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XV

Antonio di Guido (????–????)
Poesie

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1.1Isplendor orbis, princeps serenissimo,
1.2e gloria dell'italico paese,
1.3invittissimo e magno capitano,
1.4giusto forte prudente e costantissimo,
1.5prono e illustro alle strenue imprese,
1.6tríonfo singular del seggio umano,
1.7oh speglio mantovano,
1.8in cui refulge la speranza nostra,
1.9orta dal sol di vostra caritade,
1.10de' savi cittadin del reggimento,
1.11ché, per vostra eccellenza,
1.12ogni nostro aversar fie strutto e spento!
2.1L'antiche eccelse e chiare opre paterne
2.2del luminoso vostro genitore,
2.3e l'esimie eccellenze, che 'n voi sono
2.4aparenti, essistenti son lucerne
2.5ardenti ad un sì fulgido splendore,
2.6ched è mirabil lampo a l'uman trono.
2.7Concludendo, io ragiono
2.8che le cose passate e le presenti
2.9fanno sovente note le future;
2.10benché sentenzie oscure
2.11sien quelle del futur, pur noi intendiamo
2.12che 'l sangue da Gonzaga
2.13è quel c'ha a conservar l'onor toscano.
3.1Prima col grande ingegno naturale,
3.2e poi per disciplina militante,
3.3la qual si vede in voi perfetta e 'ntera,
3.4po' pel corpo robusto, el qual prevale
3.5ogn'altro all'esercizio agonizzante
3.6colla reputazione immensa e vera,
3.7nell'ordin d'ogni schiera,
3.8pedestre, equestre, vetusta e tiroria,
3.9quomodo ergo può mancar mai gloria
3.10alla vostra memoria,
3.11la quale eccede ogn'altra cosa degna,
3.12che noi triunferen con vostra insegna?
4.1In voi è voglia buona, in voi potenza,
4.2in voi serenità d'antique prole,
4.3in voi lucidità d'alto intelletto,
4.4in voi opre e costumi, atti e parole,
4.5in voi quant'esser può di ben perfetto.
4.6Sia quel dì benedetto
4.7che 'l ciel degno mi fé ched io parlassi
4.8a voi, Marchese egregio e pelegrino,
4.9in cui valor divino,
4.10e non uman, considerar mi piace,
4.11ché l'onor vostro a noi fie gloria e pace.
5.1Le laudate virtù crescon ne buoni,
5.2e piace al savio e 'l buon d'esser lodato,
5.3perché è parte del ben ch'elli aspetta;
5.4le benedette laude son cagione
5.5che quello ch'è virtuoso e venerato
5.6per le virtù di lor più si diletta,
5.7e purga e smacchia e netta
5.8qual cosa fosse in lui sorda o turpa,
5.9e nitido si fa, terso e iocundo.
5.10O Marchese fecondo,
5.11ben so ch'a vostre laude converebbe
5.12altro ingegno che 'l mio,
5.13e forse anche ogni uman ci mancherebbe,
6.1se già non resurgesse un nuovo ingegno,
6.2qual quel del vostro chiar compatríota
6.3cantor, che passò il ciel con dolc'istile
6.4pel gran figliuol d'Anchise giusto e degno,
6.5che la gloria di voi facesse nota,
6.6la qual precede ogni virtù virile,
6.7o quel greco sotile
6.8di voi cantassi qual cantò d'Achille,
6.9però ch'ogn'altro ingegno sarie poco,
6.10debile, stanco e roco,
6.11solo allo immaginar delle vertute,
6.12che ci fien pace in terra e 'n ciel salute.
7.1Canzona, degna del più bel suggetto
7.2che alcun'altra delle tuo sorelle,
7.3cantando a Lodovico ten girai,
7.4di Mantìa marchese, e, con eletto
7.5grave modo, parole dolce e belle
7.6inchinandoti a lui, così dirai:
7.7«O signor mio, se mai
7.8fu tempo da salir con fama al cielo,
7.9mi par ch'adesso sia, e voi il vedete;
7.10a memoria tenete
7.11quel che tenuto avete già gran tempo,
7.12sollecitudin sempre
7.13ché niuna cosa vola più che 'l tempo».
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