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LA SPADA DI FEDERICO II re di Prussia.

1.1Sul muto degli eroi sepolto frale
1.2Eterna splende di virtù la face.
1.3Passa il tempo, e la sventola coll'ale,
1.4E più bella la rende e più vivace.
1.5Corre a inchinarla la virtù rivale;
1.6Alessandro alla tomba entro cui tace
1.7L'ira d'Achille, e maggior d'ogni antico
1.8Bonaparte all'avel di Federico.
2.1Del sudore di Iena ancor bagnato
2.2Al sacro marmo ei giunse, e la man stese
2.3Al brando che in Rosbacco insanguinato
2.4Tarpò le penne del valor francese;
2.5Famoso brando dal martel temprato
2.6Della sventura; e che per dure imprese
2.7Nomar fe grande chi lo cinse, e dritto
2.8Diede e splendor sovente anco al delitto.
3.1La man vi stese, e disse: — Entra nel mio
3.2Pugno, o fatal tremenda spada. Il trono
3.3Ch'alto levasti, e i lauri onde coprìo
3.4Un dì la fronte il tuo signor, miei sono.
3.5Dal gorgo intatta dell'umano obblío
3.6Sua gloria volerà; ma tale un suono
3.7Di Iena i campi manderan, che fiacco
3.8Quel n'andrà di Torgavia e di Rosbacco. —
4.1Così dicendo, con un fier sorriso
4.2L'impugna; e il ferro alle contente ciglia
4.3Dalla vagina già splendea diviso.
4.4Mise l'arme una luce atro–vermiglia;
4.5Mise, forte tremando, un improvviso
4.6Gemito il sasso: ed ecco maraviglia,
4.7Ecco una man che scarna e spaventosa
4.8Sul nudo taglio dell'acciar si posa.
5.1Era del guanto marzial vestita
5.2La terribile mano, e si vedea
5.3Sangue uscirne a gran gocce; e tosto udita
5.4Fu roca orrenda voce che dicea:
5.5— Chi sei che al brando mio porti l'ardita
5.6Destra? — E il brando di forza a sè traea;
5.7E un fremer si sentía di rotte e cupe
5.8Voci, qual vento in cavernosa rupe.
6.1Rise il franco guerriero alla superba
6.2Sdegnosa inchiesta per lui solo intesa
6.3(Chè sol delle grand'alme al senso serba
6.4I suoi portenti il cielo e li palesa);
6.5Il magnanimo rise; indi in acerba
6.6Sembianza d'ire generose accesa,
6.7— È mia, gridò, cotesta spada; e invano
6.8La contende Averno a questa mano.
7.1Se di Cocito su la morta foce
7.2Non vien dei fatti di quassù la fama,
7.3Se laggiù del mio nome ancor la voce
7.4Non ti percosse e di saperlo hai brama;
7.5Chiedilo a quel tuo trono, ombra feroce,
7.6Che là giace atterrato, e invan ti chiama.
7.7Tu ben sette, a fondarlo, anni pugnasti,
7.8Io sette giorni a riversarlo: e basti. —
8.1Non tutto ancora il suo parlar finiva,
8.2Che un doloroso altissimo lamento
8.3Suonò per l'aria, e alla virtù visiva
8.4Del favellante eroe sparve il portento.
8.5Ma non già sparve agli occhi della diva
8.6Che animando su l'arpa il mio concento
8.7Presta al pensiero la pupilla e il move
8.8Per le vie de' baleni in grembo a Giove.
9.1Ivi si spazia, e con intatte piume
9.2Tra gli accesi del dio strali s'avvolve;
9.3A suo senno de' fati apre il volume;
9.4Tocca il sigillo del futuro, e il solve;
9.5E fragoroso passar vede il fiume
9.6Dell'umane vicende, e sciolti in polve
9.7Sparir là dentro i troni e su la bruna
9.8Onda regina passeggiar fortuna.
10.1Poichè l'emersa dall'eterna notte
10.2Larva scettrata infranto vide il soglio
10.3Di Brandeburgo e violate e rotte
10.4L'auguste bende del borusso orgoglio,
10.5Cesse il ferro conteso; ed interrotte
10.6Di furor mormorando e di cordoglio
10.7Fiere parole, all'aura alto si spinge,
10.8E lunga lunga il ciel col capo attinge.
