed il perfetto onore,
1.10ché 'n quelli albergan con ben saldo core
1.11quante 'l sol vede doti più lodate.
1.12Ma la divinitate
1.13non t'adeschi dell'alma Margarita,
1.14ch'unica al mondo di bontà s'addita.
2.1Del Re de' Regi la Figliuola dico,
2.2vergine saggia, e d'ogni tempo gloria,
2.3le cui vertuti chi può dir a pieno?
2.4Chi avrà l'ingegno ugual, o la memoria
2.5a tant'altezza, se del tempo antico,
2.6e del nostro verrebbe ogni stil meno?
2.7Quegli, che nacque di Parnaso in seno,
2.8ed Ulisse cantò, e 'l grande Achille,
2.9e quel che a Dite il pio Troian conduce,
2.10di cui la fama ancor sì chiara luce,
2.11ben ch'ogni dir in lor Febo distille,
2.12appena una di mille
2.13spiegar potrian delle virtuti rare
2.14di questa ricca Perla e singolare.
3.1Chi potrà dir del bell'ingegno, quale
3.2la virtù sia, o quanto sia capace;
3.3di ciò che può capir uman sapere?
3.4Chi sarà che si mostri tant'audace,
3.5ch'all'altezza di quel dispieghi l'ale,
3.6e possa il volo dietro a quel tenere?
3.7Qual Icaro costui vedrai cadere,
3.8arso dal fuoco di süa chiarezza,
3.9o qual Fetonte fulminato al basso
3.10con rovina cader e con fracasso,
3.11cieco al splendor della sublime altezza,
3.12la cui chiara vaghezza
3.13abbaglia sì col lume ogni pensiero,
3.14ch'umana lingua non arriva al vero.
4.1Vorrai forse lodar l'altiera e umana
4.2maniera, ch'Ella in ogni cosa mostra,
4.3di maestà servando il bel decoro?
4.4Non vedi come in Lei di pari giostra,
4.5con quel divin favor che l'allontana
4.6da cose basse, d'ogni grazia il coro?
4.7Quai donne al mondo mai famose foro,
4.8tra le più celebrate in Elicona,
4.9u' tant'umanità mai si vedesse,
4.10che 'n lor superbia parte non avesse?
4.11Indarno a Lei s'aguaglia o paragona
4.12qual più famosa suona.
4.13Chi dunque dirla quanto merta sape,
4.14s'umano ingegno il suo valor non cape?
5.1O pensi di cantar la cortesia,
5.2che 'n Lei sfavilla sovr'ogn'altra chiara,
5.3tant'è gentil e liberal, cortese?
5.4Quest'una dote in Lei sì larga e rara
5.5fiorisce, e frutto fa di leggiadrìa,
5.6tanto mai sempr' a farsi chiara attese!
5.7Ma chi può farla col cantar palese,
5.8se l'uno e l'altro stile quest'eccede?
5.9Chi puote il giorno numerar le stelle,
5.10e la virtù narrar a pien di quelle,
5.11esser potrà di tanta grazia erede,
5.12che canti e faccia fede
5.13dell'alta cortesia che 'n questa splende,
5.14sì ch'a adorarla tutto 'l mondo accende.
6.1Or l'accoglienze grazïose e schiette,
6.2d'umiltà piene e piene di grandezze,
6.3ma sempre grate, oneste e signorili,
6.4chi scoprirà con quelle gentilezze,
6.5ch' ivi Natura saggiamente mette,
6.6così leggiadre, vaghe e sì gentili?
6.7Ov'ha Parnaso sì sonori stili,
6.8che possino eguagliar questa virtute
6.9e dirne quanto merta simil grazia?
6.10Quivi il giudicio con mill' occhi spazia
6.11e scerne il tutto con le viste acute,
6.12che fa le lingue mute
6.13di tant'altezza dir la minor parte,
6.14che avanza d'ogni ingegno il dir e l'arte.
7.1Ma la dolce armonia delle parole,
7.2col perfetto parlar e ' saggi modi,
7.3ch'altro qui suonan che mortai concenti,
7.4chi fia, ch'a par del ver, esalti e lodi?
7.5Perché non parla come ogn'altra suole,
7.6ma del ciel spirto ragionar tu senti.
7.7Soavi, ben limati, e cari accenti
7.8empion l'orecchie con sì dolci tuoni,
7.9che fan che 'l suono al corpo l'alma involi
7.10e ch'ella in quelle labbra ratto voli,
7.11ond'escon sì purgati e bei sermoni,
7.12che son pungenti sproni
7.13a trovar la virtù e seguitarla,
7.14di cose così belle e saggie parla.
8.1Chi l'ode, e non le resta servo eterno,
8.2uomo non è, ché quel soave suono
8.3fermar i fiumi può, far gir i monti.
8.4E chi dal ciel acquista tanto dono,
8.5che dinanzi le stia l'estate e 'l verno,
8.6e gusti le parole e i motti pronti,
8.7dirà che d'eloquenza tutti i fonti
8.8sorgono in questa, così freschi e chiari,
8.9che senza par faconda Ella si trova.
8.10Indi forza è che l'uom allor si mova,
8.11e mille cose degne quivi impari;
8.12dolci parlari e cari,
8.13che l'uom dal ben alzate a far il meglio
8.14e sète delle Grazie il vero speglio.
9.1Qual parte dunque, Musa mia, dirai
9.2di tanta Donna eccelsa e glorïosa,
9.3s'ogni in lei parte avanza il nostro dire?
9.4Quel divin spirto forse, dove posa
9.5quanto di buon si vide in terra mai,
9.6cerchi lodar e quanto val scoprire?
9.7Ma chi potrà tant'alto unqua salire?
9.8Chi le virtù di questa s'affatica,
9.9quali elle sono dimostrar al mondo,
9.10vuol questi il largo mar e sì profondo,
9.11in picciol rivo por senza fatica.
9.12Dunque altro non si dica
9.13se non del Re Francesco la Figliuola,
9.14e dirà donna vera, saggia e sola.
10.1Tu n'anderai, canzon, sovra la Senna,
10.2u' l'alma Margarita Francia ammira.
10.3Dille: – un che in riva alla Garonna stassi,
10.4Voi m'invia con riverenti passi,
10.5e vostre lodi indarno dir sospira;
10.6perciocché Dio sì mira
10.7vi fa, che qui l'idea del Valor sète,
10.8'l titol di perfetta possedete –.
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