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XIV

Antonio di Guido (????–????)
Poesie

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1.1Fra sospir dolci il cor sovente spira,
1.2con disir vago a 'maginar sì grato,
1.3ché bene imaginato
1.4fa l'alma in ogni parte pazíente.
1.5Veduto quel che 'l vulgo errante tira,
1.6pel suo esser sereno ha s' beato
1.7chi par con cieco stato
1.8nella pastura asperrima e dolente;
1.9né oggi si pon mente
1.10a opre degne e virtìose sute:
1.11al vizio sì, ch'è stimato salute.
2.1Piange Caliopè, madre serena,
2.2che nel fonte Elicon la vista opprima,
2.3perch'ogni sorda lima
2.4l'usa fuor d'ogni vergogna e letizia.
2.5Speranza, fede e carità son pena;
2.6superbia e 'nvidia ed avarizia è 'n cima
2.7della rota, che prima
2.8solea star sotto il braccio di giustizia;
2.9e spenta è la milizia
2.10di Fabrizio e di Scipio e di Catone;
2.11e 'l falso è 'ncoronato di ragione.
3.1E son gl'inganni e tradimenti e torti
3.2tenuti più sapere; e la rapina
3.3si tien cosa divina.
3.4L'occulta offensíon dett'è più ingegno;
3.5chi peggio fa son dett'i più accorti;
3.6micidO, furti, strazi e gran ruina
3.7è quella medicina
3.8che passa di sapere ogn'altro segno;
3.9ed è lo Stige regno
3.10grazíoso imputato e pien d'amore,
3.11e virtù fatta ogni pessimo errore.
4.1Non son contenti e dotti virtìosi,
4.2se non color che han pecunia assai,
4.3perché con pene e guai
4.4si stima chi non ha molto tesoro.
4.5Drappi di seta e be' vestir pomposi,
4.6lontre, lattizi ed ermellini e vai
4.7fanno oggi l'uom d'assai;
4.8non più l'amato mirto o 'l verde alloro,
4.9ma le scíenze loro,
4.10ed ozio, gola, mal parlare e furia:
4.11ed è superchio banco la lussuria.
5.1E tal ne chiama e ghigna e ne favella
5.2che n'è fatto, venendo al paragone;
5.3la sua conclusione
5.4sarebbe di star cheto e non parlare,
5.5ché si beccon ciurmando le cervella.
5.6Fuor d'ogni segno è falsa opinione,
5.7genia sanza ragione,
5.8del ciel contrari e d'ogni sacra stella,
5.9che sperazion s'appella,
5.10per l'opre lor ingiuste; ed è dovere
5.11d'ogni ben far nimici, e di sapere.
5.12— Va', canzonetta, a questa turba cieca,
5.13che Satanasso guida ed ha 'n balìa,
5.14e di' che tuttavia
5.15fermo starò nel proposito mio,
5.16e lor nel lor, che ne gli paghi Iddio.
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