11.1Perchè nessuna al suo veder si rubi
11.2Di tante alla gran lite armi commosse,
11.3Squarcia d'intorno colla man le nubi;
11.4E sì truce fra nembi appresentosse,
11.5Ch'un de' negri parea vasti cherubi
11.6Che un dì la spada di Michel percosse.
11.7Bieca allor la grand'ombra il guardo gira
11.8Sul pugnato suo regno: ed ahi! che mira?
12.1Di prusso sangue dilagate e nere
12.2Mira di Iena le funeste valli,
12.3E le sue sì temute armi e bandiere
12.4E i vantati non mai vinti cavalli
12.5Fulminati o dispersi, e prigioniere
12.6Gir le falangi, e i bellici metalli
12.7Su meste rote con le bocche mute
12.8Cigolando seguirle in servitute.
13.1Mira il nipote successor pentito
13.2Morto alla fama ed al rossor sol vivo
13.3Voltar le spalle e maledir l'invito
13.4Dell'Anglo insultator del santo olivo.
13.5Mira i prenci congiunti, altri ferito,
13.6Altri spento in battaglia, altri captivo.
13.7E cagion fugge delle ree disfide
13.8La regal donna. Amor la segue, e ride.
14.1Del valor, che di Praga e di Friedbergo
14.2Cinse un giorno gli allori alle sue chiome,
14.3Cerca i duci: e qual cade, e qual dà il tergo,
14.4Qual l'armi abbassa trepidanti e dome.
14.5Della prisca virtù sciolto è l'usbergo
14.6Da tutti i petti: si spalanca al nome
14.7Del vincitor qual rôcca è più sicura
14.8E ne volge le chiavi la paura.
15.1Spinge l'Elba atterrite e rubiconde
15.2Al mar le spume; e il mar le incalza al lido
15.3Anglo muggendo, e su le torbid'onde
15.4Gl'invía del sangue sì mal compro il grido.
15.5A quel muggir l'Odéra alto risponde,
15.6E — Rispetta il lion, bada al tuo nido,
15.7Grida allo Sveco dalla riva estrema;
15.8Bada al tuo nido, re pusillo, e trema. —
16.1Di fanciulli e di padri orbi cadenti
16.2Il coronato spettro ode frattanto
16.3Le pietose querele, ode i lamenti
16.4Delle vedove donne in negro ammanto;
16.5Ode urli e suono di feroci accenti;
16.6E vede all'onda del pubblico pianto
16.7La discesa di Dio giusta vendetta
16.8Folgorando temprar la sua saetta.
17.1E temprata e guizzante la ponea
17.2Nel forte pungo del guerrier sovrano:
17.3Nè cangiata il divin dardo parea
17.4Sentir del primo vibrator la mano.
17.5L'ira allor delle franche armi sorgea
17.6Superante il furor dell'oceáno,
17.7Simile all'ira del signor del tuono
17.8Che guarda bieco i regni, e più non sono.
18.1Pur, siccome talor, rotta la scura
18.2Nube, furor porge la serena testa
18.3Il ministro maggior della natura,
18.4E i campi allegra in mezzo alla tempesta;
18.5Bella del par clemenza fra la dura
18.6Ragion dell'armi al cor si manifesta,
18.7E di mano all'eroe tenera diva
18.8Fa lo strale cader che già partiva.
19.1Qua vedi al pianto di fedel consorte
19.2Rimesso di sleal sposo il delitto,
19.3E di malizia gravido e di morte
19.4Pietose fiamme consumar lo scritto;
19.5Là del sedotto Sàssone le torte
19.6Vie d'error perdonate, e allo sconfitto
19.7Ricomposte sul crin le regie bende,
19.8Che or fatto amico un maggior dio difende.
20.1Ecco poscia un diadema in tre spezzato
20.2(Se non inganna dello sguardo il volo)
20.3Saldarsi, e ratto del gran sire al fiato
20.4Que' tre brani animarsi e farne un solo.
20.5Rompe al nuovo prodigio il vendicato
20.6Polono i ceppi, e dell'artico polo
20.7Alle barbare torme oppon più saggio
20.8Saldi schermi di ferro e di coraggio.
21.1Allor, siccome è di quel forte il senno,
21.2Prender nuova sembianza e depor l'ire
21.3D'Agenore la figlia; e quei che fenno
21.4Tante piaghe al suo fianco impallidire;
21.5E dell'invitto che la salva al cenno
21.6Altri balzar dal solio, altri salire;
21.7E il rio mercato ir chiuso ove al mal frutto
21.8Compra il Britanno dell'Europa il lutto.
22.1Al grande audace mutamente in viso
22.2Guardansi i regi paventosi e muti,
22.3E tremar nelle destre all'improvviso
22.4Senton gli scettri in Albion venduti.
22.5Cade ne' petti attoniti preciso
22.6Ogni ardimento; e in fronte agli sparuti
22.7Correttor delle genti in solchi orrendi
22.8Scrive il dito di Dio: — Piega, o discendi. —
23.1Dell'odiosa scritta non sofferse
23.2L'ombra superba la veduta; e, fatto
23.3Di nembi un gruppo, in quello si sommerse;
23.4Nè più la vidi. Ma per lungo tratto
23.5Nube vidi tremenda che coperse
23.6Il germanico cielo esterrefatto;
23.7E questo tuono mi feriva: — Avara
23.8Regal semenza, a vender sangue impara. —
24.1D'Europa intanto alla città reina
24.2Viaggia della Spree la trionfata
24.3Spada, e la segue con la fronte china
24.4La borussa superbia incatenata.
24.5Densa al passar dell'arme pellegrina
24.6Corre la gente stupefatta, e guata:
24.7E già la fama con veloce penna
24.8Ne prenuncia la giunta in su la Senna.
25.1Fuor dell'onda levarsi infino al petto
25.2L'altero fiume regnator fu visto,
25.3E nel vivo raggiar del glauco aspetto
25.4Splendea la gioia di cotanto acquisto.
25.5Ma un segreto del cor grave rispetto
25.6Del trionfo al piacer sorgea commisto
25.7All'apparir del brando che si spinse
25.8Sol contro cinque in sette campi e vinse.
26.1Luogo è in Parigi alla Vittoria sacro,
26.2Ove i Genii di Marte alle severe
26.3Ninfe compagni dell'ascreo lavacro
26.4Cantan de' Franchi le virtù guerriere.
26.5Della diva d'intorno al simulacro
26.6Penson l'arme de' vinti e le bandiere;
26.7E n'è pieno il tempio, che alle nuove
26.8Nimiche spoglie omai vien manco il dove.
27.1Ivi di cento ferrei nodi avvolto
27.2Freme l'orgoglio delle genti dome,
27.3Ivi l'atre congiure, ivi lo stolto
27.4De' regnanti furor raso le chiome.
27.5Lordo di bava i mostri alzano il volto
27.6Alle perdute appese insegne, e, come
27.7Rabbia li rode, colle gonfie vene
27.8Fanno il dente suonar su le catene.
28.1Prodi di bianco pelo, a cui caduta
28.2Del corpo è la virtù, ma non del core,
28.3Custodiscono il loco; e la canuta
28.4Fronte ancor spira militar terrore.
28.5A questo tempio fra la turba, muta
28.6Di riverenza insieme e di stupore,
28.7In guardia dato al buon guerriero antico
28.8Passa il brando immortal di Federico.
29.1— Questo è dunque, dicean le generose
29.2Tremole teste de' vegliardi eroi,
29.3Questo è il ferro a cui tutta un dì s'oppose
29.4L'ira d'Europa e si pentì dappoi?
29.5Questa l'arme fatal che fea spumose
29.6Del nostro sangue le campagne? E noi,
29.7Illustri avanzi del tuo sdegno, or scinta
29.8Te qui vediamo e la tua luce estinta?
30.1Ma, se trofeo cadesti, o forte spada,
30.2D'una spada maggior che aprir ferita
30.3Sa più profonda, non verrà che cada
30.4Mai la fama al tuo lampo partorita.
30.5In questa di valor sacra contrada
30.6Alti onori t'avrai: chè riverita
30.7Pur de' nemici è qui la gloria, e schietti
30.8Della tua faran fede i nostri petti. —
31.1Sì dicendo, scoprir le rilucenti
31.2Colte in Rosbacco cicatrici antiche;
31.3E vivo scintillò negli occhi ardenti
31.4Il pensier delle belliche fatiche.
31.5Parve l'inclita spada a quegli accenti
31.6Agitarsi e sentir che fra nemiche
31.7Destre non cadde; parve di più pura
31.8Luce ornarsi e obbliar la sua sventura.
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